Andrea Conte: “Test negativo per il Covid, ecco ciò che mi è accaduto”

Riceviamo e pubblichiamo

 

Egregio direttore,

 

Onde evitare inutili allarmismi, ho ritenuto corretto pubblicare, solo ora,  l’esito NEGATIVO del tampone rino-faringeo per la diagnosi da infezione COVID-19 al quale mi sono sottoposto.

 

Ricoprendo una carica pubblica, penso sia altresì doveroso, denunciare le mancanze burocratiche che ho vissuto in prima persona.

 

I fatti iniziano il giorno 31/07, nella tarda mattinata di Venerdì vengo raggiunto telefonicamente dal SISP, e dopo aver accertato che il sottoscritto rientrava tra le persone che sono state a stretto contatto con un collega precedentemente risultato positivo al COVID-19 nei giorni 17 e 18 Luglio (a differenza di quanto riportato dal comunicato stampa emanato ai giornali nella stessa data da ASM spa), mi convoca per la mattinata di Lunedì 03/08 per farmi sottoporre al tampone. Fino a tampone avvenuto, non ricevo alcuna indicazione preventiva né dal datore di lavoro né dal SISP. Solo dopo aver seguito i consigli ricevuti dalle gentili e preparate operatrici sanitarie che hanno provveduto ad effettuarmi il tampone, contatto il mio medico di base, il quale mi sottopone ad una quarantena preventiva per 14 giorni, salvo interromperla una volta avuto l’esito negativo dello stesso, il quale, tengo a sottolineare, non ho ancora in mano a causa di cavilli burocratici ma sono a conoscenza del risultato dopo vari colloqui telefonici con l’Asl di Vercelli.

 

I fatti sopra descritti sono volti ad evidenziare la superficialità con la quale è stato trattato un tema delicato come l’emergenza Coronavirus. Perché, se è vero che la forza del virus si sia indebolita, è altrettanto vero che vi siano ancora oggi rigidi protocolli di sicurezza da rispettare. Protocolli il cui rispetto sarà poi valutato grazie alle azioni politiche intraprese, su tutti, il sindacato ispettivo firmato da una buona parte dei colleghi di minoranza, che sicuramente farà luce su molte ombre che oscurano la vicenda.

Concludo, dicendo che riterrei utile che le sigle sindacali non si limitassero solo al comunicato esposto nelle bacheche interne alle sedi della partecipata, ma fossero disposte a fornire una dichiarazione pubblica ufficiale, in modo tale da avere la massima chiarezza sui fatti accaduti.

 

Andrea Conte

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1 commento

  1. Il senso del racconto, di per se da teatro dell’assurdo, cambierebbe ulteriormente, in peggio, se si considerasse una circostanza poco nota perché la tv non ha il tempo per dircela: i test sono molto, molto poco affidabili: vuol dire che a volte si danno per positivi dei negativi e vice versa, inoltre interpretano un fenomeno che s’è evoluto infinite volte e che quindi non c’è più come “presupposto interno” al test medesimo. Sulla scorta di ciò si prendono decisioni anche completamente errate che restringono la sfera di libertà personale degli individui. Capito?

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