Sanità territoriale: “Lo tsunami che ci ha investito ci faccia cambiare rotta”

 

Entrambi medici noti e stimati, quest’oggi, quasi in telepatia, il medico di famiglia (e presidente dell’Ordine dei medici) Pier Giorgio Fossale, e il medico ospedaliero (nonché presidente della commissione regionale della Sanità) Alessandro Stecco hanno affrontato il tema dell’assistenza sanitaria  territoriale, cioè extra  ospedaliera. Abbiamo già pubblicato l’intervento di Fossale, integrandolo con nostre osservazioni. Ecco quello di Stecco, con l’avvertenza che sul discorso di fondo del collega Fossale (“Non annunciamo più le cose, facciamole!”), il consigliere regionale ci ha preannunciato una prossima riflessione di cui ci metterà a parte. Nell’attesa ecco quella odierna pubblicata sulla sua pagina Facebook.

“La Pandemia Covid-19 ha colpito duramente sopratutto nelle Regioni colpite per prime, tra l’altro quelle piu’ attrezzate dal punto di vista sanitario come tra le altre cose documenta la griglia LEA (Livelli essenziali di assistenza) da un po’ di anni. Se avesse iniziato da altre con meno organizzazione sanitaria regionale sarebbe stato ancora peggio.
Le differenze nella risposta tra le 4 regioni piu’ colpite, e’ ormai parere unanime che risieda nella diversa strutturazione della sanita’ extraospedaliera, che si costruisce con progettualita’ in termini di anni e quinquenni.
Piu’ dell’80% dei pazienti colpiti da coronavirus non avrebbe necessita’ di ospedalizzazione, ma anche quelli poi ospedalizzati, prima e dopo hanno avuto necessita’ di cure e sorveglianza extraospedaliera
La sanita’ territoriale , ripetuta da molti in questi giorni, a volte impropriamente, che cos’e’?
E’ quella sanita’ delle cure primarie e degli interventi di promozione della salute e di prevenzione delle riacutizzazioni nei pazienti affetti da patologie croniche.
E’ quella parte di competenza delle ASL tramite il dipartimento prevenzione (ad es..spresal, sian, sisp), la sorveglianza sulle residenzialita’, il distretto sanitario, il rapporto e interazione con i medici di medicina generale, i medici di continuita’ assistenziale, gli specialisti ambulatoriali e i pediatri di libera scelta, da poco anche la figura di recente introduzione degli infermieri di comunita’ ha un ruolo importante.
Bene ha fatto il Presidente Alberto Cirio ha ricordare a Uno Mattina, che qui non si tratta di “ricostruire”, ma di “costruire” ex novo un modello che funzioni.
Il Piemonte ha perso diverse buone occasioni in passato, ora questo tsunami che ha travolto tutti e tutto obbliga a fare presto e bene, meglio se con un “patto” di collaborazione tra tutti”.

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