Accordo raggiunto tra Regione e sindacati per stabilizzare il personale sanitario con il contratto in scadenza

La Regione Piemonte e le Organizzazioni sindacali hanno sottoscritto oggi l’accordo sui fabbisogni e sulla stabilizzazione del personale sanitario e socio-sanitario.

L’accordo, raggiunto al termine del tavolo permanente insediato il 4 maggio scorso, prevede la stabilizzazione progressiva nel rispetto delle scadenze dei contratti, dei 1.137 operatori delle professioni sanitarie e socio sanitarie (in particolare infermieri, tecnici, Oss e assistenti sociali) in possesso dei requisiti nazionali previsti dal Governo (ovvero aver maturato al 30 giugno 2022 18 mesi di servizio di cui almeno 6 nel periodo Covid). Circa 650 saranno assunti nel 2022 e gli altri aventi diritto nel 2023, in continuità temporale con la scadenza dei contratti attualmente in essere.

Nel bilancio delle aziende sanitarie del Piemonte, inoltre, verranno garantiti dalla Regione 8 milioni di euro di risorse straordinarie per la proroga fino a fine anno dei contratti a tempo determinato del personale sanitario e socio-sanitario in scadenza nel secondo semestre del 2022, ritenuti necessari ai fabbisogni delle aziende sanitarie, ma privi dei requisiti previsti dal Governo per la stabilizzazione, in tutto circa 530 professionalità.

Trovata, infine, anche la copertura per il riconoscimento della retribuzione accessoria del personale relativa all’anno 2021. Altro punto qualificante dell’accordo, l’impegno nella definizione ed applicazione del decreto Calabria, che prevede la possibilità di revisione del limite di spesa per il personale. Fermo restando il rispetto dell’equilibrio economico e finanziario del servizio sanitario regionale, è stato definito un incremento del 2% per il 2022, del 3 % per il 2023 e del 5% per il 2024.

L’accordo è stato sottoscritto dalle organizzazioni sindacali CGIL (Massimo Esposto), CISL FP (Alessandro Bertaina), UIL FPL (Roberto Scassa), FIALS (Daniele Baldinu), FSI USAE (Salvatore Orifici), NURSING UP (Claudio Delli Carri). I rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno evidenziato l’importanza dell’accordo, definito storico. Un passo avanti per dare certezze al personale sanitario che ha dato un contributo fondamentale nella pandemia Covid attraverso la stabilizzazione, la proroga, il riconoscimento del salario accessorio 2021 e l’applicazione del Decreto Calabria. Non un punto di arrivo, ma un punto di partenza per garantire servizi migliori per la Sanità piemontese ed avviare una nuova stagione di assunzioni. Un accordo giunto al termine di un percorso anche complicato, ma che alla fine ha prodotto un esito soddisfacente. Dai sindacati unanime riconoscimento all’impegno del presidente, dell’assessore alla Sanità e della Direzione regionale.

“La politica, dall’emergenza Covid, ha imparato la lezione: non si possono garantire i servizi sanitari ai cittadini senza il personale necessario” ha commentato il Presidente della Regione Alberto Cirio la firma dell’accordo. “Per troppi anni in Piemonte non si è investito nel personale sanitario”, ricorda il presidente della Regione, rimarcando come queste scelte siano pesanti nodi venuti al pettine dall’inizio del 2020 quando gli ospedali e non di meno la medicina del territorio sono stati messi alla durissima prova del Covid. Sono proprio queste premesse e l’inversione di rotta che passa anche attraverso le assunzioni dei precari a far dire da tutte le sigle sindacali del comparto che “l’accordo firmato oggi pone il Piemonte avanti rispetto alla altre regioni, proprio per la consapevolezza dell’importanza del personale e dell’aumento degli organici per garantire una salute migliore ai cittadini”.

“Dobbiamo aumentare il personale, questo è evidente. Basta guardare in che condizioni sono gli ospedali, con i Pronto Soccorso in moltissimi casi affidati ai medici delle cooperative, con medici e infermieri costretti a saltare ferie e riposi”, osserva l’assessore Luigi Icardi, rispondendo indirettamente anche ad alcune recenti esternazioni che hanno suscitato le durissime reazioni dei professionisti della sanità.

Un accordo che complessivamente vale 66 milioni die euro, e proprio sulla questione finanziaria ha dovuto essere ponderato nella trattativa tra Regione e sindacati (con l’inedito epilogo della conferenza congiunta, tra reciproci apprezzamenti). “Governo una Regione che paga 450 milioni di euro all’anno per debiti che abbiamo ereditato dal passato. Io – ha concluso Cirio – debiti nuovi non ne faccio. I soldi si spendono quando li si ha, ma i soldi si possono e si devono anche trovare, basta darsi della priorità. E nell’equilibrio di bilancio della sanità piemontese la priorità è il personale. Non possiamo fare aspettare i cittadini mesi per un esame perché non ci sono medici e infermieri. Non possiamo dare l’assistenza domiciliare se non ci sono gli operatori. Con questo accordo per la prima volta si inverte la rotta. Il Covid ci ha insegnato che sulla sanità non si taglia”.

“Il Piemonte stabilizzerà 656 precari entro l’anno in corso e in totale saranno 1.137 entro il 2023, ennesimo step di un percorso che ha visto molte interlocuzioni anche nella Commissione Sanità e che ci permetterà di cambiare marcia nell’assistenza sanitaria accelerando sulle liste d’attesa” ha puntualizzato Alessandro Stecco, presidente della Commissione Sanità della Regione. “I precari del comparto sanitario che ne avevano i requisiti e che ci hanno sostenuto nell’emergenza Covid – ha rimarcato Stecco – verranno doverosamente stabilizzati. Ci ostacolava in questo percorso la disponibilità di risorse che, di concerto con l’Assessorato, la Regione ha portato all’attenzione del Governo. Per altri 500 che non hanno i requisiti saranno prolungati i contratti fino a fine anno, grazie a un fondo di quasi 8 milioni di euro di risorse straordinarie messe a disposizione dalla Regione, in attesa di ulteriori sviluppi dal Governo. Nello stesso accordo si è anche ratificata la copertura della retribuzione accessoria del personale relativa all’anno 2021”. “La presidenza della Regione con l’assessore alla Sanità – ha concluso Stecco – con questo accordo con i sindacati, oltre al riconoscimento del valore del personale sanitario che ha operato durante la pandemia, permette una accelerazione per lo smaltimento delle liste d’attesa, guardando al potenziamento della medicina territoriale e ponendo nuove garanzie per la salute dei piemontesi, anche in vista di possibili recrudescenze autunnali del virus. Questo deve essere considerato come un punto di partenza, non di arrivo, ma è una vera boccata di ossigeno che testimonia la forte volontà della Regione di collaborare con i rappresentanti dei lavoratori della Sanità, uscendo dalle dinamiche dei tagli visti negli anni precedenti, con una impostazione di crescita e espansione dei dipendenti del Sistema Sanitario Regionale, rimanendo nei limiti dei vincoli di bilancio e di legge”.

 

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2 Commenti

  1. Hanno firmato quasi tutti i sindacati del comparto medico:
    Cgil, Cisl, Uil, Fials, Fsi-Usai e Nursing Up
    Buon segno ??? .. Se per il Piemonte vi sembran tanti 1.137 “stabilizzati” + (?) “circa” (!) 650 che saranno assunti nel 2022 .. a fronte della voragine ormai atavica di disservizi .. direi che gli italiani son rimasti con la scimmia sulla spalla.
    https://thumbs.dreamstime.com/z/immagine-di-una-scimmia-che-mangia-banana-sulla-spalla-del-proprietario-suo-giorno-220722523.jpg

  2. L’ennesima presa in giro!! Io sono entrato a fine febbraio 2021, ho maturato 16 mesi e me la prendo nel…. Forse arrivo a fine 2022 e poi? Mi lasceranno a casa.Entrato in pieno covid. Complimenti per l’accordo, ma dai sindacati in fondo non c’è da aspettarsi di meglio. Siamo in Italia bisogna sempre ricordarselo.

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