È possibile far ridere e commuovere con un argomento come il nazismo? Sì ma è molto difficile: possiamo ricordare “Lui è Tornato” di David Wnendt del 2015 o il capolavoro senza tempo di Charlie Chaplin, “Il Grande Dittatore” del 1940.
Taika Waititi, regista neozelandese conosciuto dal pubblico per il discusso “Thor: Ragnarok” adattando il romanzo “Come Semi d’Autunno” di Christine Leunens, riesce nell’impresa di creare una commedia nera a tratti dolce e a tratti divertente, senza mai risultare demenziale e toccando anche il cuore dello spettatore con momenti profondi.
Si dice che se una parola negativa viene usata in continuazione, perde completamente di efficacia: così inizia e prosegue questo film, ripetendo all’impazzata il saluto al Führer e decontestualizzando tutto il nazismo dalla sua crudeltà con un’ironia pungente e divertente, riuscendo quindi a scherzare di una triste pagina della storia, mostrandola in una chiave dove lo spettatore può riderci su, pur percependo la serietà di ciò che accade.
Il piccolo protagonista Jojo, ossessionato dal partito nazionalsocialista, passa le sue giornate parlando con il suo amico immaginario, una versione molto buffa di Adolf Hitler interpretata dal regista stesso, aspettando di entrare nella Gioventù hitleriana ma l’incidente con una granata lo renderà zoppo precludendogli la possibilità di divenire un soldato. Eseguirà mansioni minori come propaganda o raccolta di cascame per poi tornare a casa e scoprire che sua madre nasconde un’ebrea, vecchia amicizia della sorella defunta di Jojo.
A livello tecnico, Waititi fa spesso uso di campi lunghi, inquadrando gli ambienti ricoperti di bandiere con le svastiche e facendo percepire la solitudine dei personaggi, nonostante il comico radicato nella scena. Il montaggio, escludendo forse una parte centrale più lenta, procede con la giusta dose di ritmo, approfondendo tutti i personaggi in maniera meticolosa nei 108 minuti di pellicola. Waititi stesso, nella sua parte recitativa, non soffre mai di smanie di protagonismo ma entra in scena solo nei momenti giusti, allentando la tensione Con battute esilaranti.
Roman Griffin Davis, il protagonista al suo debutto cinematografico, è convincente, si percepisce il suo spaesamento e la sua volontà di appartenere ad un gruppo più che di essere un nazista ma i due che più stupiscono sono Scarlett Johansson, nel ruolo di una madre dolce ma assente poiché impegnata in una campagna antinazista, e Sam Rockwell, un capitano del partito retrocesso a insegnare la guerra solo alla Gioventù hitleriana poiché cieco ad un occhio.
Nessun personaggio, ad esclusione della Gestapo e della presenza perenne ma mai fisica del vero Hitler, è percepito realmente come cattivo, nonostante la fazione. Sam Rockwell su tutti, capace di divertire e commuovere, ricordando un’altra incredibile performance, quella in “Tre Manifesti a Ebbing, Missouri”.
JojoRabbit è un film da vedere, sia per ricordare una terribile pagina della storia ma esorcizzandola con una risata, sia perché è anche candidato a ben 6 Oscar tra cui quello per il miglior film.
Emanuele Olmo
Il film è in visione al Movie Planet di Borgo Vercelli