A tredici mesi dalla scomparsa del fratello Pino e a diciassette da quella dell’altro fratello Giorgio, questa sera all’ospedale “Sant’Andrea” si è spento l’ingegner Enrico Ruffino. Era malato da tempo, ma i familiari e gli amici, soprattutto quelli della famosa panchina di via Cavour, dove Enrico Ruffino trascorreva molti pomeriggi in compagnia dei fratelli e degli amici, hanno sperato fino all’ultimo.
La sua scomparsa sta suscitando immenso cordoglio perché Enrico Ruffino non solo era uno straordinario professionista, serio nel suo lavoro, e molto preparato. Ma era soprattutto una persona buona, che sapeva farsi benvolere. Era spiritoso, scherzoso, intelligente, colto e non saccente. L’amico che tutti avrebbero voluto avere.
Enrico Ruffino aveva 84 anni. Lascia la moglie Laura, i figli Stefano e Marta; le adorate nipoti Mariaelisa e Gaia, il fratello Antonino, avvocato e presidente di VercelliViva, con la sua famiglia, e un vero esercito di persone che hanno pregato fino all’ultimo.
Aveva lavorato come ingegnere capo in quella che un tempo era Usl e poi era diventata Asl fino al 1996, poi per una decina d’anni aveva svolto la libera professione, sempre in ambito ospedaliero.
I funerali saranno celebrati sabato, alle 10,30, nella chiesa di San Cristoforo dove domani, giovedì, alle 18, sarà recitato il Rosario.






Era una Persona di un’educazione ormai rara, ancora piena di moderato entusiasmo, passione e interessi. Lascia un grande vuoto.