Il Piemonte resta arancione ancora per una settimana, ma con specifiche disposizioni di divieto aggiuntive che “rafforzano” la necessità di limitare la diffusione del virus (soprattutto la variante inglese). È la strategia che, in sostanza, ha messo a punto la Regione, per contenere l’impennata dei contagi e armonizzare le misure con i dettami del nuovo Dpcm del Governo Draghi. Così da martedì, 9 marzo, al fine di limitare la possibilità di occasioni di assembramento, e fino al 20 marzo, in tutto il Piemonte non sarà consentito l’utilizzo delle aree attrezzate per gioco e sport, come ad esempio scivoli, altalene, campi di basket, aree skate, in aree pubbliche e all’interno di parchi e giardini pubblici (fatta salva la possibilità di fruizione da parte di soggetti con disabilità). Inoltre, da domani, sabato 6 marzo, l’accesso alle attività commerciali (che rimarranno aperte come oggi) sarà consentito ad un solo componente per nucleo familiare (ad eccezione della necessità di recare con sé minori, disabili o anziani). Inoltre, sempre la Regione, raccomanda fortemente per le attività di ristorazione la vendita con consegna a domicilio rispetto all’asporto. Per ora le limitazioni sono queste.
Come detto tutte le misure valgono fino a sabato 20 marzo, con la possibilità in corso d’opera di irrigidire ulteriormente le misure restrittive o alleggerirle a seconda dell’evoluzione della pandemia.
Capitolo scuola
Come ampiamente anticipato (leggi qui), le scuole in gran parte verranno chiuse. Ma il meccanismo è definito “chirurgico”, e cerca di intervenire in specifiche aree dove il contagio o il rischio di contagio è maggiore. La Regione, che conta 38 distretti sanitari, viene suddivisa in due macro aree di competenza: Fascia di rischio 1, con ben 21 distretti inseriti (in questa fascia vi è il Vercellese senza la Valsesia), in cui le misure restrittive sono più aspre e in particolare le scuole saranno tutte chiuse, dalle materne alle superiori. E poi Fascia di rischio 2, dove sono collocati gli altri 17 distretti sanitari (in questa fascia vi è la Valsesia), in cui la didattica a distanza sarà, invece, dalla seconda media in su. Su tutto il territorio regionale però resteranno aperti nidi e micronidi, l’attività scolastica per i disabili e dei laboratori, salvaguardando così almeno la fascia d’età 0-3 anni. Le nuove misure per le scuole saranno attive da lunedì 8 marzo per due settimane.
Spiega la Regione: “La misura si rende necessaria alla luce di quanto previsto dall’ultimo Dpcm nelle aree dove l’incidenza dei contagi supera la soglia di allerta, con un tasso di incidenza uguale o superiore ai 250 casi ogni 100.000 abitanti o dove si è registrato un raddoppio dei nuovi casi nel corso dell’ultima settimana, rispetto al periodo precedente”.
I 21 distretti individuati nelle province di Asti, Cuneo, Torino, Vercelli e Vco in FAscia di Rischio 1 sono i seguenti:
AT – Asti sud (Nizza M.to); CN1 Nord-est (Fossano), CN1 – Nord-ovest (Saluzzo), CN1 – Sud-est (Mondovì), CN1 – Sud-ovest (Cuneo), CN2 – Alba, CN2 – Bra; TO3 – Centro-Collegno, TO3 – Pinerolese-Pinerolo, TO3 – Sud-Orbassano; TO4 – Chivasso-San Mauro, TO4 – Ciriè, TO4 – Cuorgnè, TO4 – Ivrea, TO4 – Settimo Torinese; TO5 – Carmagnola, TO5 – Moncalieri, TO5 – Nichelino; VC – Vercelli; VCO – Domodossola, VCO – Verbania.
In questo momento, di fatto, il Piemonte è zona arancione con classificazione del rischio complessiva Moderata ad alta probabilità di progressione.
In sostanza, va detto, si tratta dell’anticamera della zona rossa.
Ecco gli elenchi dei comuni nelle delle due fasce di rischio:
fasciarischio1_comunidistrettisanitari
fasciarischio2_comunidistrettisanitari
L’asessore regionale all’Istruzione Elena Chiorino, ha spiegato: “Avendo come obiettivo, da sempre, scuole aperte e studenti in presenza garantendo la salute di tutti oggi confermiamo la presenza per i piccoli della fascia 0/3 su tutto il territorio piemontese. Si conferma, inoltre, scuola in presenza per gli studenti disabili, i ragazzi con bisogni educativi speciali e laboratori che non possono essere svolti in DAD. Proprio perché sappiamo quanto sia difficile per le famiglie questo momento, abbiamo lavorato chirurgicamente sui territori per mantenere aperto il più possibile ove possibile sulla base del nuovo DPCM che impone regole più stringenti e vincolanti”. ”
Alla luce dei dati odierni, emersi dalle rilevazioni sui 38 distretti sanitari del Piemonte – continua l’assessore – si è deciso di applicare misure più restrittive estendendo la DAD anche per le scuole elementari, dove l’incidenza dei contagi ha superato la soglia di allerta (250 casi ogni 100 mila abitanti definita dal Governo nel DPCM) associando il dato di allerta dove la media dell’ultima settimana è risultata almeno doppia rispetto alle tre settimane precedenti segnalata dagli epidemiologi della nostra Unità di crisi. Proprio perché le nostre scuole (dal personale tutto, agli studenti) stanno collaborando bene ed i dati che ci provengono dal Progetto Scuola Sicura ne sono una prova tangibile, continueremo a lavorare assiduamente per garantire l’attività educativa e didattica, non solo perché i nostri bambini e ragazzi ne hanno diritto, ma anche e soprattutto, perché ne hanno bisogno”. “Quel che è certo – conclude Chiorino – e su cui mi permetto di rinnovare l’invito, è di essere tutti ancora più responsabili e attenti, non solo a scuola, ma anche fuori dalle mura scolastiche poiché la scuola è non solo una, ma “la” priorità assoluta.”






L’aspetto che secondo me prevale è una forma nuova di drammatizzazione della “fiction” oltre la “RealeRealtà” della congiuntura, riscontrabile in alcuni aspetti, segnatamente:
1 grande frammentazione dei livelli di divieto per aree sempre più piccole
2 grande frammentazione degli interventi che si protrarranno per durate sempre più brevi
.. ciò avrà un impatto sociale immediato permanente .. non solo dato dalle difficoltà immediate a seguire, capire ed adeguarsi secondo la propria vita, le evoluzioni continue dei provvedimenti, un trauma sulla parte più debole e sensibile della popolazione visto anche il protrarsi da oltre un anno. Quell’impatto sarà studiato dagli psicologi ma non pubblicato immediatamente .. sui giornali
Domande:
1 hanno i provvedimenti un reale impatto sul contagio e sulla salute?
2 hanno i provvedimenti una reale giustificazione avendo a riferimento i casi gravi realmente causati (nel marzo e mesi successivi del 2021) dal virus dell’anno 2020 che si indica come covid19?