In un ristorante cinese di Caresanablot è partita l’avventura del film “Lupo Bianco”

Anni ‘80. Uno studente del Liceo Classico, passeggiando per il centro di Vercelli, in corso Libertà, è attratto dalle lanterne del ristorante cinese “Pechino”, che si trova all’interno dell’ex Ruota d’Oro. Quello studente, non ancora diciottenne, ha una storia personale che potrebbe essere stata pensata da Dickens: è nato a Lecco e fino a sette anni è stato in un orfanotrofio di Mantova, dove ha subito angherie di ogni genere. Ma è stato forte, non si è mai arreso alla crudezza del destino che sembrava accanirsi contro di lui.

Finché, appunto come avrebbe scritto Dickens, quando appunto aveva sette anni, due vercellesi, stimati e facoltosi, Paola e Piero, vanno a cercare proprio lì, in quell’orfanotrofio, un bambino da adottare. E scelgono lui. Quel bambino, che si chiama Carlo, diventa Carlo Olmo, figlio di uno degli avvocati più noti e stimati di Vercelli.

Ed ecco, Carlo Olmo, di fronte a quel ristorante cinese, qualche anno dopo. Forse lo attirano le lanterne, forse gli aromi della cucina. Ma è probabile che lo attiri una “chiamata”, quella che, almeno una volta nella vita, ciascuno di noi avverte e alla quale non sempre si risponde. Ma Carlo non la ignora. Non solo prende a frequentare il “Pechino” sempre più assiduamente, come cliente, ma fa amicizia con l’aiuto cuoco Jin, e, per stare sempre più spesso con lui, quando è libero dagli impegni scolastici, chiede il permesso a papà e mamma di andare a servire a tavola al “Pechino”.

Nelle pause dell’attività, l’aiuto cuoco gli illustra le arti marziali (di cui è esperto), ma anche la filosofia orientale. Gli dà consigli sul come praticare il kung fu e sui testi da approfondire per addentrarsi sempre più nella cultura e nelle tradizioni cinesi e indiane. Il giovane Carlo impara e, parecchi anni dopo, metterà a frutto tutti quegli insegnamenti, aprendo a Vercelliuna scuola di arti marziali, la Shen Qi Kwoon Tai, oggi tra le più frequentate (e apprezzate) in Piemonte, e poi diventando quel Lupo Bianco, ammirato nella sua città adottiva e nel resto del Paese.

L’attore Shi Yang Shi con Angela Oliviero e Carlo Olmo

E non è quindi un caso che proprio oggi il primo ciak del film “Lupo Bianco”, prodotto dalla CinemaStudio di Antonio Chiaramonte e diretto da Tony Gangitano (con attori del calibro di Sebastiano Somma e Remo Girone), sia stato dato proprio in un ristorante cinese per girare la storia di Carlo Olmo da ragazzo (interpretato da Gabriele Scopel) e del suo primo “maestro”, l’aiuto cuoco Jin, interpretato dall’attore e mediatore culturale cinese Shi Yang Shi, che, in questi giorni è stato “formato” da Olmo – per svolgere adeguatamente il ruolo – alla Shen Qi Kwoon Tai.

Solo che, non essendoci più il “Pechino”, Gangitano ha optato di girare la piccola-grande storia che sta alla base di tutto il miracolo del Lupo Bianco in un ristorante cinese di Caresanablot, che si chiama WiK Jin Long.

Questa mattina, la troupe (una cinquantina di persone alloggiate al Modo Hotel) si è messa in azione di buon’ora e un Olmo davvero commosso ha potuto assistere al primo atto del film che lo consacrerà a livello nazionale (visto che tra l’altro è gia stato prenotato dal Miur per essere mostrato a circa 4 milioni di studenti delle medie e delle superiori, all’inizio del prossimo anno scolastico) e internazionale.

Per Vercelli, un evento di enorme risonanza, che accenderà ulteriormente i fari dell’attenzione generale sulla nostra città.

Edm

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