Unicef “incorona” il Sant’Andrea di Vercelli come “Ospedale amico dei bambini”

(foto Greppi)

Riconoscimento di prestigio per l’Ospedale Sant’Andrea di Vercelli, che in questi giorni ha ricevuto da Unicef la notizia ufficiale dell’investitura a “Ospedale amico dei bambini”; il polo ospedaliero vercellese è il 31esimo su 440 strutture analoghe presenti sul territorio nazionale e, particolare che inorgoglisce ancora di più, è stato l’unico nosocomio italiano ad aver conseguito questo titolo da quando è scoppiata la pandemia Covid. Un risultato che conferma e rafforza la bontà del lavoro portato avanti dal personale sanitario coinvolto, nonostante una situazione di estrema emergenza e particolarmente difficile da gestire.

(foto Greppi)

“Per poter ottenere questo riconoscimento – osserva Eva Colombo, Direttore Generale di Asl Vercelli – il nostro Ospedale ha dovuto seguire un iter piuttosto articolato, tutta una serie di procedure, un adeguato corso di formazione e una verifica finale volta a stabilire se gli operatori avessero assimilato le procedure utili a fornire una corretta assistenza alle mamme. Quello che si vuole perseguire con questa iniziativa è che le mamme possano decidere di partorire presso la nostra struttura, avendo la garanzia di quell’assistenza e quelle attenzioni tanto importanti in questo particolare momento della vita”.

Per Vercelli, il Progetto Unicef è partito da lontano, precisamente nel 2015, ed è diventato ufficialmente operativo nel 2017: un lungo percorso diviso in tre fasi ben distinte fra loro. “Il progetto – spiega il dottor Gianluca Cosi, primario del reparto di Pediatria – si articola in tre fasi di valutazione: la prima in cui bisogna dimostrare di aver seguito le necessarie procedure tramite cui gli operatori addetti possano fornire gli adeguati standard di qualità richiesti da Unicef; a un anno e mezzo di distanza, la seconda fase in cui Unicef viene in ospedale e sta insieme agli operatori, per valutare sul campo se in effetti venga messo in pratica quanto in teoria l’ospedale si è impegnato a fare. La terza fase, che rispetto alla seconda ha richiesto tempistiche più lunghe a causa della pandemia, è stata forse la più difficile: gli esaminatori Unicef ritornano in campo e questa volta si rivolgono non più agli operatori ma alle mamme, guardando come accudiscono i bambini e verificando in questo modo se abbiano ricevuto la corretta assistenza da parte degli operatori. Questa fase si è svolta nel mese di novembre 2021, è stata superata brillantemente ma i risultati ci sono stati comunicati solo nei giorni scorsi, a causa dei tempi tecnici necessari a Unicef per verificare con attenzione tutti i dati raccolti”.

In sintesi, il progetto coinvolge tutta una serie di strutture ospedaliere (una ventina circa) come pediatria, ostetricia, nido, anestesia, pronto soccorso ed extra ospedaliere come farmacie e consultori, necessari per il percorso post-parto. Un gruppo di lavoro che recentemente si è arricchito anche della figura del mediatore culturale, preziosissima in una società sempre più multietnica, dove molte delle neo mamme sono di origine non italiana. “A Vercelli, come nel resto del territorio italiano – prosegue il dottor Cosi – le percentuali dei neonati da genitori di lingua madre non italiana si attesta intorno al 40%: noi abbiamo la fortuna di aver potuto inserire nel nostro gruppo un mediatore culturale di lingua araba, che ci ha permesso di trasmettere in maniera efficace e corretta le procedure di assistenza anche a queste mamme e ai loro bambini”.

 

 

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

1 commento

  1. “Ospedale amico dei bambini” (e soprattutto delle mamme che dovrebbero aver percepito “la differenza”)
    .. MA nemico a Roma .. che ne vuol fare un altro (di Hs) ripudiando non il personale che vi lavora (tanto meno ora che ha ricevuto il premio Unicef), ma (è l’altra accezione di ospedale) “i muri” .. ormai obsoleti (dicono gli scienziati).
    https://tgvercelli.it/vercelli-arrivo-155-milioni-roma-rifare-completamente-lospedale-santandrea/
    Speriamo che il MinCult, ora sotto “la guida” di Franceschini. non dichiari mai obsoleta anche la Basilica di S.Andrea: in molti se n’erano affezionati e ormai preferiscono tenersela così com’è.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here