Dopo il lockdown il 95% delle attività commerciali ha riaperto, ma la fiducia nella ripresa è ancora debole

Il 95% degli esercizi commerciali associati a Confcommercio Vercelli e Biella ha riaperto, anche se nel 60% dei casi si è rilevato una spesa media della clientela inferiore e una fiducia nella ripresa ancora debole: sono questi i dati più significativi emersi da uno studio condotto alla fine di maggio dall’Ente Bilaterale del Terziario della provincia di Vercelli.

In collaborazione con EconLab Research Network, è stato realizzato un questionario rivolto alle aziende associate ad Ascom, con lo scopo di comprendere come il sistema abbia reagito dopo la fine del lockdown, imposto per far fronte all’emergenza Covid-19.

Sono state interpellate diverse categorie: alimentari, moda, bar, ristoranti, ambulanti, servizi alla persona e alle imprese, alberghi, hotel, comunicazione, marketing, logistica e altro ancora. Come detto il 95% di tali attività ha riaperto, mentre il restante 5% è indeciso, anche se propende per seguire la maggioranza.

Tutti si aspettavano un afflusso di clienti maggiore, specie per quel che riguarda bar e ristoranti: a Vercelli il 62%, mentre a Biella il 35%. Curioso notare l’inversione di tendenza nelle strutture ricettive biellesi, infatti il 67% pensava a un flusso minore.

Opinioni discordi sul Protocollo di Sicurezza, ovvero l’uso dei dpi e del distanziamento sociale: per alcuni ha limitato la relazione tra commerciante e il cliente inducendo a un numero inferiore di acquisti, mentre per altri non ha influito più di tanto, ma c’è chi ha rilevato che è una situazione di disagio per il cliente.

Alla domanda su come è cambiato il comportamento dei clienti in relazione ad alcuni aspetti, più dell’80% ha individuato una maggiore attenzione alle norme di sicurezza, il 60% una spesa media effettuata minore, mentre quasi nulla è cambiato nella richiesta di informazioni.

Più o meno il 40% delle imprese sta facendo ricorso all’accensione di un nuovo debito bancario per soddisfare il bisogno di liquidità, il 25% non ricorre a nessun strumento, la restante percentuale si divide tra chi utilizza attività liquide presenti in bilancio, margini disponibili sulle linee di credito, rinegoziazione dei contratti di locazione etc.

Le percentuali più interessanti su quali strategie sono state adottate nei primi giorni della Fase 2 vedono il 21% la riduzione del personale, circa il 30% l’utilizzo della cassa integrazione, circa il 20% il potenziamento dei social media, il 40% nessuna nuova strategia.

Altra domanda significativa è stata chiedere chi ha maggiormente aiutato le imprese a ripartire, dando il voto su una scala da uno a dieci. Ebbene, restando a Vercelli, Ascom è in vetta con 7.3 punti, a seguire i fornitori con 5.8 e a chiudere le banche con 3.8. Infine il grado di fiducia sulla ripresa è poco sotto la sufficienza: più fiduciosi i biellesi con 5.5 rispetto ai vercellesi con 4.9.

Per leggere lo studio nel dettaglio cliccare qui.

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