Un accordo di collaborazione strategico mirato a incrementare la sperimentazione partecipata tra agricoltori e ricercatori al fine di creare varietà resilienti di riso partendo dall’agrobiodiversità naturale. E’ questo, quanto sancito nei giorni scorsi a Rovasenda, durante un incontro tra le associazioni Rete Semi Rurali e il Biodistretto del riso piemontese.
I ricercatori, insieme agli agricoltori, porteranno avanti una attività di selezione evolutiva in risaia, fianco a fianco. Un percorso completamente diverso rispetto a quanto accaduto nel modo risicolo italiano negli ultimi decenni. Non più una ricerca “verticale”, esasperata dal profitto, con brevetti del DNA del riso. Nessuna roialty da pagare a multinazionali o contratti da firmare, con obbligo di utilizzare determinati pesticidi.
“Il miglioramento genetico partecipativo ed evolutivo – spiega Gianpaolo Andrissi, Presidente Biodistretto del Riso Piemontese – avviene direttamente nei campi della baraggia vercellese con la collaborazione di ricercatori e risicoltori bio. Una scommessa sperimentale, da ambo le parti, ed innovativa a livello mondiale. L’attività sementiera è resa possibile dal nuovo regolamento europeo dell’agricoltura biologica, che consente la registrazione e la commercializzazione di nuove varietà ottenute in campo. Renderemo il più aperta e partecipata possibile questa attività di ricerca, diffondendo gli esiti delle sperimentazioni ed i risultati ottenuti in risaia”.






Mi va TUTTO bene! .. finalmente! .. bene gli esperiment oin baraggia per creare decine e decino di nuovi tipi .. uno pensato per i gusti di ogni subregione della Terr, e ammesso che si possa migliorare ancora il nostro fantastico riso .. perché non provare nuove vie??!!.. Mi va BENE tutto ! .. A PARTE “Il riso resiliente al cambiamento climatico” (non solo perché il cambiamento climatico è una bufala del NWO).. io metterei, anche se so bene si tratti di un termine retrogrado, desueto e presto l’uso del potrà prevedere anche il carcere .. userei la parola “resistente” al posto di “RESILIENTE” in quanto quest’ultimo mi fa dubitare che i chicchi possano rimaner, alla fine, piuttosto scotti.