Morti nella RSA, indagata anche la direttrice dell’Asl Vercelli, Chiara Serpieri

C’è anche il nome di Chiara Serpieri, direttore generale dell’Asl di Vercelli, tra gli indagati iscritti nel registro nell’inchiesta sui fatti avvenuti nella casa di riposo di piazza Mazzini. In poco più di un mese a partire dallo scorso marzo i decessi all’interno della struttura furono 44. I tamponi certificarono poi la positività al Covid-19 di oltre la metà degli ospiti della casa di riposo.

L’ipotesi di reato su cui la Procura di Vercelli lavora nei confronti del direttore generale dell’Asl ha due profili: uno riguarda le comunicazioni con la Rsa di piazza Mazzini e l’altro la commissione di vigilanza Asl inviata nella struttura.

Sotto la lente di ingrandimento del sostituto procuratore Davide Pretti, titolare del fascicolo, le tempistiche di comunicazione dell’Asl e l’attivazione della commissione. In entrambi i casi sarebbero avvenute in ritardo.

Negli scorsi mesi, con un perito informatico della Procura, gli investigatori avevano sequestrato tutta la corrispondenza tra casa di riposo e Asl, acquisendo le mail dai computer di entrambe le parti.
Alberto Cottini, direttore della casa di riposo, secondo gli inquirenti aveva chiesto aiuto all’Asl. Non arrivò nessuna risposta. Cottini fu però convocato ad una riunione all’Asl. Troppo secondo la Procura, che ha emesso l’avviso di garanzia e il decreto di perquisizione nei confronti di Chiara Serpieri. Alla direttrice dell’Azienda sanitaria è stato sequestrato il telefono. Gli altri due iscritti sono Alberto Cottini e la direttrice sanitaria della casa di risposo Sara Bouvet.

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