Oggi la Bastia di Balocco ha salutato suor Rosalia, la “mamma” degli ultimi

IL saluto di Gian Mario Morello alla zia e “seconda mamma” suo Rosalia. Accanto a lui, la superiora delle Suore di Loreto suor Giovanna Sartori

 

Balocco – Cara suor Rosalia, siamo venuti in tanti oggi a dirti addio (ma per te è solo un “arrivederci”) nella piccola chiesa della Bastia di Balocco, dove tu hai voluto farti salutare dalla gente che ti voleva bene: dal tuo Gian Mario e dalla sua cara famiglia, che adoravi; dalle tue consorelle, le amate figlie di Maria di Loreto (c’era anche la madre generale, suor Giovanna), dalla gente della “tua” Balocco, dalle autorit; tra le tante abbiamo scorto il procuratore della Repubblica Pier Luigi Pianta, il consigliere regionale Alessandro Stecco,  il vice sindaco di Vercelli Massimo Simion, l’ex sindaca di Vercelli Maura Forte, il sindaco di Buronzo Lorenzo Gozzi, la sindaca di Olcenengo Anna Maria Ranghino e ovviamente tutta l’amministrazione comunale di Balocco, stretta attorno al suo sindaco, dai colleghi poliziotti del tuo Gian Mario. E poi, naturalmente, la tua adorata famiglia, la moglie di Gian Mario, Anna, con i figli Edoardo e Valentina e le care Simona, Elena e Silvia.

Molti non sono riusciti ad entrare. La nebbia stava coprendo tutto, ma, all’interno della minuscola chiesa, dedicata a Sant’Antonio Abate, risplendevano le parole scelte da monsignor Giuseppe Cavallone (che ha presieduto la concelebrazione per conto dell’arcivescovo Marco Arnolfo, presente ieri sera all’altrettanto affollatissimo Rosario, nella casa madre delle Suore di Loreto), le parole di Cristo che più si adattavano a te, alla tua vita generosa e frenetica. Queste parole, appunto da Matteo (25,35-44):

“35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Il saluto di suor Giovanna Sartori

Perché tu, suor Rosalia, hai davvero fatto tutto questo: dato da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, ospitato i forestieri, vestito gli ignudi, visitato gli ammalati e i carcerati. L’hai fatto e rifatto anche quando, ormai anziana, ti saresti potuta riposare. Macché, appena tornata dalla tua straordinaria esperienza ad Haiti (e oggi a ricordare quei tre anni e mezzo c’era anche un sacerdote da Milano che era lì con te), sei subito andata in Calabria, un altro anno e mezzo, a badare al altri poveri. E, una volta tornata a Vercelli, eccoti pronta ad accogliere sempre, e sempre con il sorriso, nuovi poveri, del nostro Paese e stranieri. Eri “un terremoto”, come ti ha definita quest’oggi la tua superiora, ma una “terremoto” che sprigionava del Bene, un Bene assoluto.

La salma di suor Rosalia esce dalla chiesa di Sant’Antonio

E per celebrare degnamente questo “terremoto”, quanti sacerdoti: dall’amico cardinale Giuseppe Versaldi, che ti ha impartito la benedizione al Trompone (dicendo a Gian Mario chiaramente che la tua vita è stata una “manifestazione di Dio”), ai celebranti di oggi, con monsignor Cavallone: il parroco di Santhià Stefano Bedello, il parroco di Balocco Paolo Perrone, il parroco di Moncrivello Fiorenzo Vittone, il presidente generale dell’Oftal Paolo Angelino, e quindi don Giovanni Torre, dei Silenziosi Operai della Croce, rappresentati anche dalla suora e medico del Trompone Pierangela Cavallini.

L’ arrivò del feretro al cimitero di Balocco

Ha fatto fatica oggi, il tuo Gian Mario, a citarti in chiesa. Una parola e due lacrime. Tra le cose che è riuscito a dire che ti voleva bene e che, come sindaco di Balocco, ha cercato di fare – nella tua Bastia – le cose che gli avevi chiesto tu.

Sono giorni di infinita tristezza, cara suor Rosalia; se ne sono andate in pochi giorni persone che condividevano con te la qualità più ambita: la bontà, persone come il notaio Giuseppe Torelli, il ciclista Livio Doati, e, proprio mentre eravamo in chiesa a ricordare il tuo, ma anche il nostro caro Andrea Raineri, ecco la notizia della scomparsa dell’ex sindaco Bodo.

In qualche modo tutte queste persone hanno condiviso qualcosa con te. Anch’io ho condiviso con te alcune cose, anchi’io sono stato colpito dalle tue scosse telluriche, ad esempio quando mi dicevi di dare “più spazio, sempre più spazio” sul giornale alla Festa dei Popoli. Ed era impossibile non “obbedirti”.

Una bellissima immagine di suor Rosalia Morello ad Haiti

Oggi, dandoti l’addio (scusa, l’arrivederci), non ho potuto fare a meno di pensare ad un altro funerale con tantissima gente anche fuori dalla chiesa: quello di don Luigi Longhi, nella sua, anzi, nella vostra Aravecchia. Anche lui era un “terremoto” che scuoteva le coscienze e produceva il Bene. In questo momento sono certo che state conversando e che tu, auto-indicandoti, stia dicendo ad alta voce: “Signore, quando io ho fatto tutte queste cose?”.

Sempre, suor Rosalia, sempre.

Edm

(da oggi suo Rosalia Morello riposa nella tomba di famiglia del cimitero di Balocco: l’ultima cosa “terrena” che ha ascoltato, prima di essere inumata, è stato il canto delle sue consorelle dedicato alla Madonna di Loreto)

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