TENET: la rinascita del Cinema post-lockdown

Tornare al cinema per vedere un film dalle grandi dimensioni dopo mesi di lockdown è come respirare a pieni polmoni in montagna dopo svariati minuti d’apnea. Christopher Nolan ritorna con la sua 11esima opera con TENET, prima vera e propria uscita nuova nelle sale cinematografiche fresche di riapertura.

La pellicola, uscita il 26 agosto e girata in 70mm, è un vero e proprio tripudio di tanti elementi che vanno a costituire un film visionario capace di straniare e colpire lo spettatore. Questo ha le premesse di un classico spy-movie, dove il Protagonista (sia come ruolo, sia come nome del personaggio) interpretato da John Davis Washington, figlio d’arte dell’attore Denzel, deve sventare un ipotetico armageddon nucleare orchestrato dall’oligarca Andrei Sator (Kenneth Branagh) che ha con sé dei potenti strumenti che possono alterare il normale flusso temporale. Ad aiutarlo, un grandissimo tripudio di attori quali un magistrale Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Aaron Taylor-Johnson e un chirurgico cameo di Sir Michael Caine.

Si può affermare, con una certa dose di inesattezza, che TENET è un film con i viaggi temporali ma non nella maniera in cui siamo abituati a vederli: si parla nello specifico dell’entropia invertita di ogni singolo oggetto, persona o elemento che permette da un punto futuro di tornare indietro fino ad un punto ben specifico nel presente. Il demone del Tempo/Spazio-Tempo, tema tanto caro al nostro Regista, è anche qui affrontato nella maniera più tecnica possibile, con incredibile realismo nonostante elementi fantascientifici. Se però parole e terminologie possono spaventare, ogni concetto è ben reso sia da un punto di vista dialettico che visivo, dando così allo spettatore, in una riuscitissima sceneggiatura scritta con stile, tutte le chiavi di lettura per la massima comprensione della pellicola.

Ad affiancare Nolan, qui al massimo della sua forma in termini di messa in scena, abbiamo il ritorno di van Hoytema alla fotografia dopo Dunkirk e il riuscitissimo Interstellar e due nuove entrate: Jennifer Lame al montaggio in sostituzione di Lee Smith, all’epoca impegnato per 1917 di Mendes, e Ludwig Göransson al posto di Zimmer alla colonna sonora, qui di enorme impatto e funzionale al racconto, andando ad enfatizzare enormemente ogni singolo momento.

Molto, moltissimo sarebbe da dire sulle due ore e mezza di film ma ulteriori approfondimenti potrebbero rovinare la consigliatissima visione di un prodotto senza precedenti e che potrebbe riscrivere le regole della narrazione cinematografica. TENET si avvale anche di essere riuscito nell’impresa di riportare le persone in sala, nonostante alla riapertura dei cinema si trovassero ottimi titoli, divenendo primo al box office italiani con un incasso (al momento della scrittura di questo articolo) di 511.185 euro complessivi, somma che andrà ad aumentare notevolmente.

Voto: 10

 

Emanuele Olmo

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