Aveva provato ad imporre una chiusura estemporanea, per un giorno, dei supermercati, forse con un intento “propedeutico” o per la solita sindrome del continuo gioco al rialzo nei provvedimenti restrittivi, ma il TAR del Piemonte ha clamorosamente stoppato l’ordinanza del Presidente della Regione Alberto Cirio, che avrebbe imposto lo stop alla grande distribuzione per domani, 1 maggio, in Piemonte. Il TAR ha, infatti, deciso in serata di bloccare la chiusura dei supermercati, con un provvedimento in via cautelare su di un ricorso presentato da Federdistribuzione. L’ordinanza Cirio era arrivata ieri, quasi in serata, ad imporre una chiusura poco comprensibile se si ragiona sui numeri in discesa del contagio. Ancora meno comprensibile se si considera che i supermercati sarebbero stati chiusi in una situazione da zona gialla, anche con altre attività aperte, quando invece sono sempre stati una delle poche attività aperte anche in lockdown. Eppure per Cirio la chiusura “avrebbe fatto bene”.
Il Tar Piemonte ha però sospeso l’efficacia del decreto regionale, dell’atto d’imperio firmato dal presidente Alberto Cirio, che prevedeva la chiusura della grande distribuzione. Con un provvedimento cautelare d’urgenza, la prima sezione del tar Piemonte ha accolto il ricorso di Federdistribuzione e ha diposto la sospensione dell’efficacia “del Decreto del Presidente della Giunta Regionale Piemonte 29 aprile 2021 n. 52 con il quale si ordina la chiusura per la giornata del 1° maggio 2021 di tutte le medie e grandi Strutture di vendita site nel territorio regionale della Regione”.
Secca anche la motivazione che punta dritto il dito sull’incongruenza della decisione della Giunta regionale.
Secondo i magistrati amminmistrativi, “il provvedimento regionale impugnato vieta l’apertura di Medie e grandi strutture di vendita ma consente l’attività commerciale agli esercizi di vicinato, senza che sia stato dimostrato o, quantomeno esposta una condizione di plausibilità, (come si rimarca nel ricorso) che gli esercizi di dimensioni maggiori, che dispongono di spazi più ampi e consentono una maggiore rarefazione sociale, siano luoghi a maggiore rischio di contagio (ben diversa essendo la situazione dei centri commerciali, che rappresentano luoghi di aggregazione a prescindere dalle singole attività commerciali). Appare, pertanto, immotivata e non coerente con le premesse di cui sopra la valutazione di necessità della misura precauzionale contenuta nell’atto impugnato, più rigorosa rispetto alla disciplina statale (che già contiene adeguate regole di rigore)”.
Domani quindi i supermercati saranno presumibilmente aperti, per chi si organizzerà. E la discussione vera e propria del ricorso (visto che questo è solo un provvedimento cautelare) avverrà poi il 26 maggio, a tempi abbondantemente scaduti.






Tipiche cose all’italiana, dovrebbero vergognarsi di continuare a complicare la vita al prossimo!!!!!
Peggio del governo Conte: oggi si, domani no, poi si, poi tra una settimana, tra quindici giorni ecc…. Siete INCREDIBILI
Ubi maior .. ma chi avrà ragione dei 2 ? .. forse stavolta il Tar! .. ammesso che l’abbia fatto .. per semplice .. buon senso e non per tarpare le ali al piccolo dittatore nel nome del grande .. certo la decisione di Cirio era inutile, assurda .. ma lo sono anche quelle del Governo .. quindi resta il dubbio. Non dimentichiamo che a partire dai DPCM e arrivando a tutto il resto .. siamo al di fuori della Costituzione quindi i signori magistrati se volessero avrebbero altro da fare e da indagare .. ma non .. con sentenza finale in style Palamara ?!