C’è molta attesa per la prima puntata di “…Infin che il mar fu sovra noi richiuso”, che si potrà gustare a partire da domani, alle 21, sul canale dedicato di YouTube, collegandosi anche sulla pagina Facebook del sito “Città di Vercelli”. Si tratta del primo dei tre raffinati e accuratissimi lavori ideati dall’attore e regista professionista Federico Grassi per celebrare i 700 anni dalla scomparsa di Dante. Il tutto per il Comune, in collaborazione con la Fondazione Museo Francesco Borgogna, la Fondazione Istituto di Belle Arti Museo Leone e l’Associazione Culturale Ananke Teatro, fondata e diretta dallo stesso Grassi.

Il regista e attore vercellese ha portato a termine il trittico avvalendosi della collaborazione musicale del giovane e talentuosissimo vercellese Umberto Capaldi, che ha composto le musiche originali, e, come referente della filologia dantesca, l’amico docente, regista teatrale e scrittore Antonio Luca Cuddè. E quindi, dell’indispensabile apporto tecnico per le riprese e la regia video di Paolo Ignetti, Massimo Fonsatti e Mario Carnaghi. Ma soprattutto, “…Infin che il mar su sovra noi richiuso” si avvale della presenza “in scena” dello scrittore e giornalista Paolo Pomati che, sia dal teatro Civico (nella prima puntata del trittico), sia successivamente, nei prossimi due venerdì, dal Museo Leone (canto del Conte Ugolino) e dal Museo Borgogna (canto di Paolo e Francesca), illustra con grande competenza e agilità espositiva sia la storia delle località che ospitano gli eventi sia i canti stessi. Una chicca in più per rendere le tre “cartoline” vercellesi che Grassi si è imposto di costruire al meglio sempre più preziose.
Prima tappa, dunque, venerdì sera. Pomati presenta e Grassi recita (da par suo) il XXVI canto dell’Inferno, a partire dalla terzina numero 85, la celeberrima “Lo maggior corno de la fiamma antica”, fino al verso che chiude il Canto dei consiglieri fraudolenti, collocati nell’ottava bolgia, e che dà il titolo all’opera completa: “…Infin che ‘l mar fu sovra noi richiuso”. Non perdetevi questa prima, pregiata “cartolina”.





