Rose bianche, De Andrè e un oceano di affetto per l’addio a Claudia-Ganoja

 

Cara Claudia, carissima Ganoja,

siamo venuti in tanti oggi, in Duomo, a darti l’ultimo saluto. Era una mattinata fredda, e il sole stentava ad uscire, ma poi è uscito lo stesso, quel sole che amavi, per salutarti mentre il tuo feretro, sormontato di rose bianche, entrava in chiesa.

Dentro, una folla di amici a stringersi attorno a Celeste, Giuse, Alessandra e ai loro familiari. Don Pino Cavallone ha scelto il Vangelo delle Beatitudini, scelta che non poteva essere migliore visto che tu, in vita, hai seminato amicizia a piene mai, raccogliendo un mare, ma di più, un oceano di affetto. E, dopo l’omelia del parroco, ecco che si sono levate, tra gli inni sacri della funzione, le note della canzone che più di ogni altra amavi, quella dell’Amore Perduto di De Andrè.

Poi, alla fine, una delle tue care “amiche degli Anni Ottanta” (gli anni in cui tu, trentenne, hai impresso un’energia positiva travolgente alla nostra città), Daniela Innocenti, ti ha salutata, a nome di tanti, con queste belle e mai così centrate parole:

“ I tuoi doni di essere trasparente ed empatica, ironica ed autoironica in modo sottile e per tutto, disponibile sempre per chiunque chiedesse compagnia o aiuto hanno fatto di te una persona che anche nella malattia cercava di comunicarti che la vita, nonostante i tormenti, riserva un tesoro prezioso, degno di essere scoperto. Alcune persone inoltre portano una luce particolare nel mondo, e anche dopo che se ne sono andate la luce rimane, e tu sarai così per tutti noi. Ciao, Claudia, ci mancherai, tu, fantastica ragazza degli Anni Ottanta”.

Toccherà a ciascuno di noi mantenere accesa, nel nostro cuore, quella luce. Addio amica spiritosa, dispensatrice unica e prodiga di bonomia e di serenità. Non sarai dimenticata.

Edm

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