Vercelli – E’ stato il primo presidente ad essere nominato in videoconferenza, il primo in epoca Covid, flagello su cui, com’è purtroppo presumibile, dovrà principalmente concentrare la sua attenzione di neo nocchiero della Fondazione Cassa di risparmio di Vercelli per chissà quanto tempo.
Una grande responsabilità che però non spaventa l’avvocato Aldo Casalini, 50 anni, figlio d’arte (sia come legale sia come presidente della Fondazione Carisver), sposato con due figli. Alto come un pivot, cordiale e intelligente, ricorda molto il padre Dario nel sorriso arguto, pronto ad ironizzare, ma anche ad accogliere con grande capacità di ascolto richieste e buoni consigli.
Primo presidente in era Covid, una grande responsabilità, che si assomma a quelle tradizionali di chi è al timone di una Fondazione bancaria…
“L’ha detto, una grande responsabilità. E me la sento tutta. Ma ho avuto dei buoni maestri: papà innanzitutto – e me lo vedo mentre scuote la testa, ironico, ma soddisfato, al momento della mia elezione da parte dell’Organo di indirizzo – e poi gli amici che lo avevano preceduto o seguito al timone, della banca e della Fondazione, come Roberto Scheda, Marcello Camozzi e Nando Lombardi. Soprattuto con Nando e con il caro, indimenticabile Felix, c’era un rapporto che andava anche al di là dell’amicizia: due fratelli maggiori in più, oltre a Cristiana. Al di là dei rapporti umani, papà innanzitutto, ma poi anche Scheda, Camozzi e Lombardi sono stati amministratori della banca e della Fondazione capaci e lungimiranti. Li ho seguiti, dapprima come giovanissimo avvocato, ma soprattutto come un figlio che mio padre amava coinvolgere conversando in famiglia anche di queste tematiche, poi, a poco a poco, sempre più addentro ai problemi della banca di riferimento, con l’ingresso nel Cda dell’istituto nel 2011. Ho dunque avuto buoni maestri, ma ho anche incominciato a ‘studiare’ per tempo, e ho la fortuna di aver trovato una Fondazione forte, autorevole e in grado di distribuire fondi consistenti in tutti gli ambiti statutari. E ciò grazie al lavoro compiuto da Lombardi e al suo staff, molto presente e preparato sotto la guida del segretario generale, Roberto Cerreja Vioglio”.
Prima che esplodesse la pandemia, La Fondazione aveva messo a punto un progetto importante per la città: quello del Centro Alzheimer diurno all’ex casa Bertinetti. Presumo che quando il Covid ci darà una po’ di tregua, lo riprenderete subito in mano.
“Certo. Per la Fondazione e per la città la trasformazione di villa Bertinetti in una struttura dedicata a persone fragili come i malati di Alzheimer è una priorità anche in questi momenti in cui tutti noi siamo costretti a sospendere anche i progetti più importanti, nobili. Assemblea dei soci, Cda e Organo di indirizzo ci hanno lavorato sodo sotto la guida di Lombardi, e un accordo ratificato da tempo con Asl e l’Amva, l’Associazione che tutela i malati di Alzheimer vercellesi e le loro famiglie, consentirà una, auspichiamo, rapida attivazione pratica del servizio per 25 persone, io spero sette giorni su sette. Il progettista Sigismondo Inglese è pronto a partire con la ristrutturazione dello storico edificio, così come è pronto Raffaele Raviglione, esperto nella direzione gestionale di strutture sanitarie. Ed io vorrei vedere questo sogno realizzato il più in fretta possibile”.
Però adesso l’attenzione non può che essere concentrata su Covid. Adesso e anche quando la pandemia allenterà la presa o, si spera, scomparirà del tutto, perché, al di là del problema-salute, tutt’ora primario, danni, ferite e cicatrici nella vita quotidiana di tutti noi si faranno sentire per molto tempo.
“In questo momento siamo impegnati a dare tutto il nostro aiuto possibile al comparto sanitario, sostenendo la classe medico-infermieristica che sta facendo miracoli. Due care persone che conosco personalmente, come il dottor Pier Giorgio Fossale e la dottoressa Roberta Petrino, sono state colpite direttamente dal Covid e ne sono uscite. Ne ho preso atto con immenso piacere perché ricordo quanto sono stati vicini a mio padre durante la sua malattia. Prendo loro come esempio di tanti operatori sanitari che stanno facendo un lavoro enorme, e a dir poco encomiabile. La Fondazione in questo momento è al loro fianco per sostenerli in ogni modo. Lo era con il dottor Lombardi, lo è in questo momento: abbiamo versato 230 mila euro al’Asl per il potenziamento della Rianimazione, proprio mentre, in parallelo, stava andando in porto, con la Regione, il progetto appena precedente la pandemia di adottare un giovane medico per il nostro Sant’Andrea, e anche lì avevamo investito 128 mila euro per finanziarne il percorso quinquennale di specializzazione. Poi, abbiamo destinato 57 mila euro per l’acquisto di due ventilatori polmonari per la i Silenziosi Operai della Croce che gestiscono il Centro riabilitativo del Trompone a Moncrivello, e proprio giovedì scorso, durante il mio primo Consiglio di amministrazione come presidente, poche ore dopo la nomina, abbiamo stanziato 30 mila euro per il nuovo reparto Covid all’ospedale di Gattinara; quindi, in collaborazione con l’Asl e il Comune, abbiamo dato un ulteriore contributo di 80 mila euro per “umanizzare” l’area Covid del Sant’Andrea, su precisa richiesta fatta al sindaco dall’Asl ed in particolar mondo da un altro grande medico in prima linea nella battaglia al Covid qual è il dottor Silvio Borrè. La sanità vercellese, come tutta quella italiana, è stata investita da uno tsunami cui ragionevolmente nessuno poteva essere preparato ed ha avuto bisogno del nostro sostegno e di altri: come non dimenticare l’opera semplicemente straordinaria di Carlo Olmo, al quale va la gratitudine di tutti noi? Olmo continua a sostenere con inesausta generosità cittadini, medici, infermieri. Continuiamo a farlo anche noi”
Un sostegno che sarà importante anche alle fine dell’emergenza sanitaria
“Me ne rendo conto, e noi ci saremo. Già adesso ho preso parte ad una videoconferenza organizzata dal sindaco Corsaro con i rappresentanti di categorie pesantemente colpite da questa crisi pandemica. In quella circostanza, il sindaco ha annunciato che il Comune ha messo a disposizione 100 mila euro per un primo e immediato sostegno agli esercenti, agli imprenditori in difficoltà, invitando le associazioni di categoria ad elaborare, tutte assieme, un progetto concreto di quello che è stato chiamato ‘Patto per la comunità per la ripresa economica’. Una volta che il progetto sarà messo a punto, la Fondazione farà la sua parte, e vi assicuro che sarà significativa. Era in fondo questo l’obiettivo di fondo con il quale siamo nati, e mai come in questo momento noi dobbiamo essere un punto di riferimento per i cittadini al centro di una crisi che il mondo non aveva mai conosciuto”.
Sarà dunque necessario accantonare sostegni ad altri progetti, ad esempio alle iniziative culturali, che erano nel cuore di suo padre e che sono anche nel suo…?
“Io spero proprio di no, anche perché sostenere la cultura, cosa che la Fondazione ha sempre fatto, con oculatezza e generosità, attesterebbe la sconfitta di Covid, visto che gli eventi culturali e artistici più significativi potranno riprendere regolarmente solo alla fine di questa emergenza epocale. Adesso il nostro ruolo primario rimane l’appoggio alla sanità e quindi l’aiuto alle famiglie in sofferenza: lo svolgeremo utilizzando anche eventualmente il fondo di stabilizzazione delle erogazioni creato proprio per affrontare le emergenze, fondo che è stato integrato in modo molto oculato in questi ultimi anni, recentemente, ad esempio, con le plusvalenze derivate dalla cessione delle nostre quote azionarie alla Cassa di Risparmio di Asti. Detto questo, io spero proprio che rimarranno disponibili risorse per agevolare anche la ripartenza degli eventi culturali e artistici”.
Ha un sogno nel cassetto, che vorrebbe concretizzare nel suo primo mandato quadriennale?
“Mi piacerebbe che si riuscisse ad arrivare ad una sinergia con le altre Fondazioni del territorio, chiamando in causa anche giganti come la Compagnia di San Paolo. Un esempio concreto di sinergia è la Fondazione Comunità Valsesia, sostenuta proprio dalla San Paolo e da noi: sta operando benissimo, anche in questa emergenza Covid. Sono convinto che riuscire a costituire una rete tra le Fondazioni che operano sul nostro territorio sia la chiave per arrivare a quel cambiamento del modo di incidere delle singole realtà indispensabile ai giorni nostri. E lavorerò sodo per arrivarci”.
EDM