A Biella una lapide ricorderà dal prossimo 25 Aprile la vicenda del partigiano “Evaso”

La commemorazione tenuta da Luciano Guala dell’Anpi

 

Biella – A 76 anni dalla strage di piazza San Cassiano (oggi piazza San Giovanni Bosco), ieri, nel giorno esatto dell’eccidio (22 dicembre 1943) , il sindaco di Biella  Claudio Corradino e Luciano Guala, dell’Anpi di Biella (relatore ufficiale della cerimonia), hanno ricordato quel terribile giorno, proprio nel luogo in cui avvenne la carneficina.

Fucilati dalle SS, morirono un giovane partigiano, Basilio Bianco, cosentino di 19 anni, e cinque altri biellesi innocenti, catturati e messi al muro senza alcuna giustificazione (ma solo poter lanciare un atroce messaggio alla popolazione): il manovale Francesco Sassone, 55 anni, il fattorino della farmacia “Vigliani” Carlo Gardino, 55 anni, l’operaio di Pralungo Norberto Minarolo, 49 anni; quindi Pietro Mosca, 51 anni, e il marinaio venticinquenne Aurelio Mosca, che era in licenza e che era uscito in divisa per comprare il latte per la sua bambina.

Ma, incredibilmente, quel giorno di salvò una settima persona dalla fucilazione: il partigiano diciottenne di Vercelli Alfredo Baraldo (nome di battaglia Ciccio). La vicenda di Baraldo, pur colpito dalle fucilate, ma incredibilmente scampato alla morte, è stata raccontata per molti anni, ma soprattutto negli ultimi due grazie alla pièce creata dal giornalista Marco Barberis.

Quest’ultimo, nel marzo del 1995, aveva intervistato con un registratore Baraldo poco prima della sua morte all’ospedale di Vercelli, e nel 2018 – con quella registrazione e con i contributi vocali di Alessandro Orsi ed Enrico De Maria, e quelli tecnici di Alessandro Ugliotti e Matteo Rastelli – ha prodotto un audiolibro intitolato: “Evaso, il partigiano che beffò la morte”. Perché, una volta curato e messo al riparo dai partigiani, prima di tornare in montagna a combattere “Ciccio” era diventato “Evaso”, cioè sfuggito alla morte. Per inciso, un anno e quattro mesi dopo la fucilazione, Baraldo entrò a Biella  con i partigiani liberatori.

Ieri, il sindaco Corradino ha citato quell’episodio come simbolo dei sacrifici della Resistenza nel Biellese, mentre Guala ha detto che il prossimo 25 Aprile, nel 75° della Liberazione, accanto alla lapide che onora i sei caduti, ne verrà sistemata una seconda che ricorderà la vicenda di “Evaso”.

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