“Mio fratello Angelo per poco non distrusse, cadendoci sopra, qualche minuto dopo essere andato a ritirarla, la sua prima chitarra che il liutaio Giovanni Pasqualon gli aveva appena consegnato: lui era prossimo ai quindici anni, io ne avevo undici, e abitavamo con nostra mamma sotto la Torre dell’Angelo, in piazza Cavour”.
Sarà uno dei tanti e fantastici ricordi, che Sergio Maria Gilardino, linguista di fama mondiale, racconterà domani, venerdì, nella Sala Convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli per celebrare il fratello Angelo, nell’ambito della rassegna “Il legno che canta”. L’appuntamento è per le 16,30 in via Monte di Pietà, 22.
Dopo le conferenze del giornalista Enrico De Maria e del filosofo e scrittore Sergio Givone, tocca al fratello Sergio Maria Gilardino parlare del fratello in una conversazione che si annuncia irrinunciabile. Sono parecchie le conferenze che l’insigne linguista ha tenuto nella nostra città, soprattutto su invito dell’Associazione VwercelliViva, alla quale egli è legatissimo. Stavolta l’iniziativa è dell’Associazione “Angelo Gilardino”, che nata un anno fa per onorare la memoria del compositore, didatta e chitarrista, ha allestito la rassegna “Il legno che canta”, d’intesa con il Comune di Vercelli.
L’appuntamento, libero e gratuito, precede di poco più di ventiquattro ore il concerto – sempre nel cartellone de “Il legno che canta” – che il chitarrista bresciano Giulio Tampalini terrà sabato alle 21 al Salone Dugentesco. Anche lì, ingresso libero e gratuito.





