Piemonte probabile conferma della zona gialla. Contro la variante inglese, però, pronto un piano di zone rosse circoscritte

Il Piemonte si prepara all’eventuale aumento della diffusione del covid, soprattutto per quel che riguarda la variante inglese o altre mutazioni del virus, con la possibilità di istituire in modo rapido delle zone rosse in caso di focolai. Lo ha spiegato oggi l’assessore regionale alla sanità Luigi Genesio Icardi intervenendo in Consiglio regionale. “La Giunta sta predisponendo una delibera con misure impegnative dal punto di vista organizzativo per contrastare la diffusione delle varianti – ha detto -. Domani ci sarà un confronto con Prefettura e Anci per affrontare i dettagli del provvedimento, per ora solo in bozza. Università e zooprofilattico stanno facendo tipizzazioni del virus, abbiamo anche test per individuare le varianti. Sono previste zone rosse più ampie dei singoli comuni, se si presenta necessità di isolare focolai: è fondamentale bloccare le varianti sul nascere”.

L’assessore regionale alla sanità Luigi Genesio Icardi

Lo schema previsto si basa quindi su aree comunali o, più ancora, sovracomunali a cerchi concentrici e che in base alle simulazioni potrebbero avere tendenzialmente le dimensioni dei distretti sanitari.
Sarà cruciale la rapidità per arginare la diffusione del Covid nella sua variante inglese che, come noto, è maggiormente contagiosa e in Italia in alcune aree ha già raggiunto una percentuale del 56% sul totale dei casi positivi registrati. In Piemonte sono stati finora trovati 23 casi di variante inglese. Proprio in considerazione delle previsioni che, come ha spiegato assieme all’assessore Luigi Icardi il vicedirettore regionale e responsabile della prevenzione Bartolomeo Griglio, indicano la possibilità che nel giro di poche settimane la variante inglese di fatto si sostituisca al virus “originario” si stanno predisponendo i piani “che ovviamente ci si augura non debbano essere attuati”. Sul fronte politico sarà previsto, nel caso di istituzione di zone rosse localizzate, un’ordinanza a doppia firma – quella del presidente della Regione Alberto Cirio e quella del ministro della Salute Roberto Speranza – in maniera tale da provvedere rapidamente alla predisposizione e all’erogazione dei ristori per le attività che saranno costrette alla chiusura.

Intanto, sui dati attuali dell’evoluzione dei contagi della settimana, sembra sempre più probabile la conferma della permanenza in zona gialla del Piemonte anche per la prossima settimana. C’è però una novità rispetto alle ultime rilevazioni sull’andamento del Covid in Piemonte: “Registriamo un trend crescente nella fascia di età 6-10 anni. I giovani di stanno contagiando di più rispetto agli anziani”. Lo ha spiegato sempre l’assessore Icardi che poi ha ancora una volta raccomandato massima attenzione e cautela per l’ingresso nelle scuole di alunni che presentano anche solo i sintomi del raffreddore.

“La media giornaliera di contagiati è di 718 casi – ha proseguito Icardi – la riduzione è molto lenta, si evidenzia una generale costanza, con questo dato nuovo di positivi di giovane età”. Si registra anche una decrescita molto lenta dei ricoveri nelle terapie intensive, sub intensive e nei posti letto ordinari. Icardi poi però ha ribadito che “abbiamo tutte le condizioni per rimanere in zona gialla, tutti i parametri ci dicono che è ragionevole pensare di restare in questa condizione. Certo, abbiamo previsioni non rosee sull’andamento possibile futuro dei contagi per quanto riguarda le varianti, per questo stiamo spingendo con il Governo per avere più dosi di vaccini”.

Per la Regione infatti il “vero collo di bottiglia per poter vaccinare la popolazione è l’approvvigionamento, abbiamo incaricato Scr di fare ricerche internazionali su possibilità di rifornimento alternative, ma bisogna avere garanzie per avere a disposizione un prodotto di qualità. La velocità con cui riusciamo a vaccinare è fondamentale per contrastare la diffusione delle varianti, su cui abbiamo istituito un gruppo lavoro presso il Dirmei”.

Sul tema delle varianti e l’eventuale istituzione di zone rosse circoscritte il presidente della Commissione Sanità Alessandro Stecco ha aggiunto: “è molto positivo che si pensi a una politica di zonizzazione settoriale di distretto e di area. Ritengo auspicabile che una regione complessa come la nostra abbia risposte diverse a seconda delle situazioni locali che dovessero presentarsi”.

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1 commento

  1. La fantasia, e’ tautologico, non ha limiti e con essa il Governo centrale. Le varianti sono indispensabili per alimentare il lavoro. Guai se non ci fossero (o, non ci si avesse pensato). In Israele, dove hanno “vaccinato” previo contratto semisegreto più di metà della popolazione (100% entro marzo, pare) sapevano che dopo il “vaccino” di richiamo molti avrebbero preso il virus (a questo punto il lettore non distratto dovrebbe ridere)… l’accadimento e’ proprio dei “vaccini antinfluenzali” … MA avevano un asso nella Manica, per “fortuna” e’ arrivata anche da loro una variante (autoctona, dicono). Tutti i vaccini, fino al 2019, variavano, nel silenzio generale, tutto “finiva”…. ma ora, grazie agli scienziati, c’è un’allegro chiacchiericcio (caciara). Tutto ricomincia e la novità cancella il passato. L’agognato primo/secondo vaccino e il lock down sono superati (inutili) grazie ai nuovi ginnici virus, appena arrivati… e si torna alla casella di partenza. Come nel gioco dell’oca (solo che qui l’oca siamo noi).

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