Si sta posando il nuovo parquet al PalaPiacco: Covid permettendo, imminente la ripresa delle attività sportive

Con la posa del nuovo parquet, che sta avvenendo in questi giorni, sono pressoché ultimati i lavori di restyling del PalaPiacco che erano partiti, a cura dell’impresa Edilimpianti di Milano, nel luglio scorso, grazie ad un finanziamento di 750 mila euro che il Comune aveva ottenuto dal Credito Sportivo partecipando al Bando Sport Missione Comune.

Il PalaPiacco, che allora si chiamava PalaDonizetti (dal nome della via che lo ospita) era stato realizzato nel 1977 (dunque ben 44 anni fa) dall’allora giunta Baiardi, grazie all’assessore allo Sport Marco Barberis che era riuscito a costruirlo come maxi palestra scolastica, visto che la legge Stammati aveva bloccato in tutto il Paese la realizzazione di nuovi Palazzetti dello Sport.

Sul parquet allora avveniristico del PalaDonizetti, è il caso di ricordarlo, era partita tra le altre cose la straordinaria avventura dell’Hockey Amatori di Domenicale che aveva conquistato lì la promozione in A1, per poi fare il grande balzo ai vertici della disciplina. Prima di andare a giocare al PalaIsola – che era in fase di realizzazione – il decollo dell’Amatori era partito proprio da via Doniztti.

Adesso al PalaPiacco non si gioca più ad hockey, ma sono più che attive (anche se purtroppo non in questo momento, causa Covid) le discipline del basket, del volley e del calcio a 5 con altre manifestazioni sportive importanti, anche se estemporanee.

Dunque quella struttura ha funzionato benissimo per 44 anni, ma adesso evidentemente (come avevano più volte sottolineato gli assessori Massimo Simion e Mimmo Sabatino) era necessario rinnovarla, il che è stato fatto. I lavori radicali hanno interessato la nuova centrale termica che è stata installata creando ulteriore spazio, dove prim c’era il Boxing Pro Vercelli (che da tempo ha traslocato nell’ex colonia elioterapica di corso Rigola) per una palestrina che sarà utilizzata per allenamenti e riscaldamento pre gara degli atleti. Quindi, il vecchio impianto di riscaldamento, a soffitto, è stato eliminando sistemandolo sotto il nuovo parquet. Completamente rifatti gli spogliatoi, tutte le luci ora sono a led, ci sono tecnologie all’avanguardia per il controllo dei fumi e sono state rifatte le uscite di sicurezza.

Dice il vice sindaco Simion. “Ipoteticamente entro la fine di questo mese il PalaPiacco dovrebbe essere pronto per la eventuale ripresa delle attività agonistiche, ovviamente Covid permettendo, ma intanto ieri, a firma del direttore del Settore Edilizia , Ambiente e Sicurezza Territoriale Giuseppe Scaramozzino (che con l’ingegner Egidio Fauda Piquet aveva elaborato il progetto complessivo di restyling del Palazzetto, ndr), sono stati approvati ulteriori finanziamenti per la sistemazione della copertura, per scongiurare le infiltrazioni di acqua piovana. Questo lavori potranno iniziare autonomamente, senza ostacolare la ripresa e lo svolgimento delle attività sportive”.

 

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1 commento

  1. Una struttura così bella e, nel presente, ancor avveniristica, avvicinerà molti ragazzi alla pallavolo .. vorranno emulare la mitica creatura dell’indimenticabile Pino Piacco (un amore insidiato solo da quello per la filatelia). La speranza (scusate il termine) di raggiungere traguardi massimi poggia su una base solida: proprio la conferma del nome “PALAPIACCO” per l’impianto sportivo in luogo di “Paladonizzetti” … Nomen omen .. Gaetano Donizetti è un pessimo portafortuna visto che la vita del musicista bergamasco, se pur costellata di successi, si fa ricordare per alcuni tragici avvenimenti come la prematura morte del figlio e della moglie ed un -suo- dopo-morte ancora tragico, circostanze che neppure oggi si verificano tanto frequentemente. Eppoi, con quel ciuffo che aveva il musicista .. fa pensare che i nostri martelli avrebbero a propria volta subito schiacciate o muri .. del tutto “cecati”.

    (…) Gli ultimi trionfi del 1845 si accompagnarono al totale tracollo fisico del compositore che, ormai pazzo a causa della sifilide, aveva lo sguardo spento, un carattere chiuso e diffidente, segnato da manie di persecuzione. L’infezione, dovuta alla sifilide, costrinse Donizetti alla vita vegetativa nel manicomio d’Ivry-sur-Seine, dove fu rinchiuso con l’inganno dal nipote, il quale gli fece credere che il manicomio fosse un albergo e un soggiorno momentaneo. Uscì solo qualche mese prima della morte, grazie all’impegno degli amici che lo riportarono a Bergamo, nel palazzo Basoni Scotti, dove morì nel 1848; la sua tomba si trova nella basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo.
    Morte
    Gaetano Donizetti morì a Bergamo l’8 aprile 1848. Venne effettuata l’autopsia l’11 aprile, che appurò la causa della morte nella sifilide meningovascolare, le cui lesioni cerebrali erano sicuramente il motivo delle sue forti emicranie.
    Venne dapprima sepolto nel cimitero di Valtesse, nella Bergamo bassa, tumulato nella cripta della nobile famiglia Pezzoli. Nel 1875 la salma fu esumata e venne effettuata un’ulteriore autopsia, durante la quale non venne però rinvenuto il cranio del musicista. Venne quindi iniziata la ricerca tra gli otto medici che avevano effettuato il primo esame. Le indagini portarono al ritrovamento della calotta cranica a Nembro, presso un nipote erede del dottor Gerolamo Carchen, presente all’autopsia del 1848 e che aveva presumibilmente sottratto il cranio del musicista complice la disattenzione dei suoi colleghi.Il reperto venne collocato prima nella Biblioteca Angelo Mai e successivamente nel Museo donizettiano. Nel 1875 i resti del compositore furono traslati in Santa Maria Maggiore e deposti nel “Monumento funebre a Gaetano Donizetti”, cenotafio scolpito da Vincenzo Vela nel 1855, accanto a quello del compositore tedesco e maestro del Donizetti Simone Mayr. Solo il 26 luglio 1951 la calotta cranica venne posta nella tomba, così da ricomporre l’intera salma del musicista (…)
    https://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Donizetti

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