“Non vi dimenticheremo mai Bob e Tonino, perché l’Amore è forte come la morte”

La grande foto esposta oggi tra i due feretri

Nella loro casa, che era l’Aeroclub di Vercelli, sono venuti in tanti, in tantissimi, questa mattina a dire addio agli inseparabili amici Bob Savio e Tonino Greppi, morti il 26 agosto sul loro aereo, un P19, mentre stavano tornando a casa dopo un periplo nel Sud Italia: il velivolo è precipitato nei pressi di Cassano allo Jonio, dopo essere decollato dal piccolo aeroporto di Sibari e per i due amici fraterni, esperti piloti, non c’è stato scampo.

L’uscita delle salme Dall’hangar Dell’Aeroclub

Prima che le famiglie potessero  riavere le salme per le esequie ci sono volute più di tre settimane, e quando Bob e Tonino sono tornati nella loro città, gli amici del “Marilla Rigazio” hanno allestito una grande e commovente commemorazione all’aeroporto “Del Prete”, dopodiché, dopo la benedizione impartita da don Gianmario Isacco, Roberto Savio è stato tumulato nel vicino cimitero di Billiemme, mentre per Torino Greppi sono previsti i funerali religiosi lunedì alle 10,30, in Duomo, ma la salma può essere visitata da questo pomeriggio e fino appunto alle esequie nella Casa Funeraria di Vercelli a Caresanablot.

Maria Greppi ricorda il papà

Il saluto e le toccanti commemorazioni di questa mattina si sono svolte nel grande hangar della scuola di di volo del “Marilla Rigazio” che pure non è riuscito a contenere tutta la commossa folla di amici che si è stretta intorno a Rosella Pellanda, la moglie di Savio, alla figlia Roberta, con Alberto e il piccolo Gregorio; e a Margherita e Maria (con Mirko e Andrea)  le figlie di Tonino Greppi, e il figlio Paolo. Tra i presenti, ancora con le stampelle, il sindaco Andrea Corsaro, che è andato a salutare, con affetto, le famiglie.

Il sindaco Corsaro con Rosella Pellanda

Tantissimi gli interventi, introdotti da Pino Innocenti, storico iscritto all’Aereoclub vercellese, il quale ha ricordato i primissimi passi mossi sia da Torino sia da Bob quando ancora, vista l’età, non potevano volare. Ma la passione era forte. Tonino venne presentato Innocenti, quando ancora presidente era Cesare Destefanis, dal padre, Gigi, ed incominciò subito a studiare sodo per acquisire il brevetto di volo. Bob faceva invece parte di un gruppo di ragazzini che passavano intere giornate al “Del Prete” sfruttando il cosiddetto “Avio a scrocco”, una sorta di autostop verso le nuvole: quando un aereo stava partendo con un posto in cabina ancora libero, chiedevano di salirci. “E si appuntavano, con precisione, tutti i particolari del volo”.

L’intervento di Pino Innocenti

Tra gli altri che sono intervenuti (ed alcuni sopraffatti dal doloro non sono letteralmente riusciti a spiaccicare parola, come il comandante di aerei di linea Marcello Uga), il presidente dell’Aeroclub Pietro Bacchi, il consigliere Andrea Vecco, l’amico fraterno e pilota Francesco Alloero (che ha citato la celebre frase del Cantico dei Cantici per attestare che l’amore di tutti non cancellerà mai il ricordo di Bob e Tonino: “L’amore è forte come la morte”), il sindaco Andrea Corsaro. Vertici di intensa, viva commozione si sono toccati quando Franco Guilla ha letto il pensiero rivolto al suo “papino” dalla figlia di Savio Roberta (nutrita la delegazione delle sue ragazze della palestra Go-Fit) e quando Maria, figlia di Tonino, si è rivolta direttamente ai presenti per salutare il padre.

Le parole di Francesco Alloero

Tanti altri hanno parlato. Non ha preso la parola, ma era fisicamente presente (e piegato dal dolore) il vice presidente dell’Aeroclub Maurizio Gennaro.

Franco Guilla che ha letto il pensiero di Roberta Savio al padre Bob

Tutto si è svolto per poco più di un’ora e mezza all’interno dell’hangar, all presenza dei feretri, ricoperti, entrambi, di girasoli, lilium e rose bianche: tra le due bare, una grande, bella, struggente, foto dei sue amici inseparabile accanto ad un velivolo. Durante tutta la cerimonia il discreto e commosso accompagnamento musicale, al piano elettrico, di  Simone Morandotti, parente di Savio.

Il saluto di Andrea Vecco a Tonino e a Bob

Tra le canzoni suonate “Azzurro”. Azzurro come quel cielo che Bob e Tonino amavano. Anche durante la cerimonia il cielo vercellese era azzurro, ma all’improvviso, quasi un segno,  uno scroscio di pioggia si è versato sull’hangar: pochi minuti, ed i feretri sono usciti l’uno accanto all’altro. Ora si separeranno, ma Bob e Tonino continueranno ad essere uniti, come ha sottolineato quel verso del Cantico dei Cantici, e a proteggere i loro cari, da quell’Azzurro tanto invocato, perché “Forte come la morte è l’amore”.

Il commento musicale di Simone Morandotti

Edm

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here