Anche il governatore Cirio ad Asigliano per gli 80 anni di Angelo Gilardino

La sindaca Ferraris, Giordana, Gilardino e il governatore Cirio davanti alla torta celebrativa a forma di chitarra (foto Renato Greppi)

Un piccolo paese agricolo di neppure 1500 anime, Asigliano, ha celebrato ieri in un modo impeccabile, con cuore, eleganza ed intelligenza, gli 80 anni (compiuti proprio in quella giornata) del suo figlio più illustre, Angelo Gilardino.

LE PAROLE DEL GOVERNATORE CIRIO

L’ha fatto conferendogli la cittadinanza onoraria, e invitando ad onorare questa vera gloria mondiale (la più importante che abbia oggi la nostra provincia) anche il governatore del Piemonte, Alberto Cirio. E il presidente della Regione ha a sua volta nobilitato l’evento con belle e sentite parole, trovando nobile e commovente l’attaccamento di Gilardino alla sua terra natale. Ha osservato Cirio, dopo aver ascoltato la notevole introduzione della sindaca di Asigliano Carolina Ferraris e rivolgendosi a Gilardino: “Lei è una persona grande anche perché onora questi valori”. E poi si è rifatto a quanto diceva, delle sue Langhe, a proposito di Santo Stefano Belbo, Cesare Pavese, che lì era nato: “E’ bello avere un paese perché avrai sempre un posto dove tornare”. Quindi ha aggiunto, sempre rivolto al festeggiato: “Avere i piedi ben piantati nelle sue radici non significa non riuscire a volare in alto, e lei ha avuto riconoscimenti mondiali, non semplicemente internazionali, mondiali”.

La sindaca Ferraris, Gilardino e Cirio (foto Greppi)

La cosa che ha più colpito, al di là dell’ammirazione e dell’affetto spontanei di Cirio per Gilardino, incontrato per la prima volta, è stato lo stile del governatore del Piemonte. Di solito personalità autorevoli come lui, prendono parte a queste celebrazioni, dicono quattro parole di circostanza e poi salutano. Alberto Cirio ha onorato davvero Gilardino e il paese di Asigliano: è stato sino al termine dell’evento, e, come abbiamo già detto, ha usato parole tutt’altro che scontate per rendere omaggio al grande chitarrista e compositore.

”PER NOVE ANNI MI SONO NUTRITO DI ASIGLIANO”

Gilardino, che aveva ricevuto poco prima della cerimonia pubblica la cittadinanza onoraria dal Consiglio comunale riunito in sessione straordinaria, ha risposto da par suo. Ha citato la frase di un artista famoso, probabilmente, Kandinsky, che aveva detto che la tavolozza dei colori di un pittore si forma nei primi tre anni di vita. E Gilardino – nato all’ospedale di Vercelli il 16 novembre del 1941 – è vissuto ad Asigliano dall’ottavo giorno di vita fino all’età di nove anni, quando poi la famiglia si è trasferita prima a Formigliana e poi a Vercelli, dove tutt’ora il compositore abita, e dove vive anche suo figlio, il quotato pittore Alessandro Gilardino Nicodemi: alla celebrazione asiglianese era infatti presente anche il sindaco del capoluogo Andrea Corsaro.

Ha aggiunto Gilardino: “Per i primi nove anni della mia vita non ho fatto altro che nutrirmi di Asigliano, dei suoni del paese che costellano l’esistenza di ogni giorno: quelli dei venditori di frutta e di verdura, di pollame e di bestiame. Asigliano per me era il mondo dell’immaginazione, ed è stato la fonte permanente di tutto ciò che ho scritto, non solo dell’opera che ho intitolato ‘Concerto di Asigliano’, e che verrà eseguita per la prima volta l’8 dicembre a Roma, ma proprio di tutto quello che ho composto: sono stato artista in quanto asiglianese: oggi voi mi usate la gentilezza di ringraziarmi per non avere mai dimenticato il mio paese, sono io che devo ringraziare voi”.

IL PARTERRE DE ROI DEI CHITARRISTI

Poi è entrata di scena la madre di tutta questa fantastica storia che lega Angelo Gilardino al suo paese: la chitarra. Il mondo delle sei corde era rappresentato a livelli supremi: c’erano alcuni tra i più grandi chitarristi classici di oggi, come Giulio Tampalini e Christian Saggese, e di ieri l’altro, come Marco de Santi e Luigi Biscaldi; c’era il chitarrista e musicologo, e oggi anche sindaco di Aosta, Gianni Nuti, c’era la concertista e didatta Laura Mancini e c’era Filippo Michelangeli, direttore delle riviste musicali Suonare  News e Seicorde.

E sul numero di Seicorde in uscita proprio in questi giorni, in onore degli 80 anni del Maestro, c’è un doppio cd che contiene alcuni dei brani più famosi composti da Gilardino, soprattutto i suoi “Studi di virtuosità e trascendenza”, considerati una pietra miliare della chitarra classica, suonati dai migliori chitarristi del mondo; oltre a Tampalini e Saggese, tra gli altri: Filomena Moretti, Dimitri Illarionov, Ermanno Brignoli, Luigi Attademo, Alberto Mesirca, Andrea Dieci, Maurizio Colonna, Lucio Matarazzo, Frédéric Zigante, Edoardo Dadone, Angelo Marchese, Goran Krivokapic.

Giovanni Martinelli

LA STUPENDA PERFORMANCE DI MARTINELLI

E poi la chitarra “dal vivo”. Uno dei migliori allievi di Luigi Biscaldi al Conservatorio “Cantelli” di Novara, Giovanni Martinelli, ha eseguito uno degli Studi di virtuosità e trascendenza, il numero 32, intitolato “L’Embarquement pour Cythère” dedicato al pittore Antoine Watteau (il titolo dello Studio è quello del suo celeberrimo quadro custodito al Louvre); e un movimento “La toccata” dello Studio numero 24 “Tombeau de Maurive Ravel”. Esecuzione davvero splendida, pienamente intonata all’occasione.

Dalla chitarra…al cinema. Da alcuni anni, auspice appunto la chitarra (di cui il regista è un eccellente esecutore) è nata un’amicizia solida e solare tra Gilardino e Marco Tullio Giordana, autore di opere cinematografiche bellissime come “I cento passi” e “La meglio gioventù”. L’estate scorsa, insieme al regista e fotografo vercellese/biellese Manuele Cecconello, il cineasta lombardo ha realizzato una lunga intervista (oltre sei ore) a Gilardino, nella sua casa di corso Prestinari. In attesa di decidere come utilizzarla, Giordana e Cecconello ne hanno offerto un’anteprima di dieci minuti agli invitati alla cerimonia: il dono che avevano promesso.

IL DONO DI MARCO TULLIO GIORDANA E DI CECCONELLO

Sono stati dieci minuti di pura poesia perché Gilardino, in quello stralcio dell’intervista parla del suo incontro casuale, il 21 aprile 1951 in una sala di concerto di Modena con la grande chitarrista Ida Presti : il piccolo Angelo che non aveva ancora dieci anni, aveva accompagnato il padre, commerciante di cavalli, a Modena. Era sera, il padre era impegnato in una trattativa di lavoro con alcuni agricoltori, e Angelo gli aveva chiesto, ottenendoli, i soldi per andare al cinema. Sul giornale, c’era il titolo di un western che l’aveva incuriosito: ma sbagliando strada, s’era infilato in un teatro dove non c’era nessun film, ma un concerto, cosa che egli non aveva mai visto. E poi arrivò quella donna, bellissima, dai capelli corvini che sembrava una fata del mago di Oz, avvolta in un abito di velluto color acquamarina. Aveva in mano una chitarra, e incominciò a suonare: quella sera, Gilardino scelse la sua strada castanediana.

Marco Tullio Giordana e Manuele Cecconello

Ad assistere alla grande giornata di Gilardino ad Asigliano, che s’era aperta con la consegna dell’onorificenza “per chiara fama, per il valore inestimabile delle sue opere, per l’affetto reciproco. Con immensa gratitudine”, un piccolo grande stuolo di amici e di ammiratori, quanti la sala consiliare e quella allestita apposta al pianterreno, con collegamento audio-video con i piani superiori, potevano contenere stante le norme anti-Covid.

TRA GLI INVITATI IL LUPO BIANCO E IL DOTTOR BARELLI

Ne ricordiamo alcuni: il “Lupo Bianco” Carlo Olmo il medico Cino Barelli, dedicatario del libro di Gilardino su Umberto Ravello (il pittore riscoperto dal musicista vercellese), il pittore Gastone Cecconello, il parroco di Asigliano don Gianfranco Brusa, il presidente degli Amici dei Musei Pier Luigi Pensotti, il segretario della Onlus “Liberi di scegliere” Pino Ferraris, il giornalista Marco Barberis, che era alla Sesia quando Gilardino, dipendente della Manzoni, raccoglieva pubblicità per il giornale diretto da Antonio Tarchetti; l’ex presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Fernando Lombardi, l’attore Roberto Sbaratto (che recita nell’ultimo film di Giordana: Yara, il più visto in questo momento sulla piattaforma Netflix), l’amico di infanzia Antonio Dattrino, con altri asiglianesi che hanno condiviso la scuola e i giochi con il compositore, come Canova e l’eccellente ex calciatore della Pro Peretta.

LA SQUADRA VINCENTE DELLA SINDACA

E poi la “squadra”, la sua magnifica squadra, come l’ha definita la sindaca Ferraris, che ha creato il miracolo di questa giornata che resterà negli annali non solo di Asigliano, ma di tutta la nostra provincia: dal vice sindaco Lillo Bongiovanni, al professor Marcello Bongiolatti.

Anche la torta tagliata simbolicamente dalla sindaca e da Gilardino, raffigurante una grande chitarra con immagini del Maestro, e creata dai maestri pasticceri della Godino, era un capolavoro. 

UNA SERA DAVVERO SPECIALE

Una sera di novembre, quella di ieri, così poco novembrina, in cui “i santi non si mettono in cammino, nella valle tutta nera”, per citare la poesia che al piccolo Angelo, nel libro autobiografico “Io, la chitarra e altri incontri”, torna alla mente mentre, in auto, nel novembre del 1948, sta andando con il padre e l’autista-tuttofare, Secondino, a Novara, a vedere – per la prima volta dal vivo – i suoi campioni del Torino  impegnati con la squadra allora trascinata da Silvio Piola. Sei mesi dopo quel Torino non ci sarà più.

Anche quel giorno, il piccolo Angelo Gilardino fece scattare l’immaginazione: assistette ad una gara tutto sommato mediocre, ma nobilitata da uno scorcio temporale “epico”: una punizione mostruosa del vecchio campione vercellese abbrancata, non solo parata, da Bacigalupo. Lo stadio in tumulto per la prodezza del portiere. E Piola che va a stringergli la mano.

“SONO DIVENTATO ARTISTA IN QUANTO ASIGLIANESE”

Oggi, 73 anni dopo, il “mito” è lui, l’ex bambino le cui radici affondano nella casa del quartiere Villa, sulla riva di un torrente dove, protetto da un copricapo di feltro, egli “immaginava”, incominciando a creare e ad inseguire quelle immagini che stanno al di sopra delle realtà. Quelle immagini ricercate per tutta la la vita, attraverso l’arte, da colui che è diventato artista “in quanto asiglianese”.

Edm

 

 

Ecco una gallery di immagini della giornata con le foto di Renato Greppi

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