Un pubblico riconoscimento per i pakistani che hanno sventato il furto e un convegno in cui si parli di loro

Un’immagine scattata qualche tempo fa dei pakistani richiedenti asilo

Ha ragione Paolo Lizzi, della Comunità di Sant’Egidio: i migranti pakistani che hanno sventato e segnalato il tentato furto alla Baracchetta di piazza Mazzini andrebbero premiati. E aggiungiamo noi: in Consiglio comunale, prima della prossima seduta, per alto senso civico.

Ed in ogni caso, andrebbe finalmente trovata una sistemazione provvisoria affinché non stazionino all’aperto in piazza Mazzini: nel loro interesse (sono esseri umani che cercano aiuto) e per il decoro della nostra città (“d’arte e cultura”) che trent’anni fa accolse i giovani profughi che fuggivano dalla guerra civile in Ruanda, con trasporto, generosità e amore.

E in attesa che tutto ciò avvenga e che i pakistani non siano costretti a cercare continue soluzioni precarie per  trascorrere la notte, sarebbe secondo noi indispensabile che qualcuno (la stessa Sant’Egidio, la Caritas, la Curia…) organizzassero una giornata di dibattito perché finalmente questo annoso problema venga discusso alla luce del sole, con i cittadini. Forse, in un appuntamento del genere potrebbero essere prospettate soluzioni cui nessuno poteva aver pensato. Conosciamo la sensibilità dell’arcivescovo Arnolfo e contiamo su di lui perché questa proposta, che ci permettiamo di suggerire, venga concretata.

Sinora i migranti pakistani sono stati e sono aiutati oltre che da Sant’Egidio, da Caritas, e Croce Rossa da un piccolo esercito di volontari: tra i tanti citiamo l’insegnante in pensione Daniela Carlone, che ha anche scritto un libro su di loro, da un giovane del Gambia, Cham Modou, che lavora in una Comunità di accoglienza di Prarolo; da Paolo Ambrosini e da un altro filantropo assai conosciuto, Carlo Olmo, quindi da Claudio Fecchio e dai volontari che ruotano accanto a lui. Altri  stanno aiutando: il convegno che auspichiamo porterebbe alla luce il ruolo di altre persone ed esplorerebbe vie forse sinora non considerate per la soluzione del problema.

Edm

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9 Commenti

  1. Purtroppo questo meraviglioso episodio non da una descrizione esatta del mondo e del Pakistan, come di qualsiasi stato. Diamo pure un riconoscimento a quelle persone, anche a 4 o 5 di loro. Facciamo un convegno e magari istituiamo un corso di studio all’università, meglio se in una facoltà di Sociologia
    Al contrario non diamo troppa importanza a notizie come questa (e il fenomeno dell’immigrazione non c”entra):

    http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/articolo.jsp?id=10761

  2. Fa piacere sapere che finalmente l’opinione pubblica sta prendendo in considerazione il problema di questi ragazzi, finalizzato a trovare una sistemazione idonea

  3. La verità è che il mondo è paese
    Le persone non vanno valutate in base a nazionalità o colore della pelle
    Come in ogni posto, ci sono persone buone e persone cattive. Al prossimo bisogna sempre tendere la mano e aiutarli per quanto ci è possibile come insegna anche il cristianesimo. Non sai mai se stai aiutando qualcuno di buono o cattivo.
    Queste persone, Pakistani o no, hanno fatto davvero un bel gesto. Si sono rivelate coraggiose e oneste. Poi, se il fatto di essere Pakistani fa ricredere un po’ i razzisti, beh anche meglio.

  4. Non è decoroso per il nostro paese avere persone che dormono per terra. Che siano esse italiane, pakistane o di qualsiasi provenienza. Chi deve agire lo faccia. Presto.

  5. Il gesto di generosità delle persone che vivono precariamente in Piazza Mazzini ha contribuito a creare sensibilità nei confronti della loro condizione. Però è necessario evitare di insinuare il principio, abbastanza strampalato, che i diritti vadano meritati È un concetto che non dovrebbe appartenere alle comunità che si ispirano ai valori del nostro Stato.

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