L’incredibile impresa di Massimiliano Muraro: 7 cime oltre i 2000 in 48 ore

Le sette cime più alte delle Alpi Occidentali percorse in un giorno e mezzo: una fatica “da fachiri”, lunga 370 chilometri con 10.600 metri di dislivello complessivo. E’ l’ultima incredibile impresa sportiva del nostro collega Massimiliano Muraro, apprezzato giornalista vercellese e prezioso collaboratore di TgVercelli, appassionato di ciclismo e, va detto, con gambe d’acciaio. Un’impresa che gli ha permesso di conseguire il brevetto di “Maitre des Les 7 Majeurs” un brevetto istituito dall’associazione francese Confrerie des 7 majeurs, che viene conferito a chi completa un percorso che si snoda tra Italia e Francia lungo sette cime oltre i 2000 metri.

“Chi completa il percorso in 24 ore – spiega Muraro – consegue il brevetto di Grand Maitre chi, come noi, chiude entro 48 ore, ottiene la qualifica di Maitre. Per questa bellissima esperienza, devo ringraziare l’amico Giacomo Pellizzari, scrittore milanese grande appassionato di ciclismo (Generazione Peter Sagan e Il ciclista curioso le sue opere più conosciute) anch’egli grande appassionato di questo sport, che mi ha coinvolto in questo progetto di cui sinceramente non ero a conoscenza. Devo dire che all’inizio la lunghezza e la durezza del percorso mi avevano un po’ messo in apprensione ma poi, una volta in sella, tutto è andato per il verso giusto e siamo riusciti a completare il giro”.

Un’esperienza affascinante quanto dura, che il giornalista-ciclista ricorderà sicuramente per lungo tempo, soprattutto che il grande dispendio di energie. “A livello di fatica – osserva Muraro – è stata un’esperienza devastante, gestita comunque in maniera ottimale grazie alla nostra capacità di dosare gli sforzi, di non prendere mai le salite di petto. Se cerchi di strafare è facile andare in crisi senza nemmeno accorgersene e a quel punto tutto diventa molto più difficile; abbiamo preso questa avventura con la giusta serenità, andando su con il nostro passo e ce l’abbiamo fatta. Sono stati tanti i momenti belli vissuti in mezzo alla montagna, alla sua natura, ai suoi silenzi, tra marmotte, camosci, rapaci. Abbiamo anche incontrato parecchi ciclisti professionisti che si stanno allenando su quelle strade in vista della ripresa della stagione. Persino il tempo è stato dalla nostra parte, anche se in alcuni momenti il caldo è stato opprimente; come sulla Bonette, dove abbiamo pedalato gli ultimi 15 km di salita con 30 gradi e una volta arrivati in cima abbiamo trovato un vento fortissimo che quasi ci faceva cadere dalla bicicletta”.

Ma quali sono stati, in definitiva, i “sette giganti” valicati da Muraro e Pellizzari nel corso della loro fatica? “Siamo partiti da Stroppo, località della Val Maira – racconta Muraro scollinando prima sul Fauniera (2481mt), per proseguire con il Lombarde (2350 mt); entrati in territorio francese, abbiamo affrontato la Bonette (2715 mt) e il Vars (2108 mt). Dopo 215 chilometri e 6000 metri di dislivello, trascorriamo la notte a Guillestre, per ripartire il mattino seguente, pronti per una nuova sfacchinata; i colli da superare sono importanti, sedi di tappe alpine nei grandi giri. Così passiamo dapprima il leggendario Izoard (2360 mt) e Agnello (2744 mt); il Sampeyre (2284 mt) ultimo ostacolo della nostra sfida è il più duro da affrontare, più che altro per la fatica che ormai si fa sentire parecchio. Gli ultimi 16 chilometri, all’8,5% di pendenza media sembrano non finire mai però, dopo altri 145 chilometri e 4600 metri di dislivello, facciamo ritorno a Stroppo, distrutti ma felici per aver portato a termine la nostra fatica”.

 

Fabio Michelone

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here