PAROLA AL CANDIDATO SINDACO / 2 – Roberto Scheda

Dopo essersi candidato a sindaco di Vercelli nel 2019, alla guida di due liste civiche, “Voltiamo Pagina” e “Uniti si vince”, ottenendo un risultato importante, il 14,4 per cento dei consensi (terzo dopo Andrea Corsaro e Maura Forte che, appoggiati dai partiti, andarono al ballottaggio), Roberto Scheda, 81 anni, penalista di spicco e riconosciuto leader politico (del Psi, del Nuovo Psi e poi del centrodestra), nonché figura carismatica nel mondo bancario italiano (è stato vice presidente nazionale dell’Associazione delle Casse di Risparmi, e membro dell’esecutivo nazionale dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana e componente del comitato del Fondo di garanzia per i depositi) si ripresenta, sempre come candidato sindaco, alle amministrative dell’8 e 9 giugno, stavolta appoggiato dal centrodestra. Come candidato indipendente, sarà sostenuto da tre liste: Lega Salvini, che lo ha proposto, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Incontriamo l’avvocato Roberto Scheda nel suo studio professionale di via Feliciano di Gattinara: lì si sono seduti Elena Romani, la madre della piccola Matilda, decine di testi del processo Mamma Ebe, il familiari dell’appuntato Salvatore Vinci. In tutti più importanti processi degli ultimi cinquant’anni, Scheda è sempre stato presente, ora come difensore, ora come parte civile.

Avvocato, perché questa nuova sfida, per giunta a 81 anni?

“Per risponderle, devo fare un tuffo nel passato, lungo almeno 54 anni. Era il 1970, e non avevo ancora compiuto 28 anni. A vercelli c’era una giunta di centrosinistra, guidata dal sindaco Dc Carlo Boggio, che mi aveva assegnato le deleghe all’assessorato che oggi si chiamerebbe delle Politiche sociali e che allora si chiamava dell’Assistenza e beneficenza. Ero un giovane socialista assetato di ideali. Da anni ero  ‘pioniere della fraternità’ in Croce rossa (quando ci entrai, presidente era il popolarissimo Renato Gadina, fondatore della Famija Varsleisa) e mi battevo per i diritti della  cittadinanza più debole e indifesa, gli anziani, le famiglie meno abbienti, soprattutto. Nello stesso periodo, a Rosasco, minuscolo centro del Pavese, il sindaco, che era mia suocero, l’avvocato Giovanni Radice, aveva affidato ad un gruppo di persone di fiducia, tra le quali c’ero anch’io, il compito di amministrare al meglio il Centro Agostino Chiesa, una Casa di Riposo nata grazie ad un lascito importante. Lavorammo sodo compiendo scelte così innovative da attirare, su un minuscolo centro di poche centinaia di abitanti, addirittura l’attenzione e il plauso dell’assessore regionale della Lombardia Peruzzotti. L’Agostino Chiesa’ non aveva cameroni, ma stanze a due letti, un servizio mensa ed una lavanderia a disposizione non solo degli ospiti interni, ma anche degli anziani del paese. Mentre l’esperienza di Rosasco era entusiasmante, a Vercelli la Casa di riposo aveva ancora i cameroni. Ma Vercelli, rispetto. Rosasco, era ben altra realtà, e capii subito che, per cambiare le cose, occorreva procedere per gradi. Forte dell’appoggio del sindaco Boggio, incominciai a darmi da fare. Per prima cosa eliminai l’avvilente pellegrinaggio quotidiano delle persone che salivano al primo piano del Municipio per ricevere l’elemosina: al posto di quelle umilianti code, servizi sociali come ad esempio i soggiorni marini per gli anziani e poi, soprattutto, l’assistenza medica gratuita a domicilio da parte delle Piccole serve, le cosiddette suore delle punture. Una scelta che quasi mi costò un processo pubblico da parte del mio partito, il Psi che non poteva tollerare la mia idea di allestire un servizio comunale con delle religiose. Eppure fu una scelta vincente e apprezzatissima da parte della città, anche i miei compagni super critici dovettero ricredersi. Attenzione per i fragili, per gli anziani, è rimasta una costante, fu proprio perché non mi pareva di coglierne a sufficienza che nel 1977,  vice sindaco da due anni di una giunta di sinistra con un grande sindaco qual era Ennio Baiardi, mi dimisi in modo clamoroso durante un Consiglio comunale. Oggi i problemi sono cresciuti, ovviamente anche le risposte, ma ci sono patologie nuove, che cinquant’anni fa non venivano considerate, perché sconosciute. Penso all’autismo, che come a Vercelli tutti ormai sanno, coinvolge direttamente me e la mia famiglia. Alla recente presentazione del nuovo, stupendo progetto Comune-Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli del Centro diurno per l’autismo al Concordia, ho ringraziato pubblicamente per la sensibilità e l’operatività l’avvocato Aldo Casalini e il sindaco Andrea Corsaro. Andrea è un amico e una persona che stimo, sono stato dieci anno al suo fianco come assessore. In questi giorni si sta parlando di noi come se fossimo impegnati in una sfida all’Ok Corral. Niente di più assurdo. Tornando al tema dell’assistenza alle persone disabili o malate, mi piacerebbe mettere mano ad una mia vecchia idea, quella del Palazzo del Volontariato, in grado si riunire tutte le associazioni in una sola, grande struttura”.

Torno all’osservazione sui suoi 81 anni. Con che spirito si affronta prima l’impegnativa campagna elettorale e poi, soprattutto, in caso di vittoria, un quinquennio amministrativo?

“Con lo spirito di 54 anni fa, e per quanto riguarda l’obiezione degli 81 anni, lancio la sfida a chiunque: scegliete un giorno a caso, e seguitemi in una giornata di lavoro, e poi mi direte. Io voglio creare un’amministrazione dal volto umano che sia vicina ai problemi reali della gente, e mi impegno a seguirli di persona, problemi grandi, ma anche problemi quotidiani o eccezionali. Fu lei a definirmi l’assessore con la pala e gli stivali quando, avendo la responsabilità del servizio neve, andavo a controllare di persona che nessun quartiere fosse lasciato indietro. Usando quell’immagine, le posso assicurare che, all’occorrenza, sarò anche il sindaco con gli stivali”.

Ammeterà, da politico navigato qual è, che la scelta politica di una maggioranza che va a pescare il candidato sindaco nell’opposizione è, per usare un eufemismo, alquanto singolare. Senza contare che, in caso di successo, le toccherà gestire progetti ormai avviato, su cui ha votato contro.

“Per incominciare, può darsi che la maggioranza mi abbia scelto per quel 14,4 per cento conquistato cinque anni fa contando sulle sole mie forze, perché sa benissimo  che sono un uomo libero, e anche perché, ripeto, sono stato assessore di Corsaro in due amministrazioni consecutive di centrodestra, quindi mi sento tutt’altro che un corpo estraneo a questa coalizione”.

E anche vero che però nell’ultimo quinquennio le ha votato spesso contro progetti che, in caso di vittoria, sarà chiamato a gestire.

“Sul voto contrario a tante delibere di giunta, invito ad andare ad esaminare le mie dichiarazioni di voto, ad esempio sul cosiddetto piano-Kipar. ‘No’, non nel merito, ma per il metodo. Corsaro, ripeto, è stato, a mio avviso, un ottimo sindaco, e tanti dei suoi progetti faranno sicuramente il bene della città. Ma sulla rivoluzione Kipar, io avrei convocato Consigli su Consigli, riunioni su riunioni con cittadini, commercianti, professionisti, e avrei costruito il  progetto ‘con la città’. In caso di vittoria so come gestirlo, nessuno dimentichi che, da assessore alla Polizia Urbana fui io, molti anni prima di Bagnasco, ad istituire la prima zona pedonale della città”.

Dunque non cancellerà il piano-Kipar? E per il resto? Penso ad esempio alla politica culturale, su cui Corsaro ha puntato molto…

“Lo sviluppo del piano Kipar sarà seguito con piena attenzione, nell’esclusivo interesse dei cittadini. Per il resto, non spazzeremo via proprio niente. Lo straordinario lavoro di un collega qual è stato Giorgio Fossale per dieci anni con la creazione di Arca, il miracolo della Camerata Ducale, lo sviluppo della rete museale, l’impulso dato alla Società del Quartetto e all’attività teatrale, per citare solo alcuni temi, sono un’eredità nonché una base preziosa per lavorare al meglio su Vercelli Città d’Arte e Cultura che io vorrei trasformare veramente da città che ospita l’Università a Città Universitaria, con l’appoggio, anche in questo settore, di una realtà semplicemente straordinaria qual è la Fondazione Cassa di Risparmio. Ho letto lunedì su ‘Notizia Oggi Vercelli’ alcune dichiarazioni sempre intelligenti e condivisibili di Fossale sull’università e sulla cultura musicale. Ad esempio, la necessità imprescindibile di creare finalmente un dialogo costruttivo tra Camerata Ducale e Società del Quartetto. Se eletto, costruirò anche questo ponte”.

Lei è nato a Livorno, il papà era di Cremona, tifa Fiorentina e ovviamente anche Pro, ma da sempre dichiara amore incondizionato verso la sua città di adozione.

“Non solo amo Vercelli, ma ho sempre cercato di usare le mie cariche in ambito politico e soprattutto bancario a favore della città. Nel 1981 fui nominato presidente sella Cassa di Risparmio di Vercelli. Socialista trentanovenne mi insediai in un feudo che era stato da sempre appannaggio esclusivo della Dc e, badi bene, su indicazione di un ministro democristiano come Andreatta. Mio vice era l’amico Dario Casalini. Cercai subito di andare incontro ai problemi della gente agevolando il più possibile le famiglie e le aziende e le famiglie in tema ai mutui e aperture di credito. La Banca doveva essere sempre più vicina agli interessi della gente, e avere sempre un occhio attento alle esigenze delle aziende locali. L’amico Nando Lombardi può testimoniare che quel nuovo corso portò ad esempio alla creazione di Ascomfidi, quando presidente di Ascom era il compianto Giulio Baltaro. Quindi mi spesi tantissimo per far crescere numericamente gli sportelli della Cassa di Risparmio di Vercelli, andando ad aprire agenzie nelle province vicine, in modo la Cassa di Vercelli acquisisse sempre più prestigio e numero di dipendenti. E portai avanti, implementandoli, questi progetti anche quando diventai vice presidente nazionale di Acri, nel 1982. Fui proprio io, in quella veste, al congresso nazionale Acri di Taormina a lanciare l’idea, appoggiata dall’allora Governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi e dal ministro delle Finanze Giuliano Amato, di arrivare alla fusione tra le Casse di Risparmio, specie tra le meno grandi, per acquisire sempre più forza. Non tutti erano d’accordo. Ad esempio non ne voleva sapere il potentissimo presidente della Cassa romana Cacciafesta, ma io, tra gli altri, avevo il sì della altrettanto potente e combattiva presidente di Torino Emanuela Savio. La spuntammo, e quell’idea germogliò. Biverbanca Biella-Vercelli, creata dopo pochi anni da un’intesa tra i presidenti Dc Casalini e Squillario, nacque proprio dalla sollecitazione lanciata in quel congresso (io avevo nel frattempo lasciato il mondo bancario per l’elezione in Senato). E da lì seguirono gli sdoppiamenti tra Banca e Fondazione che hanno creato la prosperità di Fondazioni come la nostra in grado di aiutare sempre più concretamente il territorio e quindi i cittadini. Impulso per la mia città che ho cercato di dare anche alla Croce rossa, di cui sono anche stato vice presidente nazionale. Il nostro campo-base allestito durante l’alluvione del 1994 nell’area dell’Eliporto del Del Prete riforniva di alimenti, strutture e mezzi tutto il Piemonte orientale. Dopo la fine dell’emergenza, proposi invano di mantenervi una struttura fissa che, in grado di calamità nella nostra Regione, sarebbe stata messa nelle condizioni di attrezzarsi e agire in fretta, ma non venni ascoltato. Andate a vedere com’è ridotto oggi l’Eliporto”.

Infine, una domanda ancora su Corsaro: si dice sia caduto in disgrazia agli occhi del centrodestra, anche per la scelta di difendere, come legale, Pozzolo…

“Dal punto di vista dell’opportunità politica, non esprimo alcun parere. Come avvocato, richiesto espressamente di farlo, e gliel’ho anche detto personalmente, non poteva non accettare”.

Edm

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1 commento

  1. INTERVISTE.
    Dopo il primo a presentarsi condidato e ad esser sentito .. ariva secondo
    (nell’intervista) uno degli ultimi a esser indicato come aspirante-sindaco
    (visto il parto “difficile” cel CentroDestra)
    L’altra volta che tentò la scalata alla poltrona di sindaco
    .. con “Uniti si vince” .. perse!
    (14,4% non è 50,1% .. manca il 35,7%) .. a chi sarebbero andati
    quei voti? .. alla sinistra o alla destra: nessuno può dirlo
    ,, forse metà e metà .. ?
    E stavolta dopo vari indefinibili tentativi, non solo suoi
    (si offrì al/ o fu contattato dal Pd?!!)
    è riuscito a venirsi trovare come prescelo
    nella coalizione .. che “ieri sera” era “LA CONTRADA NEMICA”..
    teoricamente avvantaggiata per la Vittoria Finale
    (o almeno per il ballottaggio) .. teoricamente.
    Si, perchè .. se è vero che Scheda è ..
    “riconosciuto leader politico
    (del Psi,
    del Nuovo Psi
    e poi del centrodestra”) .. con dei “limiti”
    D’accordo sui primi due .. ma sul
    “leader riconosciuto del centrodestra”
    direi .. dei SOLI VERTICI odierni (malaticci) del centro destra ..
    anzi, di metà della SOLA Lega (partito in stato di decomposizione
    un po’ ocunque .. neppure capace di seguire il suo leader Salvini),
    che, unica, l’ha voluto con convinzione ed .. insistenza
    (minacciando di far saltare gli altri accordi regionali)
    il popolo di destra non può certo amare incondizionatamente
    e .. follemente un socialista !!!
    (i meno giovani lo ricordano ritratto con Bettino Craxi … )
    e se .. arriverà la settima lista con Corsaro
    .. sicuramente prendera moltissimi voti .. saranno poste tante “croci”
    .. da coloro che vorranno “tradire il volere dei traditori”
    sentendosi così un po’ rivoluzionari, anarchici e antisistema
    e anche un po’ nella essenza del sistema (democaratico)
    non volendosi inchinare alle squallide beghe di partito che hanno portato
    alla indicazione finale del pur non censusrabile Roberto Scheda
    Avvocato di successo e banchiere .. guidò la Cassa di Risparmio
    .. c’era (in città), anche quando Casalini la fece confluire
    .. in buona sostanza .. sparire .. con motivazioni .. date dai “tempi”
    in CR Biella (il doppio capitalizzata, ma la CrVC
    era una solida banca di raccolta) .. e ..
    non si mise a capo di un corteo di patrioti-contrari, per Amore di Vercelli!
    .. ma s’inchinò ai poteri, all’andazzo e al volere generralizzato, di Roma.
    Ora.. dati i tempi improntati al buonismo, al volemoce bene
    ci ricorda (è un fatto) che venne incaricato d’occuparsi nel “sociale”
    (non si sa per per intima inclinazione .. o perchè la politica DI SINISTRA
    in quegli anni prevedeva che la sinistra facesse DAVVERO la sinistra ..! ..
    .. oppure fu per caso?): ..
    “.. Assistenza e beneficenza. Ero un giovane socialista
    assetato di ideali.
    Da anni ero ‘pioniere della fraternità’ in Croce rossa ,,”
    Se dice di possedere ideali .. possiamo negarglielo?
    Sarà vero! .. e li persegue dove può (e capita)
    da solo, a destra oppure a sinistra !!!?!
    Quel che è certo è che possimo contare sul suo indomito ego ipertrofico
    (in misura propria di pochi altri fra i concorrenti al “posto”)
    .. se sarà eletto vorrà passare alla storia per qualcosa di altisonante?
    Per ora non promette niente di preciso.. come pure forse faranno gl altri candati,
    altrettanto scaltri e attenti a non perder voti “qua” per conquistarne “là”
    Si limita all’apologo della propria infinita carriera.

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