Maltrattamenti e abbandono di incapace: sono quattro gli indagati a Borgo d’Ale

Maltrattamenti, abbandono di incapace e scarse condizioni igieniche. Addirittura larve di insetti sarebero stati trovati sul corpo di due pazienti, poi deceduti.

E’ quello che hanno scoperto la polizia di Vercelli e i carabinieri del Nas di Torino all’interno della struttura sanitaria “La Quercia” di Borgo D’Ale. E’ stato un esposto per omicidio colposo depositato in Procura a far scattare le indagini. Quattro gli avvisi di garanzia notificati ai vertici della Spa friulana Sereni Orizzonti. Tra questi l’Amministratore delegato, il capo area Piemonte, il direttore sanitario della struttura e la direttrice, tutti accusati di abbandono di incapace e maltrattamenti oltre che per le scarse condizioni igieniche.

Quello dell’uomo non sarebbe però stato l’unico caso: anche un altro uomo, morto per cause naturali, avrebbe avuto delle larve sul corpo. Ci sarebbero poi pazienti con lesioni superiori ai trenta giorni, alcuni trattati come cadute accidentali, su cui la polizia, coordinata dal pm Davide Pretti, sta ora indagando.

Non è la prima volta che questa struttura, negli anni, finisce sotto inchiesta. Era già accaduto nel 2016. Allora si trattò di maltrattamenti e di violenze subite dagli anziani pazienti da parte degli operatori. Diciotto i condannati a quarantanove anni di pena totale. Ancora prima però, negli anni ’80, lo stesso edificio fu il “quartier generale” di Mamma Ebe, Gigliola Ebe Giorgini, 84anni, la «santona» nota per le ripetute condanne per estorsione e circonvenzione d’incapace, e della sua congregazione.

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