Trino Futura: “Per la casa di Riposo la soluzione degli incontri dopo aver fatto i tamponi è una tantum, e per il futuro?”

Riceviamo e pubblichiamo

 

 

 

Mentre si cerca, nonostante tutto, di vestire a festa questo tempo di Avvento e ci si prepara al Natale, pesa ancora di più la difficilissima realtà di solitudine degli anziani nella nostra casa di riposo.

Bisogna fare qualcosa.

 

Avevamo chiesto una decina di giorni fa al CdA l’allestimento di una “stanza degli abbracci” copiando quanto avviene già  in molte realtà ma la proposta non è stata accolta.

 

L’alternativa proposta dal Comune ci è parsa interessante e anche in linea con le direttive ministeriali che propongono, in alternativa alla prima soluzione, un incontro tra ospiti e parenti previo tampone rapido di questi ultimi. L’operazione, che pare sia in corso di organizzazione, si concretizzerebbe grazie ai fondi raccolti durante il primo lockdown e a nuovi fondi messi a disposizione da alcuni benefattori per sostenere le spese di sanificazione. Siamo sicuri che sarà il regalo più bello di questo Natale sia per gli ospiti sia per le loro famiglie.

 

Ma passato il Natale, il problema si ripropone il giorno dopo.

L’anzianità è una fase della vita che porta con sé molta solitudine e il rapporto con le persone care diventa vitale nel vero senso della parola. Occorre, quindi, organizzare qualcosa per rendere meno dura questa condizione fin dal giorno dopo Natale. Se davvero non si intende percorrere la strada della camera degli abbracci, o in attesa che ci si ripensi, senza inventare chissà quali artifici, proponiamo almeno di far incontrare ospiti e parenti attraverso le porte finestre del terrazzo. Non sarà facile parlarsi direttamente dai vetri, ma già vedersi sarà bellissimo.

 

Resta il problema degli allettati; per loro si potrebbe valutare una visita dei parenti previa vestizione anticovid ma attendiamo fiduciosi soluzioni dal CdA che siamo in procinto di incontrare.

 

Parallelamente riteniamo sia importante rendere strutturale un’attività di fisioterapia e di terapia occupazionale per poter alleviare quei dolori che non sono solo fisici ma anche psicologici. Perché non c’è nulla di più terribile del sentirsi abbandonati. E questi dolori non possono essere alleviati neppure dagli enormi forzi del personale che ha lavorato in condizioni durissime e al quale va il plauso dell’intera comunità.

 

Il gruppo consigliare “Trino futura”

 

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