
Grande successo, ieri sera, alla Sala Convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, per il nuovo appuntamento di Meet Up On Friday “I Venerdì della Fondazione”, dedicata in questo caso al riso e al mondo delle grandi industrie player internazionali del settore. Si tratta del secondo appuntamento del ciclo di incontri organizzato in collaborazione tra La Sesia e la nostra Co.Edi.
Alla serata, condotta con eleganza e competenza dal vice presidente della Fondazione Quirino Barone, hanno infatti partecipato Salvador Loring, amministratore delegato di Mundi Riso, sezione europea di uno dei maggiori soggetti mondiali del comparto food, la Ebro Food, società che possiede 114 brand tra paste e riso sparsi su tutti i continenti; e poi Mario Francese, amministratore delegato di Euricom gruppo che è ai vertici europei e nazionali per l’industria della trasformazione del riso; e ancora Gianluca Pesce, direttore commerciale di uno dei marchi più famosi a livello nazionale e internazionale per i prodotti legati al riso: la Riso Scotti.
Di fatto si è trattato della prima volta che le “grandi industrie” del riso si sono ritrovate assieme, in quella che è potenzialmente la capitale europea per la coltivazione del riso ossia Vercelli, a raccontare, una di fianco all’altra, quale sia la situazione odierna del mercato legato a un prodotto che è in grandissima crescita di consumo, sia per le eccellenti qualità nutritive, sia per le peculiarità alimentari, sia per la capacità di interpretare le tendenze di scelta dei mercati.
Ne è venuto fuori un quadro di grande interesse e tanti spunti innovativi, in cui spicca il dato del verticale aumento del consumo di riso a livello mondiale, ma anche l’ascesa del mercato dei derivati dal riso, prodotti che soddisfano le necessità di consumo sempre più specifiche di un pubblico che, come ha sottolineato il dottor Pesce “oggi non acquista più solo per alimentarsi, ma al supermercato sceglie i prodotti per soddisfare una necessità”. Ragionamento legato alla ricerca della qualità dei prodotti, delle specificità alimentari (pensiamo al bio, al gluten free, ai vegetariani e ai vegani, alla cucine etniche e a tutte le intolleranza alimentari o diversificazioni di alimentazione). In questo quadro si inserisce il prodotto riso, che è naturale, del tutto in linea con ogni intolleranza, e capace di essere la base per tantissime lavorazioni diverse. In questo contesto rientrano ad esempio la diffusione sempre più alta di prodotti quali il latte di riso (salito del 20% nelle vendite solo nell’ultimo anno, un prodotto che sta arrivano a pareggiare le vendite del latte vaccino), i crackers, le gallette, la pasta fatta di riso, i dolci.
La serata è stata introdotta da un saluto di Paolo Carrà, presidente dell’Ente Risi, che ha sottolineato l’importanza del risultato raggiunto a livello europeo, con la decisione positiva sull’attivazione della clausola di salvaguardia che tutelerà le nostre produzioni di riso imponendo dazi progressivi per i prossimi tre anni ai chicchi importati dall’est asiatico (Cambogia e Myanmar). Carrà ha sottolineato come il lavoro svolto dall’Ente risi, ma anche da tutto il sistema riso in modo sinergico, abbia permesso di “creare quella autorevolezza a Bruxelles che ha poi generato il risultato positivo per noi”.
Nella sua approfondita analisi del mercato commerciale del riso odierno, il dott. Gianluca Pesce di Scotti Riso, gruppo che fattura 250 milioni di euro l’anno lavorando circa 2 milioni di quintali di riso nello stesso periodo, ha sottolineato come il riso sia attualmente un prodotto con grandi potenzialità di ulteriore sviluppo in settori fino a oggi impensati, come ad esempio nel food service o nel delivering. Il riso, infatti, risponde, proprio come prodotto, a tutta una serie di qualità come semplicità, il fatto di esser green, di avere peculiarità etniche (un prodotto italiano è etnico per il mercato Usa, ad esempio), che rappresentano importanti vantaggi per i consumatori di nuova generazione e per i mercati.
Salvador Loring, di Ebrofood/Mundi Riso, colosso da 2,5 miliardi di euro di fatturato annuo e più di 6mila dipendenti in tutto il mondo, nel suo intervento ha aperto una finestra sui mercati mondiali del riso. Loring ha poi aggiunto come il riso sia un prodotto primario che sta ottenendo un clamoroso successo, anche se a livello mondiale per quel che riguarda la produzione di riso la quota europea è minoritaria rispetto a quella che arriva da Cina, India e Indonesia. Va però ricordato che più della metà del riso europeo viene coltivato in Italia. Italia però che consuma solo il 30, 35% del riso che produce. Un fatto assolutamente interessante è che sul fatturato annuo generale di Ebro, oggi, circa la metà proviene dal riso e l’altra metà dalla pasta, con il primo in clamorosa ascesa sulla seconda.
Per Mario Francese, amministratore delegato di Euricom, altro colosso che però, a differenza di Ebro Food, che ha puntato sulla diffusione dei brand a livello globale, ha decisamente investito sulla crescita industriale radicata in Europa (quattro stabilimenti sono in Italia, gli altri in Spagna, Portogallo, e Grecia) arrivando a un fatturato che supera i 430 milioni di euro l’anno, il riso è in questo periodo storico un prodotto in grandissima crescita perché sostanzialmente può rispondere a precisi requisiti richiesti dai consumatori: il fatto di essere salutistisco, digeribile e sicuro. Un fattore di eccellenza rappresentato anche da marchi storici come Curti riso, che appartiene proprio ad Euricom e che il gruppo ha intenzione di rilanciare sul mercato.
A tirare le fila dei ragionamenti fatti in conclusone di serata, il vice presidente della Fondazione Quirino Barone ha anche lanciato anche una vera sfida sulla possibilità di analizzare la nascita di una alleanza strategica tra grandi industrie e produttori di riso per “affrontare insieme le sfide del futuro”.
Alleanza che potrebbe partire dalla valorizzazione e dal racconto dei percorsi di nascita del chicco, dalla capacità ormai sviluppata di produrre grande qualità dei chicchi, verso un prodotto che possa essere davvero e ancora di più protagonista del mercato. Idea che fa discutere e che deve affrontare, come hanno sottolineato alcuni tra gli industriali, anche la difficoltà di reperire degli interlocutori che siano rappresentativi, vista la frammentazione che ancora troppo spesso caratterizza il settore, verso un ideale aggregante che possa essere strategico e vantaggioso per tutti.
Luca Avenati





