Per Vercelli il mese di maggio sarà all’insegna del ciclismo. I due appuntamenti clou: domenica 9 con il passaggio del Giro d’Italia in città, che sarà accolto in via Viviani dallo striscione di 150 metri Vercelli saluta il Giro d’Italia e da numerose bandierine; domenica 16 quando si correrà la prima granfondo Mangia e Bevi, manifestazione di interesse nazionale, inserita nel circuito Coppa Piemonte che attirerà centinaia di cicloamatori.
La bicicletta sta tornando in auge, come testimoniano i dati sulle vendite costantemente in crescita, anche perché in periodo di lockdown il ciclismo è stato l’unico sport che si è potuto praticare con una certa libertà, pur restando entro i confini regionali e individualmente. Senza contare che muoversi in bici fa bene alla salute e all’ambiente.
Resta purtroppo l’annoso problema della sicurezza stradale: in Italia muore un ciclista ogni trentacinque ore e tantissimi incidenti avvengono in fase di sorpasso. La convivenza con gli altri utenti della strada è sempre più difficile. Chi è uscito almeno una volta in bici sa di cosa parliamo: clacson, insulti, minacce. Questo quando va bene, perché quando va male lasciamo immaginare cosa capita.
Naturalmente, la responsabilità è reciproca: degli automobilisti che non prestano attenzione e che quando vedono una bicicletta premono sull’acceleratore invece di rallentare, ma anche dei ciclisti che quando sono in gruppo occupano la sede stradale costituendo un pericolo. Tuttavia è ovvio e provato che in caso di incidente a rimetterci sono i conducenti del mezzo a due ruote.
Per questo motivo è necessaria una massiccia campagna di sensibilizzazione per entrambe le categorie. Chi da qualche anno ha preso a cuore la faccenda è Paola Gianotti che ha fatto della bicicletta una ragione di vita. Detiene quattro Guinness World Record, tra i quali c’è il giro del mondo in bici: 29.430 km completati in 144 giorni. Tra l’altro anche lei, proprio allora, fu vittima di un incidente stradale che rischiò di precludere l’impresa.
Paola, nel 2019 ha anticipato, di un giorno, tutte le tappe dei professionisti del Giro d’Italia, pedalando in qualità di testimonial della campagna sulla sicurezza stradale Io rispetto il ciclista, ideata con Marco Cavorso, il padre di Tommy, il ragazzino ucciso da un’auto durante un allenamento in bicicletta.
Anche Vercelli aderirà a questa iniziativa. Succederà venerdì 7 alle 9.30 in via Trino, all’uscita dalla città. Lì Paola Gianotti apporrà il cartello che segnala la distanza di sicurezza tra auto e bici di un metro e mezzo e che recita Attenzione: strada frequentata da ciclisti. Soddisfazione da parte del sindaco Andrea Corsaro: «Vercelli è molto sensibile al tema della sicurezza stradale dei ciclisti, la pista ciclabile è utilizzata da moltissimi vercellesi», e dell’assessore Mimmo Sabatino: «Sarà un gesto significativo per la città e per il mondo del ciclismo vercellese».
Paola Gianotti, che già l’anno scorso aveva compiuto lo stesso gesto a Tronzano e a Santhià durante il suo Giro delle Regioni, prima di transitare a Vercelli, alle 9 passerà da Crescentino (parco Tournon) e anche in quel caso verranno apposti gli adesivi che invitano al rispetto del ciclista.
«Siamo molto orgogliosi di aver aderito a questo progetto – così il sindaco Vittorio Ferrero e l’assessore allo Sport Nino Dispoto – perché siamo fermamente convinti che la sicurezza stradale verso questa forma di mobilità sostenibile sia fondamentale. Inoltre riteniamo che questo sia un modo per essere vicini a tutti i ciclisti di Crescentino, amatoriali o professionisti, sensibilizzando tutti gli automobilisti a prestare particolare attenzione alla guida quando li incrociano per le strade».
Come ha scritto la stessa Paola Gianotti qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook: «Stiamo invadendo l’Italia, in nome della sicurezza! In nome di tutti quelli che sulla strada hanno perso la vita. Ne abbiamo ancora di salite da scalare ma noi non molliamo. Ci crediamo più di ogni altra cosa. E ogni colpo di pedale è un cartello in più sulla strada, ed è un metro in meno verso la meta finale: i cartelli su tutte le strade italiane! Si prosegue con forza perchè se anche uno solo di questi cartelli permette di salvare una vita ogni sforzo di questi lunghi anni è valso la pena di essere vissuto».
m.m.





