Il noto virologo Crisanti interviene alla videoconferenza Rotary Vercelli: ecco in sintesi le sue affermazioni sull’evoluzione del covid

Un interessantissimo intervento del prof. Andrea Crisanti (Professore ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica presso l’Università di Padova e Direttore del Dipartimento di Medicina molecolare presso la stessa Università, nonché Direttore del servizio di Microbiologia e Virologia presso l’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova), ha animato e reso unica la videoconferenza del 28 luglio scorso organizzata dal Rotary Club Vercelli. Il Professor Crisanti è intervenuto illustrando la dinamica di trasmissione del Covid 19 con particolare riferimento alla lezione di Vò Euganeo (PD).

 

 

Il Professor Andrea Crisanti

Dopo la presentazione e il benvenuto del presidente del Rotary Club Vercelli, Luigi Omodei Zorini, il professore ha preso la parola, proiettando grafici e tabelle.

 

In sintesi Crisanti ha ricordato che il caso di Vò Euganeo ha avuto origine nella notte tra il 21 e il 22 febbraio 2020, con la morte del primo paziente. Conseguentemente, il 22 febbraio la Regione Veneto ha autorizzato i tamponi per tutti i 3450 abitanti della cittadina.

 

Il 26 febbraio, a seguito di 89 persone positive su 2812 esaminate (3,1 %), che costituivano un’enormità rispetto allo 0,7 % di Wuhan e dei contagi totali in Cina), il Governo ha decretato la zona rossa.

“Dopo aver effettuato un primo campionamento, si decise di effettuarne un secondo per capire la situazione epidemica e l’effetto delle misure prese, riscontrando il 97,4% di casi negativi e il 2,6% di positivi” ha ricordato Crisanti. “Con un successivo approccio si decise di estendere il tampone a conviventi, parenti, vicini di casa, colleghi di lavoro, nonché ai medici di base, al personale Sanitario degli Ospedali e delle Case di riposo, al personale della Polizia, ecc., sino ad arrivare a 5000 tamponi al giorno. In sostanza si è riscontrato che gli asintomatici hanno la stessa carica virale dei sintomatici, e, pertanto, possono diffondere la malattia”.

 

In quelle occasioni è stata anche effettuata un’analisi per classi di età e per genere (contagi prevalenti da 21 a 70 anni), riscontrando che il numero dei guariti non varia percentualmente con l’età.

Crisanti ha ricordato che:

Si è avuta non solo una maggior percentuale di donne guarite rispetto agli uomini, ma si è riscontrato che le donne tendono a guarire molto prima.

Su di un campione di 370 bambini si è riscontrato che sono molto meno soggetti ad infettarsi.

Se non ci fosse stato il lock-down, si sarebbe registrata un percentuale di positivi dell’80% anziché dello 0,5%.

Gli abitanti di Vò erano in grado di uscire di casa, tranne i positivi e quelli in stretto contatto con i positivi, e a Vò non c’è stato alcun altro contagio nei tre mesi successivi.

 

In quest’ultima settimana, a livello nazionale, vi sono stati circa 1500 nuovi contagi, ma solo 80 ricoveri, il che significa che la maggioranza dei contagiati è asintomatica.

 

Il professore ha concluso la sua relazione sottolineando che lo studio del caso di Vò ha permesso pertanto di capire tantissimo su questa epidemia e di identificare un modello che permette di controllarne l’evoluzione.

 

 

Sono poi iniziate le domande dei Soci del Rotary, alle quali il Professor Crisanti ha risposto sempre in modo circostanziato. Ecco in sintesi ciò che ha detto:

  • Le tesi dei negazionisti e i comportamenti di chi non rispetta i distanziamenti e l’uso delle mascherine possono di certo portare all’accensione di nuovi focolai.
  • Negli aeroporti, sugli aerei e negli ospedali con distanze ravvicinate la mascherina FFP2 è di certo efficace.
  • Meno sicuri sono treni, autobus, metropolitane, ove il ricambio dell’aria potrebbe essere meno efficiente e poche persone potrebbero infettarne molte.
  • Per i prossimi mesi, e per l’autunno, i comportamenti anomali non saranno perdonati dal virus e vedremo aumentare i casi e le misure di mobilitazione per circoscrivere i focolai. Ci potrebbe essere il problema della saturazione della capacità d’intervento delle strutture sanitarie, in quanto l’unica possibilità è quella di circoscrivere le zone rosse e la capacità in Italia è di 70.000 tamponi al giorno. Pertanto, se da una parte c’è preoccupazione, dall’altra c’è la consapevolezza di una grande capacità di reazione e del fatto di sapere cosa fare.
  • Molti tipi di test non sono del tutto affidabili, il test del nostro laboratorio è stato fatto in casa ed ha avuto l’approvazione dell’Istituto Spallanzani.
  • E’ vero che durante la malattia una persona si può negativizzare al tampone faringeo e poi tornare ad essere positiva, in quanto la distruzione della maggior parte delle cellule da parte del virus fa risultare negativi, ma quando le cellule della faringe si riproducono si riscontra di nuovo la positività.
  • Non si capisce ancora perché alcune persone sono resistenti al virus, e vi sono un sacco di cose che ancora non si conoscono. Alcune persone rimangono positive 3 – 4 mesi pur stando bene, noi cerchiamo di ricoverarle tutte per capire come mai.
  • Le conseguenze sono diverse, e per alcuni dei guariti i sensi dell’olfatto e del gusto sono ancora assenti.
  • Si è riscontrato che i bimbi da 1 a 11 anni sono molto resistenti al virus, mentre quelli dal 2° all’11° mese di vita si infettano più facilmente ed hanno problemi.
  • Lo sviluppo dei vaccini richiede tempi molto lunghi, anche se per altri virus del passato vi sono oggi anche dei farmaci molto efficaci (ad esempio per HIV).
  • E’ pressoché inutile attuare il distanziamento dei banchi a scuola se si considera che gli alunni, fuori dalla scuola, si scambiano matite, merendine, ecc. senza rispettare il distanziamento. Questa misura serve solo per de-responsabilizzare i Dirigenti Scolastici. E’ più utile misurare la temperatura degli alunni all’ingresso, senza fidarsi delle temperature misurate con metodi diversi dalle famiglie, impedendo l’ingresso a scuola a chi presenta disturbi respiratori e/o febbre. I test a scuola devono essere sia sierologici che tamponi, e i Dirigenti devono essere informati su eventuali focolai nei luoghi di residenza degli alunni.
  • La situazione degli edifici scolastici è molto variegata, vi sono edifici del 1600 ed altri costruiti da poco, bisognerebbe assicurare un buon ricambio d’aria nelle aule.
  • Gli sport minori ma di contatto (basket, pallavolo, ecc.) presentano elementi di rischio e valgono gli stessi principi: divieto d’ingresso in campo ai giocatori con sintomi o ai provenienti da aree con focolai. Sarebbe molto opportuno effettuare tamponi periodici. C’è anche il problema che persone con sintomi respiratori non riconducibili al Corona Virus possano creare confusione ed esser scambiati per sintomatici.
  • Il vaccino deve essere testato per evitare effetti collaterali dovuti all’età, al sesso ed alle situazioni patologiche in atto.
  • I kit di diagnosi veloce per individuare anticorpi possono far riscontrare sia falsi positivi che falsi negativi, pertanto non sono affidabili.
  • E’ opportuno sottoporsi al vaccino antinfluenzale tra metà ottobre e metà novembre, ma il problema è che non si sa se ci saranno dosi di vaccino in quantità sufficiente per tutti.
  • Il caldo contribuisce di certo a contrastare la diffusione del virus; la controprova è quanto è successo di recente nel macello in Germania, in condizioni di bassa temperatura, elevata umidità relativa e sovraffollamento.
  • Visto che il professore si è anche occupato di studi sulla trasmissione della malaria e della riduzione della fertilità della zanzara “Anopheles gambiae”, ha specificato che detti studi sono controllati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che la metodologia potrebbe essere adattata anche ad altri tipi di zanzare su vasta scala (cosa molto importante per la nostra zona).

 

 

Dal Rotary Vercelli fanno sapere che: “I partecipanti sono stati molto soddisfatti della chiara esposizione del Professore e delle argomentazioni con cui ha illustrato il tema e risposto alle domande”.

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2 Commenti

  1. Un dettagliatissimo resoconto. Tutto vero ? Sono convinto che sarebbe stato identico se predisposto per il virus influenzale del 2018 o 2017… tutto falso?

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