Monsignor Salvini davanti al feretro di Melotti: “Massimo, lì dove ora sei il bello regna”

Questa mattina, in San Cristoforo, addio a Massimo Melotti, grande figura di studioso dell’arte e di docente, nonché, in gioventù, giornalista di Radio City.  E sono stati in tanti, nel limite di quanto la bellissima chiesa gaudenziana poteva accogliere con le norme antri Covid, a stringersi attorno al fratello Marco, alla cognata Daniela, ai nipoti Leonardo, Rachele e Rebecca e all’amica Roswitha.

Essendo la Settimana Santa, non è stata celebrata la messa funebre, ma don Sergio Salvini, il parroco, ha impartito la benedizione esequiale, non prima – lui grande appassionato d’arte – di aver ricordato Melotti con parole importanti, coniugando Fede e Arte.

Ecco che cosa ha detto monsignor Salvini:

“L’ora della Pasqua del Signore è per tutti l’ora della salvezza. Anche per questo fratello. Questa è l’ora dell’intima comunione di amore che unisce al Padre. Anche Massimo sarà accolto dal Signore, per contemplarne la gloria della vita eterna: il perenne bello.

Siamo qui raccolti, sotto le volte di S Cristoforo tra gli affreschi gaudenziani, per la sua benedizione esequiale. Suo vivo e fermo desiderio.

Il prof. Massimo Melotti è stato nel mondo dell’arte, un qualificato e nobile intellettuale: un critico d‘arte contemporanea, a cui dedicò l’intera vita. Comprese bene di essere l’ uomo di un tempo che si evolve, muta, cambia, un’ora che anche si illustra…La sua alta professionalità, fondata su studio e ricerca, lo ha  condotto a comprendere “magna cum laude” i processi artistici dell’arte contemporanea ma anche irrorati dal mondo massmediale.

Ora, l’elogio di S. Paolo, diviene per lui, realtà certa di vita:“Sei giunto nel porto di Dio: Hai sciolto le le vele, hai combattuto la buona battaglia…ricevi ora la corona della gloria”. La resurrezione e la vita eterna. Se nel libro: “L’età della finzione. Arte e società tra  realtà ed estasi” tu Massimo scrivevi “Viviamo nell’età della finzione…L’estasi si celebra ovunque la spettacolarizzazione abbia eroso il limite che circoscriveva il reale, lì dove ora sei, il bello regna, lontano da tante illusioni. Riesci a tutto raggio cogliere la bellezza collaterale. Lì, più nessuna finzione. Lì, proprio dove si staglia l’incognita grande della mente umana, avviene la rinascita

Per sempre si rende concreto il buono, il bello e il vero. A noi ricordarlo con gratitudine. A voi, famiglia, spetta un dovere: saper passare dalla memoria ala profezia. Divenire dono in suo nome. Dire Pasqua è disegnare la  primavera…Oggi un compito: guardare il Cielo. E continuare a dire, scrivere, dipingere… Sul simbolo. Confronti e riflessioni all’inizio del millennio… come lui ha scritto. Fino alla fine…”

Al termine della funzione, toccante il ricordo del fratello Marco.

 

 

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