Urina contro i muri della Questura e aggredisce i poliziotti: donna di 48 anni condannata a 4 mesi

Ubriaca e trovata dagli agenti di polizia mentre urinava sui muri della Questura, una donna, di origine lettone, ha iniziato a dare in escandescenze e aggredire i poliziotti quando questi si sono avvicinati. La cosa è degenerata fino all’arresto della donna condannata poi a 4 mesi con la condizionale.

Tutto è successo nella serata di domenica scorsa, 1 ottobre 2023. Un equipaggio dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Vercelli, durante il servizio di controllo del territorio, mentre transitava in corso De Gregori, ha notato un uomo intento a nascondere con il proprio corpo una donna che espletava i propri bisogni fisiologici sulle mura perimetrali della Questura.
La donna, alla vista degli agenti, ha tentato di fuggire ma è stata subito intercettata. Alla richiesta di esibire un documento di riconoscimento, si è rifiutata di fornire le proprie generalità in compenso ha iniziato a ad inveire contro i poliziotti. Gli operatori della Squadra Volante l’hanno così invitata a seguirli presso gli Uffici della Questura, per identificarla, ma la donna, in forte stato di agitazione e di alterazione psico-fisica dovuta all’assunzione di sostanze alcoliche, si è ancora rifiutata. Ha proseguito a opporre resistenza fisica insultando i poliziotti.
Accompagnata con qualche fatica in Questura, lei ha proseguito nella sua condotta antisociale, aggredendo fisicamente un operatore, in seguito refertato con 4 giorni di prognosi, e cercando di mordere gli altri per oi mettersi a sputare nella loro direzione.
Al termine degli accertamenti, la donna, una quarantottenne di origine lettone, è stata così arrestata per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate, ed è stata anche deferita in stato di libertà per il rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità personale e segnalata all’Autorità amministrativa per ubriachezza.
La mattina del 2 ottobre, a seguito del processo tenutosi con giudizio direttissimo, la donna è stata poi condannata a 4 mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena.