Veleni all’Asl: chieste condanne di 2 anni e 4 mesi per tutti gli imputati

Due anni e 4 mesi per ognuno degli imputati: è la richiesta di condannata formulata oggi, in Tribunale a Vercelli, dai pubblici ministeri Davide Pretti e Francesco Alvino, nel dibattimento in cui sono imputati il medico oncoematologo Alberto Sant’Agostino, che ai tempi dei fatti contestati era in servizio all’ospedale Sant’Andrea di Vercelli e difeso dagli avvocati Andrea Corsaro e Aldo Casalini, Giuliano Formica, ex colonnello della Guardia di Finanza, difeso dall’avvocato Renzo Inghilleri che difende anche Antonietta Barbieri, funzionaria dell’Asl.

 

Le accuse sono di diffamazione e calunnia, relativamente ai contenuti di alcune lettere che finirono alla Procura di Vercelli, a quella generale di Torino e all’Assessorato alla sanità della Regione, con contenuti ritenuti lesivi per l’allora direttore dell’Asl di Vercelli Federico Gallo, difeso dall’avvocato Roberto Scheda, costituito parte civile insieme al primario di ginecologia del Sant’Andrea di Vercelli, Nicoletta Vendola, difesa dall’avvocato Riccardo Gussoni e a suo marito Andrea Adessi, anche lui parte civile e difeso dall’avocato Roberto Cota.

 

Dopo due anni di processo, venti udienze e decine di testi sfilati nelle aule del Tribunale, l’accusa e le parti civili hanno presentato le rispettive conclusioni al giudice Valeria Rey.

Per la Procura non vi sarebbero dubbi su chi siano gli autori del testo anonimo – individuati attraverso una serie di indagini, intercettazioni ambientali e analisi tecniche di computer e posta elettronica – e nemmeno sulla corresponsabilità dei tre imputati.

In aula, dopo che è stato ripercorso lo svolgimento del dibattimento, sono stati letti i contenuti di intercettazioni e scambi di mail avvenuti tra gli imputati. “Gli imputati sapevano che le accuse erano calunniose e false – ha rilevato il Pm Alvino -, ma speravano che l’anonimato avrebbe garantito loro l’impunità”.

I legali di parte civile: Roberto Cota , Riccardo Gussoni e Roberto Scheda, hanno poi sviluppato le conclusioni relative alle parti della lettera in cui i rispettivi clienti venivano chiamati in causa. Tutti hanno concordato nel chiedere la condanna degli imputati presentando anche richieste di risarcimento danni per 50mila euro a testa, nel caso di Vendola e Adessi, e 80mila euro (per Gallo). Tutte le parti civili hanno lamentato il danno di immagine vissuto a causa della lettera esposto e del seguente processo nel quale sono stati passati al setaccio anni di sanità vercellese.

 

Dopo la richiesta da parte dell’accusa l’udienza si è chiusa. Nella prossima udienza sarà la volta della difesa, con gli avvicati Renzo Inghilleri, Andrea Corsaro e Aldo Casalini (per Santagostino),  presentare le loro controdeduzioni. Poi gli atti passeranno all’esame del giudice per la pronuncia che chiuderà il procedimento, almeno in primo grado.

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