Green Pea, retail park di Torino dedicato al tema del rispetto ambientale, ospita due opere di Lia Pascaniuc, visual artist rumena di nascita ma torinese di adozione. Sono Global Warming 65°00’N 18°00’W e La Ricerca dell’Identità, esposte nello spazio Otium, rooftop dedicato all’ozio creativo.
«Mi sento molto in linea con le scelte economiche di Green Pea, che anche durante un anno così complesso, ha puntato l’attenzione sulla sfida ambientale – spiega Lia Pascaniuc – Il rispetto per l’ambiente e una sana convivenza con lui ci permetteranno un impegno più consapevole e inclusivo per affrontare il cambiamento in modo più giusto e pulito».
I lavori dell’artista muovono dall’osservazione dei fenomeni naturali: se pur influenzati dall’uomo, seguono un ordine che la natura in qualche modo ripropone, alla ricerca dell’equilibrio mutevole, ma perfetto. Nel tempo si è compresa l’importanza del rispetto per l’ambiente, della sostenibilità e dell’armonia con la natura ecco perché la maggior parte delle sue opere sono dedicate all’acqua, oro odierno, ai suoi stati in natura e alle radicali trasformazioni che nei secoli hanno coinvolto il Pianeta.
Sulla sostenibilità si basa invece la filosofia del Green Retail Park Green Pea, pensato per creare un equilibrio perfetto tra la vita umana, alla continua ricerca del bello e del duraturo, e quella del Pianeta, delicata, ma al tempo stesso soggetta a reazioni e mutazioni violente e durevoli. Green Pea, infatti, punta alla sostenibilità in ogni suo dettaglio, in modo da permettere all’edificio di respirare e far respirare (ricordiamo che l’ultimo progetto di Pascaniuc, Breath, affronta proprio la tematica del respiro e della leggerezza).
Veniamo alle opere. Global Warming 65°00’N 18°00’W riunisce due serie di scatti realizzati in Argentina e in Islanda e racconta come il surriscaldamento climatico influenzi la vita di tutti gli esseri viventi. I ghiacciai si stanno sciogliendo, la calotta polare artica si sta ritirando dalle coste continentali del Nord America e dell’Asia.
Con un clima mondiale sempre più caldo, +0.7°, è cambiato il rapporto tra il ghiaccio che si scioglie in estate e quello che si riforma nella stagione fredda influenzando di conseguenza gli ecosistemi e la loro fauna. Questi temi vengono affrontati ogni anno nella Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici – Cop26, che quest’anno si svolgerà a Glasgow a novembre.
La Ricerca dell’Identità rappresenta la (ri)costruzione della propria identità culturale, come fa una betulla che lasciata al naturale può sopravvivere e adattarsi a un altro ambiente. La natura, in ogni sua forma, è mutevole, si adatta, si rinnova e cambia la propria struttura per sopravvivere al meglio al cambiamento dell’ambiente in cui si trova. Le rose, delicate ma non fragili, riescono a trovare sempre il modo per sopravvivere, anche arrampicandosi se necessario.
Lia Pascaniuc, rumena di origini e torinese di adozione, è una visual artist che utilizza diversi linguaggi contemporanei per indagare tematiche ed emergenze dell’odierna società. Dal 2009 affronta con la sua arte (coadiuvata nelle sue ricerche da professionisti sul tema) il fenomeno del clima e di conseguenza la trasformazione dei paesaggi.
Tra le più importanti partecipazioni sono da menzionare: nel 2020-2021: Rovereto e Trento Art Festival, 2018-2109: Museo della Shoa – Milano, Vita Liquida – Xerjoff Gallery Torino, Global warming a Casa Olimpia-Sestriere; All’archivio italiano dell’autoritratto fotografico – Senigallia; Galleria Weber & Weber – Torino; con La complessità dei paesaggi – China Photojournalism (Shandong); Global warming-Parma; nel 2017: La solitudine dell’autoscatto al Palazzo Guidobono-Tortona; nel 2016: Vita Liquida-Acquario Civico di Milano; Istanbul ArtFAir con Galleria Barbara Paci – De Rerum Natura “Infra Terram” a Pietrasanta, al Festival della Scienza, con Galleria AmyD-Genova; nel 2015 : 11° ArtVerona Fair e Liquid Landscape-Galleria RezArte, Circuito Off Fotografia Europea.







Sull’Arte non si discute! … ma .. il surriscaldamento climatico viene contestato da più parti .. comunque sorprende che a farsene carico dando origine a studi e ad iniziative volte al salvataggio dell’umanità siano gli stessi che inquinano davvero .. https://www.qualenergia.it/articoli/i-500-scienziati-e-la-bufala-dellemergenza-climatica-che-non-esiste/
.. l’interpretazione artistica delle condizioni del vivere sociale (non quello del 2021 .. l’Arte è ferma al 2018, primi ’19 .. per l’oggi .. ci deve ancora pensare) ha sempre dato origine a messaggi interessanti, come nel caso di MARIO SIRONI (1885-1961) : https://www.paviafree.it/storia/l-arte-e-emozione-mario-sironi-paesaggio-urbano.html
https://perimetro.eu/marzo-2021/bovisa-o-del-nessun-luogo/