Locarni: “Un tifoso non può essere marchiato a vita col Daspo dopo averlo scontato”

La Curva Ovest nella foto di Ivan Benedetto

 

Vercelli – Oltre ad essere presidente del Consiglio comunale e segretario cittadino di Lega Nord, Giancarlo Locarni è pure un grande fan della Pro Vercelli. E dunque, raccolto un sos dai tifosi della curva Ovest (che sabato sera non si presenteranno per protesta sulle gradinate del “Piola” di Novara per il derby, ha cercato di capire che cosa sta mettendo a rumore tutto il mondo calcistico degli ultrà.

Sotto accusa una recente interpretazione da parte dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive di due articoli (l’ 8 e il 9) del decreto legge n° 8 del 2007, quello che regola i cosiddetti reati da stadio.

Secondo questa interpretazione, adesso tutti coloro che, anche in passato, a partire dal 1989, hanno avuto un Daspo (acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) e che l’hanno pure scontato come “pena”, senza però aver riparato al provvedimento con lavori socialmente utili, sono stati inseriti in una sorta di black-list che impedisce loro di abbonarsi perché l’abbonamento viene considerato una sorta di “facilitazione” concessa dalla società, e dunque proibita ai colpiti da Daspo.

”Questa assurdità – spiega Locarni – si riteneva superata dal famoso decreto bis sicurezza di Salvini, convertito in legge il 5 agosto scorso. Purtroppo non è così. Dopo l’appello dei tifosi della Ovest, mi sono subito rivolto all’onorevole bergamasco Daniele Belotti, grande esperto in materia, uno dei firmatari della modifica del decreto legge, e abbiamo esaminato attentamente il caso che ho sottoposto alla Questura di Vercelli e segnalato alla Pro Vercelli, facendo ben presente che la società non ha alcuna responsabilità, ma che deve sottostare a norme nazionali. Noi speriamo che vengano cambiate e anche in fretta perché se uno ha scontato il Daspo non può essere penalizzato per tutta la vita da un errore, magari, commesso trent’anni fa”.

 

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