Alla fine il processo Eternit arriverà a Vercelli. Il procuratore generale della Cassazione ha chiesto che i ricorsi della Procura di Torino in merito al processo Eternit-bis, siano dichiarati inammissibili.
La Procura aveva contestato la scelta del gup di escludere già in fase preliminare l’ipotesi del dolo relativamente alle condotte dell’indagato Stephan Schmidheiny, ritenendo che solo il dibattimento avrebbe potuto stabilire quale fosse il livello di responsabiità. La prima sezione della Cassazione (la stessa che tre anni fa cancellò il Processo Eternit che aveva condannato a 16 anni di carcere Schmidheiny) ha dunque stabilito che resta valida l’impostazione scelta dal gup di Torino che – escludendo il dolo – aveva portato allo smembramento del processo fra quattro diverse procure: Vercelli (per Casale), Reggio Emilia (per Rubiera), Napoli (per Bagnoli) e Torino (per Cavagnolo).
«È importante – a questo punto – che la sentenza della Cassazione si limiti a dare un giudizio di ordine procedurale e non entri nel merito del doloso/colposo, come sembra abbia fatto questa mattina il pg in aula», commenta Bruno Pesce, coordinatore del Comitato Vertenza amianto. «Che ci dica cioè se era o no nelle competenze del gup stabilire questa impostazione; e se era o no possibile opporsi… Diversamente sarebbe stravolta la giustizia perché se senza alcun dibattimento, senza ascoltare testimoni e valutare documenti si decide, allora bisogna che facciamo un grado unico di giudizio e che i dibattimenti avvengano direttamente in Cassazione», conclude Pesce.





