Per gli invalidi del servizio (che sono soprattutto militari, carabinieri, poliziotti, etc) c’è l’ipotesi di una nuova classificazione delle loro invalidità, visto che le tabelle attuali sono ferme al Dpr 834 del 1981, cioè a 40 anni fa e che, come dice la presidente regionale dell’Unms (Unione nazionale mutilati per il servizio) si rifanno addirittura al regio decreto del 1923 che istituì una sorta di risarcimento per coloro che durante la Prima Guerra Mondiale erano rimasti invalidi per aver servizio la Patria. Da quell’atto di svilupparono poi le cosiddette “pensione privilegiate” per quelle persone e per coloro che fino ad oggi hanno continuato a servire lo Stato andando incontro a forme di invalidità anche gravi. Su queste pensione pesa quell’aggettivo “privilegiate” che ha un significato totalmente diverso da quello che purtroppo si intende: sono “privilegiate” solo perché il Re aveva il privilegio di assegnarle.
Sono alcuni degli argomenti trattati ieri mattina al Modo Hotel, che ha ospitato l’annuale convegno interprovinciale del’Unione nazionale mutilati per servizio. Fino a due anni fa, quando il convegno era stato organizzato per l’ultima volta prima del Covid, la sezione interprovinciale comprendeva Vercelli e Biella, ma ora Emanuele Caradonna ha assunto la responsabilità dell’intero Quadrante del Piemonte, visto che si occupa, come presidente, anche di Novara e del Vco.
I convegni che Caradonna organizza sono sempre molto partecipati perché trattato temi di grande importanza a livello nazionale per la categoria: due anni fa si parlò dei danni provocati dall’uranio impoverito e dall’amianto ai militari e fu ospite di Vercelli il riconosciuto “eroe” di questa battaglia, il colonnello Carlo Calcagni.
Sabato, come abbiano detto in premessa, è stato affrontato un argomento pure di grande rilevanza: quello “Ipotesi di una nuva classificazione delle infermità e delle invalidità per la cause di servizio”.
Il rilievo era tale che, oltre alle delegazioni del Quadrante piemontese, ne sono giunte anche dalla Lombardia, dalla Liguria, dalla Valle d’Aosta e dal Veneto. Erano pure presenti, tra gli altri, il nuovo comandante provinciale dei Carabinieri, tenente colonnello Emanuele Caminada, ed il tenente colonnello Christian D’Onghia, del Reggimento Nizza Cavalleria della Brigata Alpina Taurinense. Il Comune era rappresentato dal vice presidente del Consiglio comunale Gianni Marino.
A fare gli onori di casa, oltre al presidente Caradonna, la presidente del Gruppo Regionale del Piemonte, Micaela Allodi, sempre presente agli appuntamenti vercellesi dell’associazione.
Le tematiche del giorno sono state affrontate, con perizia ed in modo molto apprezzato dall’uditorio per la chiarezza espositiva, da due avvocati, Silvana Borelli e Gabriele De Gotzen e da un medico legale, Damiano Donadello, pure loro ben conosciuti dai soci dell’Unione che prendono parte agli appuntamenti vercellesi.
I relatori si sono doverosamente anche fatti la domanda principale: siamo proprio sicuri che queste nuove classificazioni saranno più vantaggiose per la vostra categoria? Ose non convenga sperare in un semplice ritocco, sanando le situazioni più anacronistiche, se non, addirittura, mantenere le cose cos’ come stanno? Con dovizia di esempi, Gli avvocati Borelli e De Gotzen e il dottor Donadello hanno illustrato la situazione.
Al termine delle relazioni sono intervenuti un rappresentante della delegazione veneta, il presidente provinciale di Torino e membro del direttivo nazionale, il generale Vittorio Ghiotto, e il vice presidente nazionale Giordano Ferretti.
Come sempre tutti si sono congratulati con Emanuele Caradonna per la riuscita dell’evento che è stato moderato dal giornalista Enrico De Maria.
Fra i “privilegi” (che, come si dice, non sono privilegi) è ancora vigente, chi l’avrebbe pensato?? .. quanto risale al ..
“regio decreto del 1923 che istituì una sorta di risarcimento per coloro che durante la Prima Guerra Mondiale erano rimasti invalidi per aver servizio la Patria”
.. bisogna avvisare che per riscuotere l’intera prebenda è necessario esser in grado, quale atto simbolico ed obbligatorio, di rinuncia all’uso, di restituire allo Stato la propria personale baionetta.
Riguardo al cancro prodotto dall’uranio impoverito, si tratta di una missione di pace (dato che l’Italia ripudia la guerra) della Nato in uno stato che bombardammo e liberammo pacificamente, fu una missione molto utile per far scoprire a tutti noi dove si trovasse quella impervia regione e soprattutto a farci sapere che si trattava di nostri nemici, avversari della Libertà e della Democrazia. L’uomo che decise la brillante impresa aveva un linguaggio tagliente ed simpatici baffetti ne più ne meno di tanti altri statisti.
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https://www.lindipendente.online/2021/03/29/kosovo-20-anni-dopo-7-600-militari-italiani-malati-a-causa-delluranio-impoverito/