Il gettone di presenza dei consiglieri comunali passa da 17,90 a 32,54 euro lordi

Con 16 voti favorevoli, 2 contrari e due astenuti (e con il gruppo Pd che non ha partecipato al voto), i consiglieri comunali di Vercelli si sono innalzati oggi il gettone di presenza ai Consigli e alla Commissioni consiliari, portandolo da 17,90 euro lordi a 32,54.

Ha votato sì la maggioranza (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia), eccezion fatta per la consigliera di FdI Donatella Demichelis, che si è espressa per il no, insieme al consigliere del gruppo misto Michelangelo Catricalà. Astenuti i consiglieri di Voltiamo Pagina Roberto Scheda e Andrea Conte, mentre i consiglieri del Pd non hanno partecipato alla votazioni. Il capogruppo Alberto Fragapane ha spiegato che riteneva corretto l’adeguamento previsto dalle norme nazionaLi, ma non la modalità proposta dalla maggioranza, che si trova ben oltre la metà del proprio mandato e che quindi non avrebbe dovuto vincolare la prossima amministrazione. “Ma del resto – ha osservato Fragapane – la giunta Corsaro l’aveva già fatto poco prima di chiudere la tornata di maggioranza nel 2014 solo che quella volta tagliò drasticamente i gettoni, mentre adesso quasi li raddoppia”.

Catricalà ha insistito sull’opportunità di cedere il gettone al mondo scolastico, come, su sua proposta era già stato fatto nel quinquennio precedente, perché questa scelta soccorre concretamente le scuole. Il capogruppo della Lega Alberto Pipitone ha fatto notare (nell’ambito di una documentatissima dissertazione con cifre e norme alla mano) che questo adeguamento equivale a circa 15 euro netti a seduta. Il vice presidente del Consiglio Gianni Marino (Forza Italia) ha replicato a Catricalà, rispondendo che ci sono altri strade percorribili per chi intende rinunciare al gettone come ad esempio quella della solidarietà alimentare dopo i problemi causati dal Covid (e lui ha seguito questa strada). Roberto Scheda ha osservato che si tratta di un problema di sensibilità personale, che ciascuno è libero di risolvere in silenzio, facendo una scelta soggettiva.

Poi il voto, con l’esito che abbiamo detto.