Addio a Franco Torchio, storico “dj” di Radio City e cuoco sopraffino

Settantenne, colpito da un improvviso malore, che gli è stato fatale, si è spento Franco Torchio, figura popolarissima a Vercelli. Lascia la compagna Marisa e tanti, tantissimi amici che lo piangono in queste ore con immensa tristezza.

Perché Franco era l’antitesi della tristezza. Figlio degli storici titolari del Bar d’Italia, Cesira e Pierin Torchio, rappresentante di confezioni, era soprattuto conosciuto per le sue straordinarie dati di showman. Tra i precursori dell’”arte” di fare il dj, aveva incominciato appunto a Radio City, ai primordi dell’emittente radiofonica fondata da Mimmo Catricalà in via Duchessa Jolanda 27, facendo parte di quel primissimo gruppo di geniali pionieri che comprendeva, oltre al fondatore, e alla moglia Giulia, la compianta Marina Zamara, i fratelli Carlo ed Enrico Vailati, Claudio Cagnoni, Bruno Marzi e Massimo Melotti.

Fu tra i primi dj ad avere una propria e popolarissima sigla che annunciava il suo arrivo alla consolle (“Franco…Franco…Franco”) e poi, come ricorda il bel libro di Bruno Casalino “Permette, signorina?”, esportò professionalmente la sua bravura di “dj” anche allo “Scotch Club” dell’attuale corso Giovanni Paolo II, successivamente diventato “ Blue Valentine” . Ma Franco, di un’intelligenza e di una simpatia davvero proverbiali, era anche un gourmet nonché un cuoco apprezzatissimo: la sua specialità era la paella, che cucinava spesso alla Pro Vercelli Tennis, a Pontestura, e alle rimpatriate con gli amici della radio.

Con la sua scanzonata allegria, sempre venata da un’affettuosa partecipazione verso il prossimo, ha segnato l’epoca pionieristica delle radio libere, che poi si sono tecnicamente evolute senza mai però mai toccare quei livelli di geniale creatività delle origini.

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1 commento

  1. Ci eravamo rivisti circa un anno fa in pizzeria. Era da tantissimo tempo, una vita direi, che di te non sapevo piu’ nulla. Quella sera, per puro caso, vidi entrare in quella pizzeria alcune persone che avevano fatto parte della mia vita sportiva di “scribacchino” e non solo. Li riconobbi subito i vari Mellone (Melo per tutti), i fratelli Busca, Sarasso, e tanti altri. Lo feci presente a mia moglie e decidemmo, prima di andarcene, di recarci presso il vostro tavolo per salutarvi. Anche gli altri era da parecchio tempo che non li vedevo e per me il tutto aveva il sapore di una vera e propria rimpatriata e che rimpatriata. Tra loro c’eri anche tu, il mio vecchio amico “Tortulon”, come simpaticamente eri soprannominato quando calcavi il parquet della Mazzini nei panni del giocatore di basket. Un’ala dal guizzo fatato e dallo scatto repentino. Un vero e proprio giocoliere del canestro. Io ti avevo conosciuto ancor prima del basket, quando a Radio City ti trasformavi in “dj” e che “dj”, simpatico, pieno di verve, un po’ folle, ma quella follia sana e meravigliosamente bella. Era amico di tutti ed era un piacere averti come…Amico. Quella sera non la dimentichero’ mai. Fu un momento di immensa felicita’. Che bello. Troppo bello. Tanto bello. Con te e Melo il feeling fu immediato, simpatico, immenso. Mi avevi poi invitato al Tennis Pro Vercelli per gustare la tua stupenda paella. Purtroppo per altri impegni non venni e di cio’ mi dispiace alquanto. E adesso apprendo che improvvisamente te ne sei andato per un altro dei tuoi bei viaggi. Un’altra bella avventura amico “Tortulon”. Lassu’ nella Citta’ del Paradiso sicuramente troverai una consolle stupenda, un parquet degno dei tuoi guizzi e tanti amici, perche’ te li meriti gli…amici. Mi hai sempre chiamato “Gianfi” e mi piaceva tanto. Adesso hai deciso di lasciarci e in me questa tua improvvisa partenza mi ha inferto un brutto colpo. Tremendo direi. Mi manchera’ tanto la tua verve, la tua grande simpatia, la tua gran voglia di vivere e di “giocare” con la Vita. Che bello. La tua paella sara’ gustata dai tuoi amici e non solo della Citta’ del Paradiso. Piacera’ un sacco. Ne sono certo. Ciao amico “Tortulon”. Un immenso abbraccio dal tuo amico “Gianfi”. Tanta musica, grandi giocate e piatti insuperabili ti aspettano. Ci farai fare senz’altro bella figura. Ne sono certo AMICO MIO.

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