«Ragazzi oggi soffia il garbino, la vedo dura». È così che al mattino Andrea dà il buongiorno a un gruppo di assonnati giornalisti che nella sala dell’hotel Serena di Viserbella stanno facendo colazione. Il garbino, per chi non lo sapesse, è il termine che usano sulla riviera romagnola per indicare il libeccio, di cui una delle ipotesi etimologiche significa “portatore di pioggia”. L’Andrea in questione invece è Andrea Manusia, uno dei principali artefici della promozione ciclo-turistica dell’Emilia Romagna.
Per lui questo è un periodo di grande fermento poiché assieme ai colleghi Roberto Feroli e Nicholas Montemaggi ha preso in mano le redini dell’Ufficio Stampa Grand Départ Tour de France. Infatti il gruppo di giornalisti sta aspettando le sue indicazioni per uscire in bicicletta e andare a pedalare laddove sabato 29 giugno passerà la prima tappa della Grande Boucle: la Firenze-Rimini di 205 km che scalerà ben sette colli: i Tre Faggi, le Forche, lo Spinello, il Barbotto (questo familiare a chi partecipa alla granfondo Nove Colli), San Leo, Montemaggio e San Marino. Mica male come esordio della più celebre corsa a tappe che quest’anno festeggia l’edizione numero 111.

Per la prima volta nella sua ultracentenaria storia il Tour de France partirà dall’Italia. Lo si sapeva già da tempo, da quando cioè Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, e Davide Cassani, presidente di APT Servizi, hanno avuto risposta positiva alla loro apparente folle richiesta. Un’idea balenata in testa dopo l’organizzazione record del Mondiale di Imola, messo in piedi nel 2020, anno della pandemia, in soli due mesi.
«Abbiamo portato più volte il Giro d’Italia, abbiamo creato un Mondiale dal nulla. Perché non provarci con il Tour?» ci ha spiegato Cassani che è stato nell’ordine corridore professionista, commentatore RAI per diciotto anni (tornato a maggio a raccontare il Giro dopo qualche anno di assenza), commissario tecnico della Nazionale e, appunto, presidente dell’Ente di Promozione del Turismo della sua Regione che non di solo ciclismo vive.
«Cè il Gran Premio di Formula Uno, c’è il Motomondiale, c’è il calcio, c’è il basket, c’è la pallavolo, c’è il Triathlon di Cervia e tanto altro ancora», sebbene quello con il ciclismo per Davide è un filo mai interrotto: «mi reputo una persona fortunata, ho sempre dato tutto me stesso in ogni fase della mia vita che ho vissuto e in ogni ruolo che ho ricoperto. Credo mi aiuti il fatto che vado ancora in bicicletta», ci dice con la sua inconfondibile erre arrotata che l’ha reso famoso tanto quanto la voce profonda di Bruno Pizzul o quella cavernosa con eloquio forbito di Sandro Ciotti.

Così i giornalisti italiani – anche se spesso qui sono ospiti quelli stranieri provenienti da ogni parte del mondo – sono pronti per il press trip. Professionalmente un giro per testare le strade dove si daranno battaglia i campioni, le cui gesta poi dovranno essere cantate sulle varie testate, ma se la si vuole vedere da un altro lato, più goliardico, una scampagnata per conoscere le bellezze del territorio e degustarne le prelibatezze: la regina piadina, i salumi, i formaggi, i vini e via dicendo. Anche quelle avranno diritto di cronaca.

Alla partenza dal mare il sole scalda come a giugno inoltrato, dopo una primavera che definire folle è poco. Al primo cavalcavia però ecco i primi contrattempi: un cambio che fa i capricci, un perno passante che balla. Così la prima sosta forzata è a Santarcangelo di Romagna, patria di Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore dell’Amarcord di Fellini. Ma ai giornalisti non serve rammentare le gesta di Titta o della Gradisca. Serve un buon meccanico. Il riminese Manusia sa dov’è e in men che non si dica rimette tutta la scalcagnata truppa in strada.
Solo che è già stata accumulata più di mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia, per cui bisogna fare una deviazione e tagliare il percorso. Non si sale più da San Leo ma si punta dritti verso San Marino dove il gruppo è atteso dall’assessore al Turismo. Una fermata prima a Verucchio ci sta, non fosse che per visitare la rocca malatestiana, raggiunta dopo una rampa al 18% sui ciottoli, teatro di alcune riprese che dovranno fare i videomaker al seguito per il video promozionale. Lo monteranno a tempo di record la notte medesima.

Il versante per arrivare a San Marino non è dei più semplici, ma lì ci passeranno i corridori, ragione per cui i giornalisti tornano bambini e si immaginano in mezzo al “peloton” a sbuffare e a stantuffare sui pedali come i vari Pogacar, Vingegaard, Van Aert e Van der Poel. Solo che a preoccupare oggi non è tanto la salita, quanto le sinistre nuvole grigie che abbracciano il Monte Titano celandolo allo sguardo. Maledizione, quella vecchia volpe di Andrea ci aveva proprio azzeccato col garbino.
E difatti lungo l’ascesa a San Marino, coi ciclisti sparpagliati, arriva puntuale l’acquazzone che non solo inzuppa biciclette e vestiti, ma causa un sensibile crollo termico a cui sono tutti impreparati, essendosi vestiti con divise estive. Dopo essersi rifocillati alla Loggia con nutrienti crescioni e fatte due chiacchiere con l’assessore al Turismo, che dice quanto la sua piccola nazione si stia preparando per il giorno del Tour e che spera non si ripeta la pioggia di quel momento, i giornalisti sono pronti a ripartire. Mica tanto felici per via del freddo e dell’acqua.
Andrea scruta l’orizzonte e indica di seguirlo: «Buttiamoci verso quelle nuvole, secondo me non la prendiamo di nuovo». Seconda previsione azzeccata, infatti si arriva all’Agriturismo Germolio belli asciutti e affamati. Lì trovano un gruppo variegato di cicloturisti, soprattutto canadesi e americani, guidati dal proprietario del Bike Hotel Dory di Riccione, famoso perché ha partecipato a una puntata di Quattro Hotel con Bruno Barbieri e pioniere dei Bike Hotel in Romagna. Potrebbe dirci che lui è stato il primo, ma molto umilmente afferma essere stato il secondo perché il primo era tal Del Vecchio di Villamarina di Cesenatico.

Il Germolio è un esempio fulgido di attività che ha beneficiato del turismo in bicicletta. «Per noi questo periodo equivale al Ferragosto della Riviera». A testimonianza di come la bicicletta, se abilmente sfruttata, possa diventare fonte di introiti per chi lavora sul territorio. Offre un olio da leccarsi i baffi, verdure fresche e in vasetto, salumi e formaggi di fossa, piadine, torte. Tutto naturalmente di produzione propria e accompagnato da buoni vini e dal caffè finale, preparato direttamente nella moka.
Il giro è finito, si rientra in hotel. Due ore di libertà e alle 18 ritrovo all’Oxygen perché arriva Davide Cassani, il quale si mette a disposizione di microfoni, rispondendo a domande ufficiali e a domande più informali, vale a dire quelle che i giornalisti sembra facciano così tanto per fare, ma che in realtà sono quelle che si sono preparati fin dal principio.

Cassani non si sottrae e racconta per filo e per segno come ha portato il Tour in Italia, come influirà sull’indotto (ad esempio uno studio commissionato ha dimostrato che ogni euro investito ne porterà in dote diciassette), quante persone sono attese sulle strade, i tratti cruciali del percorso, le difficoltà altimetriche, fino alle previsioni su chi vincerà. Senza dimenticare i grandi campioni ai quali queste tre tappe del Grand Départ sono dedicate: Gino Bartali, Gastone Nencini, Marco Pantani e Fausto Coppi. Tutti hanno vinto il Tour. Inoltre, altro anniversario, sono passati cento anni dal primo trionfo italiano di Ottavio Bottecchia.

Oltre alla Firenze-Rimini, completamente emiliano-romagnola sarà anche la seconda tappa: sabato 30 giugno la Cesenatico-Bologna con doppia scalata del San Luca, strada che Davide Cassani conosce bene avendo vinto da professionista tre Giri dell’Emilia, corsa che si conclude proprio in cima al Santuario bolognese.
Metà emiliana e metà piemontese (con una spruzzata lombarda) è domenica 1 luglio la terza frazione da Piacenza a Torino, la più lunga del Tour con i suoi 225 km, adatta finalmente alle ruote veloci essendo praticamente tutta piatta, con l’eccezione delle brevi salite di Tortona, Barbaresco e Sommariva Perno.

Se l’Emilia Romagna sta lavorando bene nel promuovere il Tour e informare sul suo passaggio (proprio ieri, lunedì 3, ha inaugurato il Treno del Tour), lo stesso si può dire anche del Piemonte, regione che ha partorito grandi e indimenticabili campioni come Fausto Coppi, Costante Girardengo, Francesco Camusso, Giovanni Gerbi, Giovanni Valetti, Nino Defilippis, Franco Balmamion. Che quest’anno ha assistito alla partenza da Torino del Giro d’Italia dominato da Pogacar, la cui prima vittoria, con tanto di maglia rosa mai più tolta sino a Roma, è giunta a Oropa, là dove 25 anni fa Marco Pantani compì una delle più grandi imprese sportive di ogni tempo.
A differenza dell’Emilia, il Piemonte ha puntato sui suoi talenti gastronomici col menu in giallo, presentando l’aperitivo del Tour, la “Musette” (la sacca che passano ai corridori nei rifornimenti volanti ndr) ideato dal bartender Luigi Barberis, il piatto “Omaggio al Tour de France” del tristellato Enrico Crippa di Piazza Duomo ad Alba e i gianduiotti gourmet giallo dei maestri pasticceri Giovanni dell’Agnese e Guido Castagna.
Poi la campagna di comunicazione diffusa ToRide con city dressing appositi come illuminare di giallo i monumenti, decorare le arterie principali con bandiere, locandine e manifesti, talk e incontri con autori, mostre temporanee, rassegne cinematografiche, concerti, spettacoli teatrali, attività per bambini e ragazzi, pedalate aperte a tutti, flashmob.
Insomma, il Tour de France, terzo evento sportivo al mondo dopo i Mondiali di Calcio e le Olimpiadi, che però si svolge a cadenza annuale anziché quadriennale, sarà una grande festa per tutti. Un’occasione unica da non perdere. Prepariamoci allora a tingerci di giallo. Ne varrà la pena.
Massimiliano Muraro






“Le mire francesi in Italia”
da sempre
comprendono (giuro che non lo sapevo)
Firenze ! (+) e l’Italia
Lo chiamano Tour de France
ma per loro dev’essere (sott’inteso)
Il giro della “Grandefrancia”
.. da paragonare al sogno
della Grande Israele.?
Col servizio d’ordine,
manderanno a (da) Ventimiglia
2 o 3 Milà soldati (?) ..
più che sufficienti
ad inorgoglire Mattarella, l’europeo.
..
(+)
https://www.treccani.it/enciclopedia/francia_(Dizionario-di-Storia)/
Tour de France 2024,
il percorso e le tappe
https://sport.sky.it/ciclismo/tour-de-france-2024-percorso-tappe
(NOTARE LA CARTINA, IN CALCE)
Ma anche sulla Francia
(che comprende l’Italia)
c’è chi ha delle lugubri mire
.. chi? .. ma, Putin ! .. sennò, chi?
Eppoi, si sa, i francesi non hanno
(quasi mai) un gran senso dell’umorismo:
…
https://www.agi.it/estero/news/2024-06-05/parigi-2024-bare-vuote-a-torre-eiffel-sale-tensione-con-russia-26635899/
.. … Non solo,
i francesi non possono
in alcun modo vantare
le “nostre” 120 (e più ..
ci sono quelle “segrete”)
basi-Nato !!!
(che Putin cerca di tener
d’occhio)
..
https://www.flipnews.org/index.php/life-styles-2/technology-3/item/3539-120-basi-nato-in-italia.html
1-c
L’attacco di Kiev
a una stazione radar russa
aumenta il rischio di escalation
nucleare
https://www.rainews.it/articoli/2024/05/lattacco-di-kiev-a-una-stazione-radar-russa-aumenta-il-rischio-di-escalation-nucleare-b2a6db0f-dfac-4d82-9d01-29773e11efae.html
(così è spiegato dalla rai …)
2-fine?