Va alla tedesca Christiane Rudolph il premio Elvo Tempia

Si chiama Christiane Rudolph, è una ricercatrice ed epidemiologa tedesca. È lei la vincitrice del premio Elvo Tempia, uno dei riconoscimenti consegnati in occasione della cerimonia del premio Enrico Anglesio, che la Fondazione Moroni di Torino ha istituito da ormai quindici anni per commemorare il noto medico piemontese, scomparso nel 2003 e padre di uno dei primi registri tumori dell’Europa del Sud e pioniere di oncologia e chemioterapia in Italia.

La Fondazione Tempia è per la prima volta partner di questo evento scientifico internazionale, dedicato ai ricercatori nel campo dell’epidemiologia. «Abbiamo colto l’occasione – dice la presidente Viola Erdini, che insieme al direttore generale Pietro Presti ha partecipato alla cerimonia virtuale di mercoledì 18 – per commemorare anche in questo modo i cento anni dalla nascita di mio nonno Elvo Tempia».

La vincitrice del premio, destinato al più giovane tra i cinque migliori classificati, arriva dall’università di Lubecca e ha presentato uno studio sulla sopravvivenza per il tumore al seno nelle regioni di confine tra Germania e Danimarca.

Il riconoscimento dedicato a Enrico Anglesio viene assegnato dal 2006 e intende premiare il lavoro di un giovane ricercatore nel campo dell’epidemiologia dei tumori. Fino al 2016 veniva assegnato in due round, uno durante la riunione annuale dell’Iacr (l’associazione internazionale dei registri tumori) e l’altro durante quella del Grell, il gruppo per l’epidemiologia e i registri tumori dei paesi di lingua latina di cui Anglesio fu il primo presidente.

Dall’edizione 2017 il premio è unificato ma si sono aggiunti, per volontà dei promotori, altri riconoscimenti supplementari con l’obiettivo di stimolare l’attività dei giovani scienziati in questo importante ambito del contrasto al cancro. Il premio principale è stato vinto da Diana R. Withrow, del National Cancer Institute di Bethesda, negli Stati Uniti.

Un ulteriore riconoscimento, dedicato a Sharon Whelan, che fu a capo dell’unità di epidemiologia descrittiva dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione, è stato assegnato a Wilmer A. Tarupi, ecuadoriano dell’università di Quito, giudicato miglior scienziato tra i concorrenti provenienti da un Paese a reddito medio-basso.

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