Muraro al traguardo della sua terza Ötztaler. “Ce l’ho fatta solo grazie ad Elena”

Massimilano Muraro ce l’ha fatta. E’ riuscito  a portare a termine la sua terza Ötztaler Radmarathon, una delle corse più temute dagli appassionati di ciclismo, visto che su uno sviluppo di 227 chilometri prevede qualcosa come 5.500 metri di dislivello: un percorso ad anello che si snoda tra il Tirolo e l’Alto Agide con “discese ardite e risalite” (per dirla con Battisti) da stroncare anche i ciclisti (ovviamente non professionisti) più esperti e preparati.

Muraro contava di battere il suo già eccellente record, e cioè di concludere il percorso all’incirca in dieci ore (i super-bravi lo fanno in sette), ma stavolta la vittoria è stata arrivare al traguardo perché il caldo massacrante aveva fatto sì che, su 4300 partenti (di 36 nazioni e cinque continenti), ben settecento fossero stati costretti al ritiro. Ma lui no, il nostro bravissimo collaboratore, che per TgVercelli cura soprattutto la cronaca culturale e sportiva, ha stretto i denti e, pur sfinito, ce l’ha fatta.

Racconta: “Più volte, nel finale, verso il Passo Rombo, che sembrava non finire mai, mi si è avvicinata l’ambulanza e tutti mi dicevano di fermarmi. Io stavo malissimo, ma dovevo arrivare al traguardo e se non mi sono arreso, il merito è soprattutto suo, cioè della  mia compagna, Elena Reis, che grazie ad un sistema Gps, mi ha seguito istante per istante durante tutto il tracciato, incoraggiandomi, sostenendomi. Ho tagliato il traguardo con le braccia al cielo, come se avessi vinto, perché in pratica avevo vinto”.

Muraro ha sintetizzato su Facebok la sua terza Ötztaler in questo resoconto, che pubblichiamo integralmente, non prima di esserci congratulati con lui. Bravissimo, Massi.

”Anche la mia terza Ötztaler è andata. Un delirio ciclistico di 227km e 5.500 metri di dislivello.
Questa volta, a differenza delle altre due, è stata davvero una sofferenza, fisica e mentale.
Purtroppo lo spauracchio che più temevo si è concretizzato nella sua forma peggiore: il caldo.
Fatto bene la prima parte con personal best su Kütahi e Brennero. poi già sul Giovo ho capito che qualcosa non andava. il Rombo un’agonia con ripetuti problemi di crampi e di stomaco, al punto da costringermi a fermarmi e a spingere la bici a mano.
Ho meditato il ritiro e onestamente non so neppure io cosa mi abbia spinto ad andare avanti.
No, a ben vedere lo so. Chi mi conosce sa che non amo mettere in vetrina la mia vita privata, ma voglio fare un’eccezione.
Grazie Elena Reis, senza i tuoi incitamenti via Whatsapp non so se ce l’avrei fatta. In questa Otzy c’è tanto di te. Anzi, si può dire che sia più tua che mia”.

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