L’idea degli Alpini e del Comune di interrompere l’esposizione delle centinaia di bandierine tricolori su corso Libertà all’altezza di piazza Tizzoni, limitandola al tragitto delle parata prevista per domenica 6 ottobre non è piaciuta ai negozianti e agli abitanti dell’ultimo tratto del Corso.
“D’accordo – sostengono le persone che ci hanno segnalato il problema – il corteo con le Penne nere, per il centenario della Sezione vercellese degli Alpini non sfila davanti a noi, ma le bandierine tricolori potevano essere collocate lo stesso nell’ultimo tratto di Corso che, invece, e non solo in questa circostanza, continua ad essere abbandonato e trascurato”.
E questa “trascuratezza”, ci viene segnalata con una prospettiva addirittura storica dal titolare del negozio per animali “Michi” che riporta una lamentela dai toni biblici dell’avvocato Guilla che, nel 1860, scriveva così: “Tutto il favore è per la parte occidentale della città: ufficio generale del dazio civico; pesa pubblica; quartiere di cavalleria; mercato del fieno; fiere, viali superbi, tutti per i felici abitanti di Porta Torino”:
E aggiungeva: “Essi furono sempre e soto tuttora i figli prediletti, i Giacobbe e gli Isacchi di tutte e amministrazioni dal 1814 a oggi. Gli abitanti della parte orientale sono i figlie reietti dai loro padri, i nati alla sventura e all’oblio, gli Esaù…”.
Forza, Comune e Alpini, smentiamo dopo 164 anni l’impressione dell’avvocato Guilla.






Lamenti e gelosie
dei comunisti,
sono incomprensibili!
La vera ragione dell’accaduto
è che, in quel tratto di Strada
s’annidano, ormai
(i tempi son cambiati)
molti vetero-leghisti
fautori del federalismo
che rigettano il tricolore.