Riceviamo e pubblichiamo
Gentile Direttore,
come consigliere regionale del territorio voglio farmi anch’io portavoce delle proteste che giungono dalle vallate del Vco e da altre zone interne del Piemonte per la sospensione del segnale televisivo dei canali del gruppo Mediaset. Dallo scorso mercoledì i ripetitori sono stati spenti per destinare le loro frequenze ad altri usi. Ma sono almeno due mesi che le Unioni Montane chiedono all’ispettorato ministeriale di attivarsi per trovare e attivare impianti alternativi. Nulla purtroppo pare sia stato fatto. Una manchevolezza che mi fa ancora una volta ripetere che non possiamo considerare gli abitanti delle Terre Alte, o comunque di aree che vivono situazioni di marginalità, come piemontesi di serie B. A chi vive in montagna devono essere garantiti gli stessi diritti dei residenti dei grandi centri urbani. A proposito vorrei fare una riflessione politica. La maggioranza che guida la Regione, e di cui la Lega è la prima forza, si è spesa come non mai per scongiurare la desertificazione dei piccoli borghi, incentivando la residenzialità e l’offerta dei servizi. Un programma certamente meritorio che però deve armonizzarsi anche con l’azione del privato, specialmente quando questo svolge funzioni di servizio pubblico. Categoria nella quale rientrano appunto le trasmissioni televisive, con il loro ruolo di intrattenimento ma soprattutto di informazione per il cittadino.
Cordiali saluti,
Alberto Preioni
Capogruppo regionale Lega Salvini Piemonte
Chi vive in montagna ha gli stessi diritti di chi è andato finalmente a stare in città. Mica son obbligati ad andar ogni giorno per funghi, o starsene “a pascolare” per i fianchi scoscesi dei propri bei monti, come si trattasse di cittadini-bovini. Volessero anche farsi del male, per esempio seguendo i programmi Mediaset, avrebbero il diritto di farlo, c’è Democrazia qui, vivaddio! Bene ha fatto Preioni a lanciare questo sasso in piccionaia. Chi vivrà vedrà.