Minniti: Lega e M5S stanno attuando la strategia della tensione comunicativa

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Vercelli – “Il nostro Paese sta facendo un passo verso l’ignoto. C’è una differenza di concezione della democrazia. Mai come adesso la differenza è stata così netta”.

Così ha esordito in un cinema Italia affollato di presenze questa mattina l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, all’incontro pubblico organizzato dal Pd vercellese sul tema: “Libertà e sicurezza: per un’Italia aperta, forte e giusta”. Prima dell’ex ministro del governo Gentiloni, avevano preso la parola l’ex sottosegretario Luigi Bobba, il sindaco Maura Forte, il parlamentare Enrico Borghi e i consiglieri regionali Gabriele Molinari e Giovanni Corgnati. Quindi la relazione introduttiva all’intervento di Minniti a cura del segretario cittadino del Pd Michele Gaietta.

Sold out per l’ex ministro dell’Interno al cinema Italia

Poi l’intervento, assai efficace ed applaudito di Minniti, in cui molti vendono l’uomo che potrebbe essere in grado di trascinare il Pd in un prossimo futuro verso un’apprezzabile rinascita. L’ex ministro dell’Interno ha fatto molta autocritica all’inizio del suo intervento: “Il Pd deve smetterla di guardarsi l’ombelico. Dobbiamo fare un congresso. Facciamolo non per dividerci, ma per capire. Avremmo dovuto già farlo. Noi abbiamo perso le elezioni per una rottura sentimentale con forti pezzi del popolo italiano, assai più preoccupante di una rottura politica. Hanno prevalso due sentimenti: la rabbia e la paura. Non abbiamo dato risposte. Noi abbiamo risposto con la statistiche, ma a un sentimento non si risponde con le statistiche”.

Ha quindi aggiunto, cercando di mettere a fuoco le ragioni della pesantissima sconfitta elettorale del suo partito il 4 marzo: “Rabbia e paura non toccano l’establishment, ma il popolo. Se c’è qualcuno che vive in una periferia urbana e ritiene la sua casa insicura non può permettersi di cambiare casa, in cui ha investito i suoi risparmi, come farebbe l’establishment. A questa gente noi non abbiamo parlato e allora il voto si è incanalato verso i populisti che però, si badi bene, non vogliono liberare il popolo dalla paura, lo tengono incatenato lì”.

E a quel punto, Minniti ha introdotto il tema di quella che ha definito, da parte del governo Lega-Cinque stelle, “la strategia della tensione comunicativa”. “Questa strategia, per ora purtroppo vincente e contro la quale noi dobbiamo batterci con decisione, è quella di enfatizzare un problema, alimentando rabbia e paura, anche se il problema non c’è: vedi il caso Diciotti, dove noi per nove giorni abbiamo vergognosamente tenuto in ostaggio una nostra nave militare. Non è la difesa della Patria, questa, ma la morte della Patria. E vedi il dramma di Genova: un Paese serio avrebbe reagito cercando il più in fretta possibile l’alternativa per rimettere in piedi la città. No, qui si è cercato il nemico politico per incanalare la protesta, e il risultato è che, a distanza di quasi tre mesi dal dramma, non c’è ancora una soluzione concreta per la città”.

Successivamente, Minniti è andato ad inaugurare la sua nuova sede del Pd in via Dante, proprio di fronte alla nuova sede di Forza Italia.

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