”Senza assunzioni, i nuovi codici al Pronto soccorso sono solo gride manzoniane”

 

Vercelli – Il presidente dell’Ordine di Vercelli, Pier Giorgio Fossale, non ha dubbi: “Sono solo gride manzoniane, non servono a niente. Una modifica velleitaria e astratta: per aiutare davvero chi si rivolge ogni giorni al Pronto soccorso non servono nuovi colori dei codici o tempistiche d’attesa ipotetiche, ma servirebbero nuovi medici e infermieri”.

Caustico, sulla sua pagina Facebook, un altro medico assai conosciuto, Arturo Citino, già anestesista al “Sant’Andrea”: “Pensare  di risolvere il problema dei Pronto soccorso mettendo tempi certi a nuovi codici colorati è come sperare che la tua Panda faccia i 270 orari perché ci hai messo l’adesivo della Ferrari”.

Sono questi alcuni degli autorevoli commenti al piano messo a punto in Conferenza Stato Regioni per il via libera alle linee di indirizzo nazionale sul Triage (cioè lo smistamento) intra ospedaliero. Rispetto ai codici precedenti ne è spuntato uno in più, l’azzuro, che verrà assegnato a interventi da compiersi entro l’arco di tempo di un’ora. I codici dunque d’ora in poi saranno rosso (emergenza, che prevede l’accesso immediato alle cure), il giallo (urgenza da trattare al massimo entro un quarto dora), l’azzurro (urgenza differibile, che dev’essere comunque affrontata non oltre l’ora di attesa, il verde (urgenza minore per la quale si possono attendere anche due ore prima dell’intervento dei medici e degli infermieri) e ovviamente il codice bianco, che significa “non urgenza”, con tenoi d’attesa che dovrebbero comunque risolversi nelle quattro ore.

Chi ha almeno una volta frequentato il Pronto soccorso (non solo quello del Sant’Andrea) sa che questi numeri sono teoria bell’e buona e nulla più, che la soluzione sarebbe solo ed esclusivamente quella di assumere personale (è stato calcolato che nei Pronto soccorso italiani mancano circa 2 mila medici) e che la rivisitazione dei codici, con l’introduzione degli orari di attesa, non farà che scatenare nuove proteste contro i capri espiatori e cioè i medici e gli infermieri.

Tra le varie soluzioni (assunzioni a parte assolutamente indispensabili), Fossale ne propone una all’assessore regionale alla Sanità Icardi e al presidente della Commissione Sanità della Regione, il medico vercellese Alessandro Stecco: quella del cosiddetto “Luogo della diagnosi”, che consentirebbe di intercettare gli accessi di media complessità alleggerendo i Dea.

Spiega il Presidente dell’Ordine: “Faccio un esempio quotidiano e significativo. Un paziente lamenta un mal di pancia continuo che però Pronto soccorso non sarebbe considerato grave, ma che pure comporterebbe tempi di attesa lunghi e, una volta conclusa l’attesa, l’impiego in ogni caso significativo del personale. A tutto ciò potrebbe sopperire questo ‘luogo della diagnosi’, all’interno dell’ospedale , in cui medico curante e medico ospedaliero deputato a quel genere di patologia visitano assieme il paziente e decidono il da farsi: senza tempi di attesa eccessivi per il paziente e senza il ricorso alla complessa struttura del Dea”.

edm

 

 

 

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