Biella ha scoperto la targa dedicata al partigiano di Vercelli Alfredo Baraldo

La piccola Linda Compagnoni scopre la targa commemorativa di Alfredo Barando in piazza San Giovanni a Biella

 

(Dal nostro inviato a Biella)

A tre giorni dal 78° anniversario dell’eccidio nazista di piazza San Cassiano, oggi piazza San Giovanni, a Biella, un’amministrazione comunale di centrodestra – con tutte quelle precedenti, anche di sinistra, che su questo tema avevano dimostrato scarsa sensibilità – in pieno accordo con l’Anpi cittadina, ha aggiunto questa mattina una targa significativa accanto a quella che ricorda da decenni quella strage, con i nomi dei sei caduti.

IL presidente della Provincia Botta (conl la fascia azzurra) alla cerimonia di questa mattina a Biella

Perché quel giorno, il 22 dicembre del 1943, ci fu un allora giovanissimo partigiano vercellese, Alfredo Baraldo (soprannome “Ciccio”), ad essere fucilato con gli altri sei compagni di sventura: ma riuscì a salvarsi miracolosamente. Su spinta dell’alacre presidente dell’Anpi biellese Gianni Chiorino, il sindaco Claudio Corradino ha così fatto apporre accanto alla lapide con i nomi dei sei trucidati, una targa, su cui c’è scritto:  Insieme ai Martiri ricordati nella lapide venne fucilato anche il Partigiano diciottenne Alfredo Baraldo di Vercelli. Gravemente ferito,  riuscì a sfuggire alla morte. Dopo mesi di convalescenza, nella II Brigata Garibaldi  con la quale combattè col nome di battaglia di “Evaso” fino alla Liberazione del 25 aprile 1945. Baraldo morì il 9 marzo 1995, per malattia, all’ospedale di Vercelli.

Marco Barberis e Ivano Baraldo ala cerimonia

A presenziare  allo scoprimento della targa e all’omaggio ai Caduti indicati nella lapide (Francesco Sassone, Carlo Gilardino, Norberto Minarolo, Pietro Mosca, Aurelio Mosca e Basilio Bianco), il prefetto di Biella, Franca Tancredi, il presidente della Provincia di Vercelli, Eraldo Botta, il figlio di Baraldo, Ivano, e il giornalista vercellese Marco Barberis, che, con un “Gelosino”, intervistò Baraldo pochi giorni prima della morte e che ha riprodotto, contestualizzandola con un racconto coinvolgente, quella straordinaria intervista in un cd edito dalle edizioni “Effedì”. Inspiegabili, visto che Baraldo era un partigiano che abitava a Vercelli, le assenze sia del Comune sia dell’Anpi vercellese. 

Il presidente dell’Anpi Chiorino parla tra il sindaco Corradino e ul presidente Botta

Nei loro interventi prima dello scoprimento della lapide, il sindaco Corradino ha ricordato quei Caduti dicendo, tra le altre cose, che è “grazie a uomini come loro che oggi io sono qui e posso parlarvi”. Mentre  Chiorino ha detto che celebrazioni come questa servono “a combattere il drago dell’oblio e l’afasia mnemonica”.

La targa per Baraldo

Il presidente dell’Anpi biellese ha poi ricostruito quel terribile giorno di 78 anni fa, ricordando che mentre Baraldo e l’amico Basilio Bianco, diciannovenne della provincia di Cosenza, erano partigiani combattenti, le altre cinque persone fucilate erano finite di fronte al plotone di esecuzione per il semplice fatto di essersi trovate semplicemente lì quando le SS avevano catturato i due giovani partigiani.

Linda Compagnoni suona “Bella Ciao” con il violino

Quindi, sottolineando che, dopo la guarigione, Baraldo era subito tornato a combattere, pur avendo già dato, e non poco, alla causa della Liberazione, Chiorino ha aggiunto che per uomo così può davvero essere usato il termine “patriota”, mentre oggi si tende ad utilizzarlo in modo quanto mai improprio e strumentale.

La lapide quindi è stata scoperta da una bambina di 9 anni di Cossato, Linda Compagnoni, che ha un pro zio partigiano. E’ stata Linda a leggere la motivazione scritta sulla targa e quindi a scoprirla. Ed è sempre stata lei a suonare, con il violino,in conclusione dell’evento,  “Bella Ciao”. Un momento davvero toccante.

Enrico De Maria

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2 Commenti

  1. Siamo un popolo ben strano! .. per oltre 75 anni dimentichiamo un giovane che oggi tutti sosteniamo con convinzione abbia contribuito a creare una Repubblica .. e a commemorarne l’opera è anche la parte inattesa;
    e tutto accade in una Repubblica ormai priva di sovranità (se mai l’ha avuta) .. di conseguenza anche di quei “patrioti” coraggiosi e scaltri, capaci di portar a compimento della azioni coraggiose ed efficaci.

  2. È incredibile che sia stato dimenticato per cosí tanto tempo !!!
    Certo che il nostro Paese é ben strano ed altamente ingrato con i suoi figli migliori…

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