Addio al capitano della Pro Anni ‘60 Luciano Covre: sarà sepolto con la sua maglia numero 4

Covre in un’immagine dal Grande Libro della Pro Vercelli di Casalino-Sala.Tacchini

Domani, sulla bara, i familiari appoggeranno la maglia della Pro con il numero 4, con inciso il suo cognome: Covre. Perché lui, Luciano Covre, morto a 82 anni nella sua Verbania, faceva parte di quella indimenticabile Pro che i più anziani mandano a memori: Branduardi, Picardi, Benassi, Covre, Iussich, Bosetti…

Allora ovviamente, non usava mettere il nome sula maglia. C’era solo il numero, ma qualche mese fa, Luciano Covre aveva manifestato il desiderio all’amico Edo Iussich di possedere una bianca casacca con il 4 (lui giocava libero, anche se ogni tanto si avvicendava nel ruolo di stopper a Iussich),  ma anche con il suo nome. Iussich si è rivolto alla Pro Vercelli che è stata carinissima: in pochi giorni, la maglia era  pronta. ed ora sarò sepolta con lui.

Poco fa la Pro Vercelli ha scritto sul suo sito: “La FC Pro Vercelli 1892 si stringe attorno alla famiglia per la scomparsa a 82 anni di Luciano Covre, Capitano della Bianche Casacche nella seconda metà degli Anno ‘60”,

Nativo di Intra, Luciano Covre era approdato alla Pro Vercelli del presidente Carlo Ranghino nella stagione 1965-66 e, con la bianca casacca ha disputato altre quattro stagioni, totalizzando 120 presenze, con un gol. Della Pro è stato anche capitano, prima di cedere la fascia, quando smise, a Luciano Bosetti. Mentre giocava, lavorava: era dipendente e anche sindacalista alla Chatillon-Montefibre.

Covre finì la sua avventura proprio nella stagione prima quella del gran balzo in C, grazie al doppio spareggio con la Biellese conclusosi con la monetina. In effetti, pure lui festeggiò, anche se purtroppo per pochi giorni, una promozione: quella nella stagione 67/68 (presidente Frola, allenatore Bussi) vanificata a causa della penalizzazione di 4 punti comminata alla squadra per il presunto illecito sportivo combinato con il Gruppo C, che mandò nella categoria superiore l’Astimacobì.

Nel libro delle statistiche, Luciano Covre compare anche con due gol al passivo. Nella stagione ‘68-‘69, la Pro incappò in un arbitraggio disastroso a Canelli e terminò la gara con quattro espulsi, perdendo 5  a 2. Tra gli espulsi, anche il portiere Branduardi: toccò a Covre andare a difendere i pali e il libero, estremo difensore improvvisato, incassò due reti (ma una su rigore).

Nonostante siano passati più di 50 anni, tanti vercellesi lo ricordano e ricorderanno sempre con ammirazione e affetto.

Edm

 

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