Fa riflettere, e quantomeno inorridire – per giunta, sotto Natale – la scelta dei vertici della Rsa di Vercelli, in linea con quella dell’Amministrazione Comunale cittadina, di rigettare la donazione di una preziosa “Stanza degli Abbracci” destinata agli anziani degenti della struttura.

Coloro cui la pandemia ha maggiormente sottratto il calore umano degli affetti e dei parenti. Per i quali anche un solo attimo può rivelarsi fatale: e trasformarsi, paradossalmente, in una grave forma di disumanità. Ignorando che il tempo, a una certa età, corre veloce: ed è inversamente proporzionale alle opportunità. Incluso il poter ricevere anche una sola carezza in più, fatto per nulla scontato e mai banale.
Perché il momento è dell’uomo. Il tempo, invece, dell’Altissimo. E, come recita un antico proverbio africano, “un vecchio che muore è una biblioteca che brucia”, specie se vuota. Senza nessuno intorno. E questo per tutta una serie di ordini di ragioni.
La motivazione ufficialmente addotta di un ambiente insicuro appare quantomeno improbabile e pretestuosa, stante il fatto che altri identici esemplari hanno trovato ben più facile e felice accoglienza altrove, e neanche molto distante. Giungendo persino all’ospedale infantile torinese ‘Regina Margherita’.
Sorprende altresì che un simile atteggiamento provenga proprio da esponenti locali di quel Centrodestra nazionale (e chi scrive di certo non è mai stato di sinistra) che si professa ripetutamente cattolico e liberale: con tanto di Matteo Salvini pronto a rischiare denunce il 25 dicembre pur di portare sollievo a poveri ed emarginati. Al quale coloro, che sulle orme di Papa Celestino V fecero “per viltade il gran rifiuto”, invece per nulla assomigliano. Nel caso di specie non rendendogli di certo, sul territorio, un buon servigio (al leader leghista come anche a Giorgia Meloni), quasi fossero nel 1789 gli ammutinati del Bounty. Ma che, a Vercelli, paiono soprattutto aver momentaneamente smarrito il senso di Dio. Dimenticando tout court il comandamento cristiano della carità: che, a volte, può far paura. Più di un virus, certamente, ma contagiosa ben oltre esso. Per tutti, tranne per chi rischia di trovarsi in seria difficoltà innanzi a un’intera cittadinanza armoniosamente stretta attorno a un uomo coerente che va dritto al punto come il Cavalier Carlo Olmo: cui nessuno, da Palazzo Civico, ha mai ancora detto una sola volta “grazie”. E che da solo ha prodotto molto meglio e di più del Commissario Arcuri.
Perché il Lupo Bianco sa fare in maniera straordinaria le cose ordinarie, proprio come i santi. Un magnete irresistibile in grado di attrarre tutti a sé con la forza più potente che c’è: l’Amore.
Lo stesso sentimento che, mi auguro, possa presto animare, sulla scorta del suo esempio illuminante, travolgente e concreto, un eventuale nuovo Direttivo. Chiamato a guidare – con il cuore come bussola (oltre che con il cervello, si spera) – la Casa di Riposo di Vercelli.
Mio malgrado per una volta, per quel chi mi riguarda, moralmente mi tocca dare ragione al PD. Perché, come ricorda Publilio Siro, “un animo onesto non si adegua a chi sbaglia”.
Maurizio Scandurra
Abbiamo ospitato il contributo dell’editorialista e saggista cattolico Maurizio Scandurra sulla questione “Stanza degli abbracci”






Le foto con le tante affermazioni di principio contenute nella lettera, come tali, del tutto incontrovertibili o .. controvertibili, ma dopo ore di noiose discussioni, possono bastare a farsi un’idea di M.S., dovendo fare in fretta. Per FARSI UN’IDEA QUASI DEFINITIVA dell’opera di Scandurra si può cercarlo su Google, Fb, Youtube dove per ora c’è un solo video chiaro e breve, sintetico, altrettanto puntualmente inapprofondito, perciò incontrovertibile !! (??): https://www.youtube.com/channel/UCbXk_vCBwL_le8LYdHkI2ow